I
veri
cristiani
non
si
fanno
sorprendere
da
niente,
le
cose
del
Signore
vengono
in
evidenza
giorno
dopo
giorno,
come
un
seme
che
nel
tempo
produce
i
frutti.
Maria
Santissima
educava
gli
apostoli
nel
Cenacolo
alla
nuova
evangelizzazione
e
ora
lo
sta
facendo
con
noi.
Li
ha
portati
a
vestirsi
dei
panni
di
suo
figlio
Gesù
affinché
parlassero
con
un
unico
linguaggio,
sebbene
con
modalità
diverse,
tutto
simile
al
suo
divino
Maestro.
Con
la
sua
semplicità
Maria
ha
riempito
gli
apostoli
della
sua
virtù,
della
dolcezza
e
dell'obbedienza,
poi
hanno
evangelizzato
il
mondo
proclamando
la
verità,
senza
adeguarsi
alle
abitudini
dei
popoli.
È
Dio
che
attira
tutti
a
sé,
perché
vogliamo
cercare
di
convincere
gli
altri?
Parlavano
di
Gesù
non
come
un
Dio
miracoloso,
ma
come
Colui
che
è
sceso
sulla
terra
facendo
una
vita
semplice,
spogliato
della
sua
divinità.
Essa
è
troppo
forte
per
noi,
non
ci
deve
confondere
e
far
diventare
dei
superuomini
con
la
lingua…
Se
parliamo
troppo
della
sua
soprannaturalità
finiamo
per
farne
la
nostra
icona.
Perciò
il
Maestro
non
l’ha
mai
messa
in
pubblico,
nemmeno
davanti
al
Sinedrio,
e
non
voleva
che
se
ne
parlasse.
Come
cristiani
poniamoci
con
una
sola
voce,
unanimi
e
conformi
nel
parlare,
legati
da
una
dolce
amicizia,
così
non
creeremo
confusione.
Maria
Santissima
riesce
a
superare
tutte
le
situazioni,
anche
le
più
imprevedibili,
con
un
dolce
sorriso
appena
pronunciato,
con
una
dolce
amicizia
e
senza
proferir
parola,
come
se
volesse
dirci
che
Dio
è
con
noi.
Non
ha
mai
poggiato
la
sua
maestria
rivelandoci
i
fatti
di
cronaca,
perché
noi
vogliamo
acculturarci
su
di
essi?
Gesù
parlava
il
nostro
linguaggio,
mai
si
è
proposto
con
autorità
e
veemenza,
mai
si
è
scandalizzato
dei
difetti
altrui,
si
è
inalberato
solo
davanti
agli
ipocriti,
a
coloro
che
pensavano
di
essere
i
migliori.
Non
usava
la
sua
autorità
per
la
propria
vanità,
ma
per
la
carità
fraterna.
Quanti
sono
gli
ipocriti
e
i
giusti
nelle
nostre
parrocchie?
Il
comportamento
dell'uomo
è
sempre
quello,
c'è
una
percentuale
alta
che
pensa
di
risolvere
i
problemi
attuali
cambiando
e
proponendo,
ma
più
nessuno
parla
di
Dio,
di
abbandonarsi
a
lui
e
di
recuperare
la
fede.
Esistono
solo
i
nostri
ragionamenti.
La
nostra
fede
è
nata
sulla
parola
di
Dio
non
sul
Rosario,
quanti
parlano
del
Signore
come
si
conviene?
C'è
più
apostasia
nei
cristiani
che
nei
miscredenti
perché
si
vive
una
fede
artificiale,
miracolistica;
non
siamo
chiamati
a
risolvere
i
problemi
esistenziali,
promettendo
cose
che
non
possiamo
garantire.
Quanti
di
noi
sono
disposti
a
rimetterci
del
proprio
pur
di
non
rovinare
i
rapporti
con
un
parente,
un
vicino,
un
collega?
Gli
interessi
e
l’avidità
hanno
rovinato
l’armonia
nelle
famiglie
e
tra
fratelli.
