Se
noi
cristiani
non
ci
confrontiamo
con
la
parola
di
Dio
perdiamo
la
nostra
caratteristica
principale
basata
sull'umiltà.
La
conosciamo?
Come
si
può
essere
umili
criticando
il
mondo
intero?
Nessun
strumento
del
Signore
ha
portato
scompensi
o
polemiche
al
Papa.
Addirittura
un'oasi
di
pace
come
può
essere
un
luogo
di
presunte
apparizioni
è
diventato
un
problema
di
disordine
e
di
confusione.
È
corretto
questo?
Non
sappiamo
gestire
la
nostra
vita
e
vogliamo
consigliare
il
Papa
e
i
vescovi
come
se
fossero
lì
per
far
andare
male
la
Chiesa.
Questo
disordine
proviene
da
persone
che
pregano
molto…
Meglio
un
ateo
che
un
cristiano
ipocrita!
La
Madonna
non
può
essere
contenta
di
questa
situazione,
non
ha
bisogno
di
noi
per
essere
approvata.
Amiamo
la
mia
Chiesa
fino
al
punto
di
difenderla
e
non
di
criticarla?
I
suoi
difetti
sono
umani,
ma
essa
è
santa
e
pura
da
sempre,
non
ha
sbagliato
Dio.
Sapendo
i
problemi
che
ci
sono
nel
mondo,
incominciamo
a
usare
la
nostra
autorità
per
rendere
più
serena
la
nostra
famiglia.
Scrive
san
Paolo
(Gal.
5,13-14):
"Voi
infatti,
fratelli,
siete
stati
chiamati
a
libertà.
Purché
questa
libertà
non
divenga
un
pretesto
per
vivere
secondo
la
carne,
ma
mediante
la
carità
siate
a
servizio
gli
uni
degli
altri.
Tutta
la
legge,
infatti,
trova
la
sua
pienezza
in
un
solo
precetto:
amerai
il
prossimo
tuo
come
te
stesso".
Noi
viviamo
solamente
per
i
nostri
interessi,
per
la
carne
che
è
la
ragione
dell'uomo,
se
vivessimo
per
lo
spirito
non
saremmo
così
arrabbiati,
ricevere
un'ingiustizia
sarebbe
il
regalo
più
bello.
Avremmo
meno
contrasti
in
famiglia,
con
il
confinante,
con
l’ambiente
di
lavoro,
con
la
Chiesa.
Siamo
portatori
di
amore,
gioia,
pace,
pazienza,
benevolenza,
bontà,
fedeltà,
mitezza
e
dominio
di
sé?
Senza
queste
qualità
non
proponiamoci,
altrimenti
lo
faremmo
nel
peggiore
dei
modi.
C'è
chi
accetta
serenamente
le
avversità
senza
lamentarsi
o
covare
vendetta
e
c'è
chi
invece
è
l'esatto
contrario.
Quanti
si
presentano
davanti
all'eucarestia
in
pace
con
se
stessi
e
con
i
fratelli?
È
un
peccato
affermare
che
è
impossibile
essere
veri
cristiani,
il
Signore
non
ci
ha
dato
una
legge
difettosa.
Se
diciamo
questo
allora
dobbiamo
avere
il
coraggio
di
non
entrare
in
chiesa
e
di
non
nutrirci
dei
benefici
che
Dio
ci
dà.
Tutti
possiamo
amare
e
mettere
in
pratica
il
comandamento
di
Dio,
sono
le
cose
più
semplici
da
realizzare.
Il
primo
prossimo
che
dobbiamo
amare
sono
le
persone
più
vicine,
a
partire
dal
nostro
coniuge.
Abbiamo
reso
la
nostra
famiglia
un'oasi
di
pace
pur
essendo
perseguitati?
In
casa
dobbiamo
essere
credibili
come
cristiani.
Attiriamoci
tutte
le
negatività:
le
ingiustizie
di
una
famiglia
si
devono
disintegrare
al
contatto
con
un
vero
cristiano,
devono
sparire.
Oppure
affrontiamo
tutto
con
rabbia,
permalosità
e
pregiudizio?
Gli
apostoli
della
lieta
novella
parlano
solo
d'amore
anche
con
il
cuore
ferito.
Non
dobbiamo
dispiacerci
se
non
siamo
capiti
e
non
ci
considerano,
il
nostro
amore
vale
di
più
perché
messo
alla
prova.
Sfruttiamo
appieno
le
dure
prove
della
nostra
vita,
accettiamo
quei
momenti
anche
se
non
ci
fanno
fare
salti
di
gioia.
Sulle
nostre
croci
c'è
il
nostro
orgoglio,
quando
siamo
pungolati
diventiamo
anche
cattivi.
Il
nostro
malumore,
la
nostra
critica
e
la
nostra
sofferenza
derivano
dal
non
aver
saputo
fare
la
nostra
parte
nella
fase
evolutiva
della
nostra
esistenza,
abbiamo
sempre
cercato
la
parte
più
conveniente
e
facile.
Poi
la
vita
ci
presenta il conto. Uno che non è felice è perché non ha fatto niente di buono, vive solo di rimorsi.
IL BATTESIMO NON E' UN RITO
Ci
rendiamo
conto
cosa
vuol
dire
essere
battezzati?
È
come
ricevere
un
diploma
di
altissimo
livello
senza
aver
fatto
una
scuola
o
un
salario
prima
di
aver
lavorato.
Se
l'abbiamo
ricevuto
in
un'età
non
consapevole,
non
significa
che
non
ci
riguarda.
Dobbiamo
quindi
ritrovare
quel
filo
conduttore
che
ci
porta
a
Dio.
Conosciamo
le
verità
principali
della
nostra
fede?
Ci
acculturiamo
di
quello
che
il
Signore
ha
voluto
darci?
In
realtà
stiamo
togliendo
il
sapore
e
il
carisma
a
una
benedizione
completa
di
tutte
le
potenze
per
uscire
vincitori
da
ogni
prova
della
vita.
Certo
l'infido
fa
di
tutto
per
toglierci
la
grazia
del
battesimo
e
ci
riesce
in
una
percentuale
altissima.
Perché
dopo
aver
ricevuto
la
cresima
non
vediamo
l'ora
di
liberarci
di
tutte
le
cose
di
Dio?
La
felicità
dell'uomo
non
aumenta
in
base
alla
ricchezza,
perché
poi
alle
prime
difficoltà
si
rivolge
a
persone
che
lo
rendono
dipendente
da
esse.
Dov'è
l'equilibrio,
la
ragione,
la
capacità
che
Dio
ha
dato
a
ognuno
di
noi?
Da
dove
viene
questa
insicurezza
e
rassegnazione
che
ci
fa
vedere
solo
i
mali
del
mondo?
Abbiamo
tanto
sbagliato
quando
abbiamo
voluto
fare
di
testa
nostra,
diamo
retta
all'ultimo
arrivato
ma
non
a
Dio
che
ci
indica
la
via
giusta
scritta
sulla
Bibbia.
Come
possiamo
sostituire
una
rivelazione
privata
con
un
salmo?
Pur
valida
che
sia
non
avrà
mai
la
grazia
e
la
sapienza
della
parola
di
Dio.
Dobbiamo
riscoprire
i
benefici
e
le
protezioni
che
solo
il
battesimo ci dà, perché tanto potenziale non l'abbiamo saputo usare.
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