Gli
occhi
della
Madonna,
più
profondi
degli
abissi
dei
mari
e
condensati
in
una
luce
azzurra,
emanano
dolcezza
infinita,
rapiscono
nella
gioia
e
nel
desiderio
di
offrirsi,
trasmettono
al
cuore
l'amore
più
di
tante
parole.
Davanti
a
lei
non
esistono
le
nostre
ragioni,
con
il
suo
sorriso
appena
pronunciato
fa
capire
che
esiste
una
sola
parola:
tu
ama.
Nonostante
la
sua
superiorità
non
ci
rimprovera
nulla,
ma
di
fronte
alla
sua
purezza
e
bellezza,
sentiamo
la
nostra
miseria.
Lei
ama
incondizionatamente,
noi
critichiamo
incondizionatamente.
Non
ci
dispiace
fargli
vedere
i
nostri
peccati?
Desidera
non
lasciarsi
provocare
da
nessuno,
chi
lo
fa
si
ammala
nel
cuore.
Conosciamo
a
memoria
i
difetti
degli
altri
ma
non
ammettiamo
i
nostri,
chi
di
noi
si
dispiace
dei
propri
comportamenti?
È
evidente
il
paragone
tra
la
pagliuzza
e
la
trave.
Non
sappiamo
valutare
l'altro
perché
lo
vediamo
secondo
il
nostro
cuore
giusto
o
fallace,
se
uno
ha
bontà
o
malizia
la
vede
anche
nel
fratello,
se
ha
dei
dubbi
su
una
persona
è
in
mala
fede.
Un
angelo
non
parla
del
male,
il
demonio
si,
agisce
con
vendetta
criticando,
giudicando,
offendendo;
come
leone
ruggente
va
in
giro
cercando
chi
divorare
e
prende
quelli
che
sono
già
ammalati,
aggredibili,
marci,
disponibili
alla
critica,
al
pregiudizio,
alla
malignità.
Quando
siamo
in
grazia
di
Dio
e
viviamo
secondo
la
sua
volontà,
partendo
dalla
famiglia,
le
vessazioni
demoniache
non
hanno
efficacia.
Abbiamo
un
interesse
comune
con
il
coniuge,
ci
fidiamo
l'uno
dell'altro?
L'amore
tra
papà
e
mamma
è
determinante
per
i
figli,
vale
più
di
tutti
i
regali.
Solo
con
l'amore
possiamo
permettere
allo
spirito
di
Dio
di
operare
in
noi
e
intervenire
sugli
altri
a
nostra
insaputa.
Conta
quello
che
emaniamo,
quello
che
diciamo
è
tutto
vano,
va
nel
dimenticatoio.
Siamo
creati
per
la
santità,
possiamo
essere
la
perfezione
umana
e
imporci
come
atleti
che
primeggiano
in
ogni
disciplina.
Davanti
a
san
Francesco
il
mondo
si
è
inchinato,
il
pulviscolo
è
diventato
un
gigante
e
la
Terra
si
è
rimpicciolita.
Accade
all'uomo
giusto
che
ama,
anche
se
deve
subire
tanta
sofferenza
e
accettare
ogni
giorno
parecchie
situazioni
contrarie.
In
certi
momenti
è
con
le
spalle
al
muro
(come
Gesù
davanti
a
Ponzio
Pilato)
perché
il
male
è
perfido,
cattivo,
non
può
reagire
con
lo
stesso
linguaggio.
La
cosa
più
brutta
per
un
falso
è
fargli
capire
che
è
stato
scoperto,
lo
fa
irritare.
Chi
odia
rimane
infangato
nelle
melme
del
mondo,
chi
ama
viene
innalzato,
è
come
se
non
avesse problemi. Come si può dire che Dio non esiste?
PREGHIAMO DI MENO E APPROFONDIAMO DI PIÙ
Troppi
cristiani
si
esaltano
davanti
all'immagine
della
Madonna,
credono
di
essere
i
salvatori
del
mondo
riportando
i
suoi
messaggi
e
sembrano
investiti
da
un
potere
soprannaturale.
