Chi
conosce
lo
stato
d'animo
di
Mosé
quando
ha
sentito
la
voce
di
Dio
sul
monte
Sinai?
Nel
Credo
diciamo
che
il
Figlio
è
stato
generato
ma
non
creato
dalla
stessa
sostanza
del
Padre:
qui
già
ci
perdiamo,
non
capiamo
più
nulla.
Cosa
sappiamo
della
natura
divina?
Se
potessimo
vedere
o
sentire
il
potere
di
Dio,
molta
della
nostra
arroganza
non
esisterebbe
più.
Solamente
perché
non
riusciamo
a
metabolizzare
questa
meraviglia,
ne
parliamo
come
se
fosse
un
addobbo
da
offrire
al
primo
che
incontriamo.
Dio
non
si
mercanteggia,
è
esigente,
non
ci
concede
replica:
è
un
sacrilegio
mostrarlo
agli
altri
come
un
fatto
di
cultura
.
Se
fossimo
scaltri
nel
cammino
spirituale
capiremmo
che
quello
che
pensiamo
sia
giusto
per
noi,
magari
non
lo
è
davanti
agli
occhi
del
Signore.
Perché
riveliamo
subito
ciò
che
ci
passa
per
la
mente?
Conosciamo
forse
come
è
stata
creata
la
terra?
Se
vediamo
qualcosa
su
Internet,
teniamocelo
per
noi,
non
abbiamo
fretta
di
diffonderlo.
Cosa
crediamo
di
avere
scoperto?
Nelle
cose
di
Dio,
invece
di
dire
quello
che
pensiamo,
pensiamo
a
quello
che
diciamo.
Il
concetto
è
molto
diverso.
Pensare
a
quello
che
si
dice
può
cambiare
l'assetto
della
nostra
vita
e
di
quelli
che
ci
vivono
a
fianco.
Solo
perché
abbiamo
un'infarinatura
su
certi
argomenti
e
andiamo
in
chiesa,
ci
permettiamo
di
aprire
bocca?
Così
più
parleremo
e
più
confonderemo.
Siamo
dissoluti,
abbiamo
un
cuore
fallace
che
non
guarisce
mai:
le
nostre
parole
inutili
a
livello
spirituale
sono
autentiche
profanazioni,
violano
il
secondo
comandamento
e
ci
svuotano
della
fede.
Maria
Santissima
ci
ha
lasciato
in
eredità
il
silenzio,
l'obbedienza
e
l'abbandono,
perché
non
ci
mettiamo
all'ascolto
della
parola
di
Dio,
invece
di
modificarne
la
sostanza?
Chi
di
noi
la
conosce?
È
solamente
"
pregate,
pregate,
pregate"
?
L'uomo
saggio
che
piace
molto
a
Dio,
pensa
a
quello
che
dice, mentre uno che parla a ruota libera finisce nel dimenticatoio.
LA CRISI DEL CORPO È ABBONDANZA PER L'ANIMA
Per
la
nostra
santificazione
il
Signore
non
si
è
dimenticato
niente,
ci
ha
dato
tutto
in
abbondanza
per
essere
suoi
testimoni.
Siamo
all'altezza
di
questa
responsabilità?
Chi
non
ha
le
carte
per
vincere,
bleffa,
ma
il
Signore
ad
ogni
cristiano
ha
dato
un
poker
d'assi
per
vincere
la
battaglia
della
vita.
In
realtà
ci
comportiamo
come
bambini,
sappiamo
solo
recitare
le
preghiere.
È
tutta
lì
la
nostra
vita
cristiana?
Ci
mettiamo
il
grembiulino
dell'asilo,
però
siamo
adulti
maliziosi
e
superbi.
Cosa
dirà
il
Signore
di
noi?
Quando
giudichiamo
e
critichiamo
cambiamo
l'asso
che
abbiamo,
con
un
due
di
spade.
Come
pensiamo
di
vincere
senza
mettere
l’amore
al
di
sopra
di
tutto?
Dobbiamo
bleffare
per
scendere
a
compromessi
con
la
natura
umana.
Quando
si
vogliono
cambiare
le
regole
del
gioco
poi
si
vedono
le
conseguenze.
In
giro
c'è
una
grande
disperazione
e
un
grande
malessere,
ma
se
fossimo
scaltri
capiremmo
che
questo
è
un
tempo
di
grazia.
Tutto
quello
che
adesso
bisogna
sopportare
non
è
una
condanna
di
Dio,
sono
errori
ancora
nostri
che
il
Signore
usa
per
espiare
i
peccati
del
mondo.
Non
pensiamo
solo
a
piangere,
guardiamo
l'altra
faccia
della
medaglia:
è
tempo
di
crisi
o
di
meraviglia?
Davanti
alle
prove
della
vita
ci
lamentiamo
perché
abbiamo
la
mente
piccola
e
la
lingua
lunga.
Con
il
cuore
duro
e
fallace,
possiamo
dire
tutte
le
novene
di
questo
mondo
che
il
Signore
non
si
impietosisce.
Dobbiamo
essere
contenti
quando
uno
ci
perseguita,
perché
va
tutto
a
nostro
vantaggio
e
ci
fortifica
nella
fede.
Tutte
quelle
cose
che
sono
motivo
di
disgregazione
sono
“quisquiglie”.
Invece
con
il
nostro
orgoglio
alteriamo
l'armonia
dell’ambiente
in
cui
viviamo,
alimentiamo
scontri
e
muri
di
separazione.
Se
Dio
è
con
noi
non
dobbiamo
temere
niente,
se
invece
ci
sono
dei
crolli
e
delle
sofferenze,
Dio
non
è
con
noi.
Il
Signore
mantiene
le
sue
promesse,
risolverà
i
nostri
problemi se saremo giusti.
IL SENSO DELLA MISURA
Di
solito
dopo
la
confessione
il
prete
per
penitenza
ci
fa
dire
un
Padre
Nostro.
Ma
questo
è
un
regalo,
un
ringraziamento.
Perché
mercanteggiamo
il
Signore
in
un
modo
così
superficiale?
Facciamo
il
contrario:
come
penitenza
potremmo
non
pregare
per
un
giorno
intero,
così
capiremmo
l'importanza
della
preghiera,
oppure
non
ricevere
per
una
volta
l'Eucarestia,
come
se
prendessimo
una
giornata
di
squalifica.
E
in
base
alla
gravità
del
peccato,
potremmo
aumentare
i
giorni
senza
preghiera
o
senza
Eucarestia.
Facciamo
pure
quello
che
dice
il
prete,
ma
quando
non
siamo
degni,
proviamo
a
sentire
la
mancanza
del
nutrimento
di
Dio.
Questa
è
penitenza.
Magari
ha
più
valore
di
quando
recitiamo
il
Rosario.
S
entiamoci
come
quell’invitato
a
nozze
che
non
aveva
l'abito
giusto,
perché
abbiamo
cambiato
l'asse
con
un
due.
Il
premio
promesso
è
così
grande
e
meraviglioso
che
dobbiamo
convincerci
di
fare
anche
la
nostra
parte su questa terra.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Pensa prima di parlare
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)
Monte Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono