Per   noi   è   meglio   essere   radice   che   ramo,   perché   diventiamo   invisibili.   Specialmente   nel   tempo   di   Quaresima,   il   Signore   ci invita   a   digiunare   senza   farci   vedere   da   nessuno,   per   non   cercare   gloria   dagli   uomini   ed   essere   premiati   da   Dio.   La   vera natura   e   la   responsabilità   di   noi   cristiani   è   quella   di   essere   radici,   non   rami   o   foglie.      Purtroppo   abbiamo   perso   la   nostra matrice,   la   nostra   immatricolazione,   perché   siamo   quei   rami   che   sono   sbattuti   dal   vento   a   destra   e   a   sinistra,   esposti   ai cambiamenti   umorali.   Noi   potremmo   diventare   radice   per   sorreggere   l’Italia   ed   espiare   coloro   che   senza   alcun   diritto   e inconsapevolmente   la   profanano.   Se   avessimo   nell’animo   la   radice   della   nostra   fede,   potremmo   essere   sempre   operosi   e vigilanti   anche   quando   dormiamo,   perché   il   nostro   cuore   lo   farebbe   per   conto   nostro.   Con   quel   sentimento   e   quello spirito   potremmo   pregare   mentre   ci   assopiamo   e   riposiamo,   perché   il   nostro   cuore   é   come   la   radice   che   lavora   in continuazione.   Cerchiamo   di   non   porci   dei   limiti,   ma   di   essere   convinti   e   decisi   a   fare   questa   esperienza,   perché   al   di   non   c'è   più   nessuna   realtà   se   non   quella   di   abbandonare   Dio.   Coloro   che   vogliono   ottenere   qualcosa   dalla   vita   devono impegnarsi   e   fare   molte   rinunce,   così   per   diventare   servi   di   Dio   si   devono   superare   prove   durissime,   massacranti.   E’ inutile   lamentarsi   della   prova,   perché   chi   si   lamenta   non   la   supera.   La   prova   va   accettata   con   coraggio   e   con   la consapevolezza che il Signore non ci abbandonerà mai, anche se saremo calunniati e perseguitati. IL BELLO DI ESSERE RADICE La radice è potente ed energica, sostiene lo sviluppo di una pianta. La radice lavora in continuazione e non ha nessuna soddisfazione perché ha solo il buio intorno a sé. Non può neanche godere del calore del sole, dei profumi della primavera, delle delizie dell'atmosfera. È sola nell'umido, nel torbido e nel buio. Lavora senza sosta perché va sempre più in profondità. Non finisce mai di essere laboriosa giorno e notte. La radice non perde mai niente, è sempre viva e operosa anche d'inverno. I rami no, sono esposti ai cambiamenti atmosferici: in primavera fioriscono, in autunno perdono nel foglie, poi il freddo del gelo li intorbidisce.   Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma  
Rami o radici?
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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Per   noi   è   meglio   essere   radice   che   ramo,   perché diventiamo   invisibili.   Specialmente   nel   tempo   di Quaresima,   il   Signore   ci   invita   a   digiunare   senza farci   vedere   da   nessuno,   per   non   cercare   gloria dagli   uomini   ed   essere   premiati   da   Dio.   La   vera natura   e   la   responsabilità   di   noi   cristiani   è   quella di   essere   radici,   non   rami   o   foglie.      Purtroppo abbiamo    perso    la    nostra    matrice,    la    nostra immatricolazione,    perché    siamo    quei    rami    che sono   sbattuti   dal   vento   a   destra   e   a   sinistra, esposti   ai   cambiamenti   umorali.   Noi   potremmo diventare   radice   per   sorreggere   l’Italia   ed   espiare coloro        che        senza        alcun        diritto        e inconsapevolmente    la    profanano.    Se    avessimo nell’animo   la   radice   della   nostra   fede,   potremmo essere   sempre   operosi   e   vigilanti   anche   quando dormiamo,   perché   il   nostro   cuore   lo   farebbe   per conto    nostro.    Con    quel    sentimento    e    quello spirito   potremmo   pregare   mentre   ci   assopiamo   e riposiamo,    perché    il    nostro    cuore    é    come    la radice   che   lavora   in   continuazione.   Cerchiamo   di non   porci   dei   limiti,   ma   di   essere   convinti   e   decisi a   fare   questa   esperienza,   perché   al   di   là   non   c'è più   nessuna   realtà   se   non   quella   di   abbandonare Dio.   Coloro   che   vogliono   ottenere   qualcosa   dalla vita   devono   impegnarsi   e   fare   molte   rinunce,   così per   diventare   servi   di   Dio   si   devono   superare prove      durissime,      massacranti.      E’      inutile lamentarsi   della   prova,   perché   chi   si   lamenta   non la   supera.   La   prova   va   accettata   con   coraggio   e con    la    consapevolezza    che    il    Signore    non    ci abbandonerà   mai,   anche   se   saremo   calunniati   e perseguitati. IL BELLO DI ESSERE RADICE La radice è potente ed energica, sostiene lo sviluppo di una pianta. La radice lavora in continuazione e non ha nessuna soddisfazione perché ha solo il buio intorno a sé. Non può neanche godere del calore del sole, dei profumi della primavera, delle delizie dell'atmosfera. È sola nell'umido, nel torbido e nel buio. Lavora senza sosta perché va sempre più in profondità. Non finisce mai di essere laboriosa giorno e notte. La radice non perde mai niente, è sempre viva e operosa anche d'inverno. I rami no, sono esposti ai cambiamenti atmosferici: in primavera fioriscono, in autunno perdono nel foglie, poi il freddo del gelo li intorbidisce.

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