Gesù
parlava
agli
apostoli
con
dolcezza
e
amore,
limando
i
contrasti
che
c'erano,
ma
prima
di
tutto
ha
voluto
che
tra
di
loro
ci
fosse
una
dolce
amicizia.
È
un
sentimento
forte
che
quando
è
presente
consente
alle
grazie
di
scendere
copiose.
Il
Signore
si
aspetta
che
qualcuno
dimostri
questo.
Se
fossimo
legati
da
una
sana
e
dolce
amicizia
faremmo
di
tutto
per
salvare
un
amico
che
viene
massacrato,
invece
non
facciamo
niente
per
uno
che
viene
criticato.
Questa
è
avidità
spirituale,
perché
l'amicizia
viene
dallo
spirito.
Accettiamo
con
amore
colui
che
avremmo
motivo
di
odiare,
il
peggior
nemico
in
terra
è
il
migliore
amico
in
cielo,
come
possiamo
detestarlo?
Viviamo
di
più
per
il
premio
o
per
l'impedimento
al
premio?
La
persona
educata
e
intelligente
fa
trasparire
il
suo
disappunto
senza
offendere,
la
persona
ignorante
è
devastante,
inveisce,
urla,
sbraita,
minaccia
e
insulta
con
frasi
disgustose.
Chi
riesce
a
rimanere
zitto
sotto
la
più
pesante
delle
provocazioni,
a
essere
sereno
quando
dovrebbe
essere
disperato,
ad
amare
quando
dovrebbe
odiare?
Riusciamo
ad
accettare
l'ingiustizia
con
amore
(affidandoci
a
Dio)
e
a
proporre
la
giustizia
amabile
così
da
non
portare
contrasti?
La
carità
unita
alla
credibilità
cristiana
è
micidiale,
non
c'è
cosa
più
forte
per
distruggere
il
male.
Tacere
quando
bisognerebbe
parlare
non
significa
che
la
cosa
finisce
lì,
ma
il
chiarimento
può
essere
fatto
il
giorno
dopo
quando
tutto
è
tranquillo,
magari
con
una
terza
persona
che
ha
visto
tutto:
non
dobbiamo
avere
paura
di
guardare
in
faccia
chi
si
è
comportato
male,
altrimenti
aumentiamo
la
sua
baldanza
e
arroganza.
In
ogni
passaggio
della
vita
di
Gesù
e
Maria
era
emblematica
questa
risposta:
tu
ama
.
Dobbiamo
accettare
quello
che
la
mente
non
accetterebbe
mai.
Abbiamo
una
dolce
amicizia
o
condividiamo
complotti
e
intrighi?
Chi
ha
Dio
nel
cuore
ha
la
libertà,
pensa
solamente
bene,
non
dubita
del
fratello.
Quando
uno
denuncia
il
fratello
infanga
la
propria
anima,
anche
oggi
noi
per
simpatia
condanniamo
gli
innocenti
e
assolviamo
Barabba.
Se
abbiamo
problemi
parliamo
in
modo
triste
e
angosciante,
invece
dovremmo
parlare
sempre
in
modo
sereno.
La
Madonna
si
aspetta
una
risposta
da
parte
nostra,
che
sappiamo
accettare
la
croce
con
più
dignità
e
coraggio,
come
ha
fatto
Gesù.
Non
provochiamo
il
nostro
fratello
e
non
mettiamolo
nella
condizione
di
dover
accettare
altre
ingiustizie
con
le
nostre
critiche,
difendiamo
invece
la
sua
posizione
precaria,
sosteniamo
la
sua
sofferenza
che
non
conosciamo.
Prima
di
parlare
in
nome
di
Dio,
accettiamo
la
sorte
poco
gradevole
che
è
toccata
ad
ogni strumento del Signore, senza lamentarci e senza chiederci il perché. Ci renderemo conto che Dio è con noi.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
La dolce amicizia
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