Dopo
aver
fatto
tanta
pratica
e
tanta
grammatica,
il
Signore
si
aspetta
da
noi
che
aumentiamo
la
fede.
Ma
prima
di
tutto
dobbiamo
capire
quale
sentimento
abbiamo
nel
profondo
del
nostro
cuore,
perché
da
lì
arriva
alla
mente
e
poi
diventa
concretezza
con
la
nostra
disponibilità.
Siamo
sicuri
che
la
nostra
fede
sia
di
primissimo
livello?
Quando
c'è
un
animale
ferito
si
avventano
su
di
esso
le
peggiori
specie
per
straziarne
le
carni
e
finirlo:
sciacalli,
avvoltoi,
iene,
serpenti.
Se
uno
ci
paragona
a
questi
animali
non
ci
fa
un
complimento,
vuol
dire
che
siamo
della
peggior
specie
umana.
Le
persone
che
si
accaniscono
contro
uno
che
sbaglia
ed
è
già
in
difficoltà,
sono
come
quegli
animali.
Come
possono
piacere
a
Dio?
Sugli
animali
feriti
non
si
accaniscono
i
cigni
e
gli
agnelli,
ma
la
peggior
specie.
Noi
facciamo
questa
figura
quando
critichiamo
un'altra
persona
e
ne
troviamo
tanti
che
ci
seguono;
così
non
conosceremo
mai
la
perfetta
letizia.
Le
persone
che
lavorano
in
modo
ambiguo
e
hanno
la
malignità
nel
cuore,
sono
la
peggior
specie
umana.
Il
Signore
si
sdegna
quando
noi
infieriamo
su
uno
che
è
già
morto,
che
ha
commesso
un
errore
perché
Dio
aveva
tolto
la
sua
protezione.
Preghiamo
il
Signore
di
non
farci
provare
quell'esperienza,
altrimenti
capiremo
quanto
abbiamo
mancato.
Carità
e
amore
non
è
farci
il
sorriso
quando
ci
vediamo
o
raccogliere
la
confidenza
per
gestire
l'altro,
ma
essere
solidali
con
chi
sbaglia,
con
Caino.
Il
paragone
della
peggior
specie
animale
si
ripercuote
sulla
peggior
specie
umana,
che
fa
ancora
più
ribrezzo
nel
vederla
in
prima
linea
quando
c’è
da
andare
a
pregare.
Che
orrore
vedere
uno
sciacallo
con
la
corona
del
rosario
in
mano!
Ecco
perché,
per
assurdo,
il
miglior
modo
di
pregare
è
quello
di
non
pregare.
Quante
volte
abbiamo
“sciacallato”
sulla
vita
dei
nostri
“amici”?
Quante
volte
abbiamo
affidato
il
difetto
di
un
altro,
a
una
persona
portatore
di
calunnie?
Non
dobbiamo
più
cadere
nelle
trappole
sataniche,
perché
il
male
fa
di
tutto
per
farci
diventare
disgustosi
davanti
agli
occhi
di
Dio.
Vogliamo
essere
la
migliore
specie
umana
o
la
peggiore?
Se
uno
di
noi
riesce
a
scoprire
la
grazia
del
Signore,
porterà
con
sé
una
moltitudine
di
persone.
Raccogliamo
questi
suggerimenti
senza
spirito
di
polemica, perché possono essere usati in senso contrario da chi ha nel cuore la malignità.
CHI FACCIAMO ENTRARE IN CASA?
Noi
pensiamo
che
le
maledizioni
verso
una
famiglia
nella
quale
succedono
cose
disdicevoli
e
tristi,
siano
causate
da
alcuni
elementi
che
possediamo,
da
fatture.
Certo
ci
sono
anche
quelle,
ma
chi
le
porta?
Non
quelli
che
pensiamo
noi.
Le
maledizioni
o
le
benedizioni
le
portiamo
noi.
Se
lasciamo
entrare
in
casa
nostra
una
persona
che
dice
male
di
un'altra,
maledice
la
nostra
casa.
Maledire
significa
dire
male,
è
semplice
maledire.
Nessuno
ci
dà
questa
autorità
e
neanche
il
Signore,
che
ci
ha
detto
di
non
uccidere
Caino,
ce
lo
permette.
Non
apriamo
mai
la
porta
a
uno
che
viene
in
casa
a
portare
diffamazione
di
un
nostro
fratello,
anche
se
quello
ha
fatto
la
cosa
peggiore.
Per
prudenza
non
permettiamolo
mai
perché
inconsapevolmente
siamo
complici,
è
contro
la
nostra
fede.
Al
contrario
se
andiamo
a
dire
bene,
benediciamo.
I
nostri
avi
temevano
il
chiacchiericcio
e
la
calunnia
che
altre
persone
portavano:
quando
ce
n'era
uno
che
parlava
male
non
lo
facevano
entrare
in
casa.
Erano
saggi
i
nostri
“vecchi”,
molto
saggi,
sapevano
le
regole
del
gioco.
Parliamo
di
tutto
ma
non
parliamo
mai
male
di
nessuno,
perché
è
facile
cambiare
la
vita
di
un
uomo
che non ha né colpa né pena.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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