Se
qualcuno
dice
una
parola
sbagliata
ci
rimane
in
mente
per
tanto
tempo,
mentre
dimentichiamo
quelle
giuste.
Sappiamo
ricordare
ai
nostri
figli
chi
ci
deve
dei
soldi,
ma
non
dire
le
verità
di
fede
e
se
ci
chiedono
qualcosa,
improvvisiamo
perché
siamo
allo
sbando.
Ci
siamo
lasciati
sfuggire
le
parole
meravigliose
che
ci
hanno
detto
i
nostri
parroci
e
ricordiamo
soltanto
qualche
loro
piccolo
difetto.
Vogliamo
formarci
sulla
verità
di
Dio
o
sulla
polemica?
Anche
dei
Papi
abbiamo
presente
solo
alcuni
gesti
suggestivi
come
il
discorso
della
luna
di
Giovanni
XXIII,
ma
non
siamo
a
conoscenza
delle
encicliche,
le
guide
spirituali
della
nostra
vita
che
hanno
scritto
con
tanta
fatica.
Ignoriamo
le
loro
parole,
ma
ricordiamo
le
rivelazioni
private.
E
veniamo
a
criticare
i
sacerdoti?
Se
sapessimo
leggere
nel
modo
giusto
ciò
che
hanno
lasciato
i
nostri
direttori
spirituali
per
eccellenza,
i
Papi,
potremmo
capovolgere
la
nostra
esistenza.
Senza
la
carità
e
l’amore,
principio
della
fede
cristiana,
il
nostro
modo
di
vivere
è
tutto
una
farsa;
ecco
perché
è
scritto:
"più
fallace
di
ogni
altra
cosa
è
il
cuore
e
difficilmente
guaribile
…
Il
Signore
scruta
la
mente
e
saggia
il
cuore
per
rendere
ad
ognuno
secondo
la
sua
condotta
"
(Ger.
17,9-10)
.
Come
può
fidarsi
di
noi?
Cosa
ci
meritiamo
oltre
alla
sua
misericordia?
Senza
rendercene
conto
siamo
caduti
in
un
letargo
immenso
e
se
non
fosse
per
i
meriti
infiniti
di
Maria
SS.
le
nostre
preghiere
non
si
alzerebbero
di
1
cm.
da
terra.
E’
vero,
se
anche
vedessimo
un
morto
risuscitare
non
crederemmo
ugualmente,
poiché
abbiamo
avuto
tanti
segni
(il
più
grande
è
l’uomo
),
ma
non
è
rimasto
niente
nella
nostra
testa.
Orgoglio,
presunzione
e
superbia,
ci
fanno
restare
sempre
fermi
allo
stesso
punto
e
anche
dopo
tante
preghiere,
ricordiamo
di
più
una
parola
che
disgrega.
Così
non
aumenta
la
fede,
ma
il
delirio
spirituale,
altrimenti
i
nostri
doni
sarebbero
amore,
gioia,
pace,
pazienza,
benevolenza,
bontà,
fedeltà,
mitezza,
dominio
di
sé.
Sappiamo
creare
solo
“plotoni
d'esecuzione”
con
le
nostre
critiche
e
quando
vogliamo
difenderci
dalle
ingiustizie,
diciamo
parole
sbagliate
verso
gli
altri.
Tutte
le
generazioni
passate
hanno
ingenuamente
commesso
quell'errore
provocando
l’eliminazione
dei
veri
valori
della
vita
in
nome
della
modernizzazione;
in
pochi
si
sono
soffermati
a
dire:
"mi
deve
rimanere
in
mente
ciò
che
edifica
e
costruisce,
non
ciò
che
disunisce".
Dimentichiamo
quello
che
il
Signore
ci
dice
attraverso
i
suoi
servi,
ma
ci
rimangono
in
mente
le
parole
sbagliate
dei
nostri
fratelli,
così
cresce
il
livore,
la
rabbia,
la
voglia
di
vendetta
e
la
voglia
del
ragionamento.
Cresce
la
voglia
dell'uomo,
ma
non
quella
di
Dio.
C'è
anche
una
carità
orgogliosa
e
vanitosa
(vestita
con
lo
smoking),
quella
dell'elemosina,
ma
verso
Dio
non
siamo
caritatevoli,
non
sappiamo
neanche
contenere
quello
che
lui
ci
rivela.