Poi
diventano
i
più
spietati
sentenziatori
dei
propri
fratelli.
Sono
come
coloro
che,
dopo
aver
vissuto
di
stenti,
vengono
travolti
da
una
grande
ricchezza:
commettono
un
errore
dietro
l'altro.
Dispiacciamoci
per
i
peccati
del
mondo
intero
e
cerchiamo
di
fare
il
meglio,
sentiamoci
in
difetto
sempre,
perché
nella
nostra
vita
avremmo
potuto
amare
di
più.
Come
pensiamo
di
risolvere
tutto
con
la
preghiera?
Dove
sono
le
buone
azioni
e
i
fioretti?
Dobbiamo
fare
la
nostra
parte
d'amore
per
la
vita
spirituale,
come
il
coltivatore
deve
interrare
il
seme
per
avere
il
frutto.
L'atto
finale
che
fa
fare
il
salto
di
qualità
è
il
rispetto
dei
comandamenti.
San
Paolo
è
il
nostro
compagno
di
viaggio,
anche
lui
viveva
in
un
certo
modo
prima
di
convertirsi,
si
è
illuminato
quando
ha
perso
la
vista
sulla
via
di
Damasco,
mentre
prima
che
vedeva
era
cieco,
brancolava
nel
buio.
A
quale
san
Paolo
siamo
conformi?
Ci
rispecchiamo
nelle
sue
lettere?
Pensiamo
di
essere
rivestiti
del
carisma
di
profeti,
apostoli
e
maestri
solo
perché
preghiamo,
però
manchiamo
d’amore.
E
l’orazione
di
chi
ha
la
malignità
nel
cuore
non
vale
niente.
Non
siamo
umili
perché
cerchiamo
di
prevalere
sempre
sugli
altri,
anche
su
coloro
che
sono
meglio
di
noi.
L’avidità
insaziabile
di
imporci
nei
ragionamenti
ci
porta
a
commettere
errori
clamorosi.
Se
ci
sentiamo
bravi
abbiamo
l'orgoglio,
la
superbia,
la
presunzione
e
la
perversione
dei
superbi
è
di
non
dire
la
verità.
Smettiamola
di
illuderci,
il
vero
cristiano
si
educa
nella
parola
di
Dio
che
non
può
essere
sostituita
da
nessun
altro
comportamento,
solo
da
essa
si
attinge
il
bene.
Una
cosa
è
pregare,
un'altra
è
ubbidire
al
Maestro,
non
credere
in
Gesù
non
vuol
dire
rifiutarlo
ma
non
fare
quello
che
ci
ha
rivelato.
L'uomo
non
va
lasciato
libero
alle
sue
ispirazioni
perché
non
vengono
dalla
sorgente
limpida
della
parola
di
Dio
(1Giov
4).
Da
esse
sono
nati
molti
falsi
profeti
e
anche
tanti
movimenti
religiosi
che
sostengono
ideologie
diverse,
tutte
in
nome
del
Signore.
Chi
è
formato
sulla
Parola
sa
come
comportarsi
in
tutte
le
situazioni
della
vita,
mentre
quello
che
non
la
conosce
vuole
imporre
la
sua
ispirazione
o
ideologia.
Magari
si
permette
di
criticare
un
prete
perché
non
lo
vede
con
la
corona
del
Rosario
in
mano.
Abbiamo
spogliato
il
sacerdote
del
suo
magistero
e
costretto
la
Chiesa
a
snaturarsi
per
venirci
incontro
in
certe
situazioni…
Non
scoraggiamoci
mai
dal
fare
il
bene,
anche
se
nel
nostro
ambiente
viviamo
una
desolazione,
una
ingiustizia
e
una
solitudine
che
è
devastante.
Non
lasciamoci
provocare
e
accettiamo
anche
la
perfidia
dei
nostri
cari,
il
mondo
è
sostenuto
da
pochi
coraggiosi.
Dobbiamo
recuperare
la
credibilità
cristiana
facendo
anche
la
parte
degli
altri,
amando
chi
dovremmo
odiare,
chiedendo
scusa
pur
avendo
ragione.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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