Sembra
che
la
cosa
più
importante
sia
la
libertà
di
dire
quello
che
si
pensa.
Ma
la
parola
di
Dio
non
è
democrazia,
è
legge.
E
la
legge
non
va
discussa
e
svuotata
del
suo
significato.
In
ogni
ambiente
sociale
c'è
una
sobillazione,
una
tribolazione,
una
confusione
e
un
invidia
incredibile.
Anche
nelle
famiglie
ci
sono
ribellioni,
contrarietà,
scontri
verbale.
È
terribile!
Cosa
sta
succedendo?
Accade
questo
perché
pensiamo
di
avere
la
libertà
e
il
diritto
di
dire
tutto,
ma
davanti
al
Signore
non
c'è
il
diritto,
c'è
il
dovere.
A
noi
sembra
di
volerci
bene,
ma
non
è
così.
Addirittura
nei
luoghi
che
dovrebbero
essere
la
fonte
della
fede
come
le
parrocchie,
i
seminari,
i
conventi
e
in
Vaticano,
è
entrata
quella
brutta
abitudine
di
commentare
e
di
giudicare.
Uno
degli
elementi
che
ha
caratterizzato
gli
strumenti
del
Signore
è
l'obbedienza.
Con
essa
non
si
crea
la
base
nella
contrarietà
o
del
referendum,
tutto
accade
per
volontà
di
Dio.
Dove
c'è
una
discussione
non
si
forma
niente
in
nome
di
Dio,
non
dobbiamo
avere
il
desiderio
di
dire
anche
noi
la
nostra
per
sentirci
qualcuno.
Siamo
graditi
al
Signore
quando
lasciamo
parlare
gli
altri
e
siamo
concordi
nel
cammino,
unanimi
e
conformi
nelle
nostre
parole.
È
Dio
che
ci
dà
la
forza
di
resistere
ad
ogni
ingiustizia,
non
il
commento
o
il
discorso
da
salotto
.
Siamo
determinanti
per
realizzare
le
opere
del
Signore,
ma
non
avverrà
contro
la
nostra
volontà.
Ci
rendiamo
conto
che
tutto
quello
che
facciamo
va
contro
di
noi?
Non
si
sconfigge
il
diavolo
con
la
libertà
di
dire
quello
che
si
vuole.
È
di
ben
altra
fattura
la
sua
intelligenza
e
la
sua
furbizia.
Non
ci
fa
specie
che
in
ogni
posto
frequentato
dall'uomo
c'è
un
problema?
Persino
chi
abita
da
solo
si
arrabbia
con
se
stesso!
La
parola
di
Dio
è
pace,
amore,
gioia
piena.
La
riveliamo?
C'è
una
cosa
che
unisce
tutte
le
immagini
della
Madonna:
ha
la
bocca
chiusa
in
adorazione
del
Signore.
Se
ci
facessero
una
foto,
quante
volte
siamo
con
la
bocca
chiusa?
Il
Signore
non
ha
bisogno
delle
nostre
favole,
ma
delle
nostre
azioni.
Vivere
il
Vangelo
è
una
cosa
paradisiaca,
ci
fa
rendere
conto
che
non
abbiamo
bisogno
di
parlare,
fa
tutto
lo
Spirito
buono
che
trasmette
una
luce
e
una
verità
a
nostra
insaputa.
Siamo
all'altezza
di
rivelare
la
vera
parola
del
Signore
oppure
ci
sentiamo
messaggeri
o
veggenti?
Erano
più
intelligenti
le
persone
di
una
volta
pur
avendo
studiato
meno.
In
un'epoca
in
cui
non
c'era
niente,
inventavano
anche
quello
che
non
era
scritto
sui
libri,
ora
che
abbiamo
tutto,
portiamo
solo
confusione.
Il
Signore
non
vuole
la
nostra
ragione,
vuole
l'obbedienza.
Chi
obbedisce
riceverà
copiosamente
lo
Spirito
Santo
perché
dimostra
di
essere
terreno
fertile.
Esprime
l'umiltà.
Quello
che
sta
zitto
subisce
l'arroganza
e
la
prepotenza
di
chi
usa
tante
parole,
magari
sdolcinate
e
mielose
così
sembrano
più
credibili.
Quando
uno
si
ostina
sulle
sue
linee
è
per
dominare
l'altro,
è
come
un
animale
che
attacca
se
vede
la
paura
nell'altro.
Nulla
sostituisce
la
gioia
che
ci
mette
dentro
il
Signore,
chi
ha
la
sua
grazia
sta
bene
anche
sui
carboni
ardenti.
Colui
che
ha
Dio
nel
cuore
misura
le
proprie
parole:
siamo
disposti
a
tacere
anche
quando
abbiamo
ragione?
Gusta
meglio
la
vittoria
chi
sa
accettare
la
sconfitta,
cioè
la
vigliaccheria
altrui.
Non
a
caso
Maria
Santissima
e
gli
apostoli
principalmente
ci
insegnano
l'obbedienza
e
il
silenzio.
Molti
cristiani
dicono
che
non
riescono
a
osservare
i
comandamenti
perché
non
li
hanno
conosciuti,
non
sanno
che
cosa
è
la
fede
e
vivono
del
proprio
“
secondo
me
”.
Essi
non
sono
una
fustigazione
o
una
prigione,
ma
ci
fanno
vivere
felici
e
nella
libertà,
senza
dipendere
più
dalle
situazioni
che
ci
circondano.
Chi
li
rispetta
si
rende
conto
che
è
più
difficile
trasgredirli,
anche
tra
le
tentazioni
di
tutti
i
giorni.
Tante
problematiche
della
nostra
vita
sono
dovute
alle
nostre
scelte,
proviamo
a
vivere
i
comandamenti,
mettiamoci
in
gioco.
Dio
non
è
quello
che
pensiamo
noi,
non
servono
a
niente
le
nostre
illustrazioni,
chi
ce
l'ha
nel
cuore
sarà
invincibile,
non
è
sottomesso
alle
persone
che
incontra
e
non
sembra
vittima
di
tutti
i
sortilegi.
Come
l'avvocato
non
diventa
tale
in
due
giorni,
così
non
è
sufficiente
entrare
in
chiesa
per
dire
che
siamo
cristiani.
La
battaglia
più
dura
della
vita
è
quella
di
conservare
l'equilibrio
della
fede.
Non
possiamo
dire
”oggi
mi
sono
convertito”,
perché
dobbiamo
fare
i
conti
con
un
nemico
invisibile
che
in
tutti
modi
vuole
impedirci
di
far
entrare
Dio
nel
cuore.
Però
ci
lascia
pregare,
fare
digiuni
e
andare
a
messa.
Chi
l'ha
nel
cuore
non
giudica
nessuno
perché
si
sente
il
peggiore.
Altro
che
criticare
i
sacerdoti
quando
non
fanno
quello
che
diciamo
noi.
Essi
hanno
una
battaglia
più
dura
della
nostra
perché
il
male
fa
di
tutto
per
confondere
i
pastori,
mentre
le
pecorelle
si
confondono
tra
di
loro,
fanno
la
gara
a
chi
è
più
bravo
e
a
chi
prega
di
più.
E
si
escludono
a
vicenda...
Mai
un
cristiano
deve
permettersi
di
dire
una
parola
stonata.
La
parola
di
Dio
è
equilibrio
perfetto,
ci
rende
leggeri,
è
il
miglior
viatico
della
nostra
vita.
Perché
vogliamo
anteporre
la
nostra
opinione?
Chi
non
osserva
la
legge
è
contro la legge.
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