Nonostante
tutto
il
Signore
ha
ancora
fiducia
di
noi,
non
ha
perso
la
pazienza
come
avremmo
fatto
noi
al
suo
posto,
aspetta
che
qualcuno
riesca
a
capire.
Il
nostro
cuore
è
ingannevole
e
difficilmente
guaribile
perché
inconsciamente
desideriamo
ricordarci
di
mammona,
quello
è
più
necessario
nella
vita
terrena.
Se
fossimo
investiti
di
una
ricchezza,
saremmo
peggio
degli
altri,
ci
aggrapperemmo
ad
essa
perché
l'abbiamo
nel
cuore,
non
la
condivideremmo
con
i
nostri
fratelli.
Incredibilmente
più
vogliamo
conoscere
e
istruirci,
più
ci
svuotiamo
della
vera
fede,
mentre
veniamo
formati
quando
ci
dimentichiamo
di
noi
stessi
per
far
felici
gli
altri,
soprattutto
chi
ci
vive
accanto.
Molte
volte
siamo
“separati
in
casa”
e
ci
mostriamo
disponibili
con
chi
non
conosciamo.
Quando
si
crea
un
attrito
è
sempre
colpa
di
tutti,
perché
ciascuno
difende
la
sua
verità,
ma
quella
che
dobbiamo
sostenere
è
la
carità
vicendevole,
non
la
ragione.
Perciò,
fra
due
persone,
se
uno
si
sottomette
non
nascerà
mai
un
dissidio
(un
bel
giorno
l'altro
capirà...).
Ci
dice
forse
il
Signore
che
dobbiamo
avvalerci
di
certe
facoltà
per
decidere
ciò
che
è
giusto
o
sbagliato?
Oppure
non
ci
va
bene
quello
che
va
contro
il
nostro
orgoglio?
E’
con
l'amore
che
si
recupera
tutto,
sottomettendoci
alla
prepotenza
degli
altri,
per
servire,
non
per
farci
servire.
Il
Signore
ce
lo
chiede
apposta
perché
non
è
facile;
se
ha
detto
di
non
uccidere
Caino,
come
può
dirci
(magari
attraverso
rivelazioni
private)
di
giudicare
e
condannare
gli
altri?
Ha
permesso
a
suo
Figlio
di
morire
in
croce
solo
perché
l'uomo
l’ha
condannato;
è
una
profanazione
pensare
che
era
destino
così,
un
peccato
grave
che
nessuno
confessa.
Non
sappiamo
come
poteva
essere
il
mondo
se
Gesù
fosse
rimasto
in
vita.
Quando
sentiamo
uno
che
critica
il
fratello
e
non
usa
parole
conforme
all’amore,
alziamoci
e
usciamo
sdegnati.
Così
si
serve
il
Signore,
non
si
dà
fiato
alle
trombe,
perché
poi
siamo
tutti
bravi
a
unirci
a
un
certo
tipo
di
discorso;
saremmo
graditi
a
Dio
e
sgraditi
a
coloro
che
ci
sono
vicini
in
quel
momento.
Non
bisogna
condividere
niente
di
ciò
che
non
è
scritto
sul
Vangelo
per
non
annullare
la
fede,
un
fatto
misterioso,
invisibile,
non
scientifico.
Fare
la
volontà
del
Padre
significa
anche
ascoltare
la
sua
parola
attraverso
i
suoi
strumenti,
che
lui
solo
giustifica
perché
li
prova
in
un
modo
umanamente
non
logico.
Chi
avrebbe
mai
detto
che
Bernadette
era
attendibile
quando
si
metteva
la
terra
sul
viso?
Ce
ne
sono
tante
di
queste
storie
che
si
ripetono,
ma
la
gente
dimostra
di
non
saperne
niente.
Se
la
mente
è
piena
della
parte
peggiore,
quella
migliore
non
può
entrare:
facciamo
di
tutto
per
eliminare
questo
terribile
“marchingegno”,
quest’offesa
verso
il
Signore
che
ci
impedisce
di
ricevere
la
sua
grazia,
sennò
finiremo
col
diventare
rappresentanti
di
ciò
che ci rimane nella testa, dell’emozione, delle cose che distruggono, non dell’amore.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
L'insulto della nostra mente
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)
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