Come cristiani non dobbiamo accontentarci e riempirci di gloria solo perché non facciamo più quello che è scontato che non dobbiamo fare: non bestemmiare, non commettere adulterio, non rubare, non uccidere,… Non dobbiamo pensare di avere dei riconoscimenti, perché queste cose sono contrarie all'etica umana e sono perseguibili anche civilmente dalle nostre leggi terrene. Pertanto non c'è niente di eclatante a non farle, anzi non dobbiamo neanche prenderle in considerazione. Invece noi pensiamo che sia il traguardo massimo che dobbiamo raggiungere! E poi diciamo: "io non pecco più”, perché andiamo a messa e riceviamo la comunione… Che insulto, che offesa! Questo traguardo, come cristiani, non ci garantisce niente, mentre il fine della nostra vita è realizzare quello che Gesù ha ordinato: evangelizzare. Perchè ciò che Gesù ha detto agli apostoli, di evangelizzare tutte le genti e battezzarle nel nome della Santissima Trinità, riguarda tutta la Chiesa, riguarda tutti noi. Dobbiamo porre un rispetto ed una considerazione immensa a evangelizzare in nome della Chiesa e della Santissima Trinità, perché di questo dovremo rendere conto al Signore, visto che siamo stati creati e fatti cristiani con questo principio. Non pensiamo di evangelizzare l'Africa e di non essere di buon esempio con quello della porta accanto; cominciamo ad evangelizzare in casa nostra, con chi confina con il noi, con i nostri parenti, con chi abbiamo molti screzi e molti interessi personali. LA SOFFERENZA PIU’ GRANDE DI MARIA SANTISSIMA Se non sappiamo fare il nostro dovere di evangelizzare, rendiamo vano il sacrificio di tanti martiri che hanno versato il sangue per la Chiesa. Ma prima di tutto annulliamo quello che è stato il sacrificio, la sofferenza, e la croce del nostro Signore Gesù, che è morto per un motivo ben preciso: salvarci. Per quanti è servito un progetto così grande, voluto dal Padre per l'umanità? Per quanti è stato inutile? La sofferenza più grande di Maria Santissima è quella di vedere che il sacrificio che lei ha visto sotto i suoi occhi, suo Figlio sfigurato dalla cattiveria e dalla violenza umana, non è servito a come doveva servire. Vanificare la grande dimostrazione d'amore di Gesù, non dovrebbe più farci aprire bocca. I santi più si avvicinavano Dio e più si sentivano indegni, non solo per stessi, ma anche per i peccati degli altri, per le ingiustizie che il Signore vede rivolgersi verso di lui in continuazione, di generazione in generazione. Siamo così ingrati da non capire che non siamo solidali con il Signore, che non capiamo la sua sofferenza e quella che da tantissimo tempo ha sua Madre nel profondo del cuore. Soffrono perché vedono che un sacrificio così grande viene messo in secondo, terzo piano dall'uomo: " prima ci sono io, poi ci sono ancora io, poi c'è Dio" . Cosa diranno quei martiri che hanno dato la propria vita per difendere la verità di Dio? Quando alteriamo il contenuto della verità e stravolgiamo le beatitudini di Dio, manchiamo di rispetto anche a loro, a quella moltitudine di martiri che, versando il loro sangue, hanno purificato il mondo, salvandolo. Ma anche agli eremiti, alle suore di clausura, ai sacerdoti, ai religiosi, che fanno vita di ritiro per espiare tutto il male che si può fare nel mondo. Perché allora facciamo così fatica ad interiorizzare quello che deve essere il nostro dovere? QUEI PECCATI DI OMISSIONE CHE MAI ABBIAMO CONFESSATO Quanti di noi si sono accontentati di quello che riuscivano a fare e hanno commesso il peccato di omissione perché non hanno saputo fare quello che ci è stato indicato dal Signore? Oltre a questa missione, il Signore ci ha affidato i carismi necessari ed in abbondanza per ottenere un risultato meraviglioso: ci ha dato l'intelligenza, la sua legge (da cui niente si può togliere o aggiungere), ci ha insegnato a pregare, ci ha lasciato Maria SS. come guida e maestra. Cerchiamo di capire gli errori umani e la sofferenza della Madonna nel vedere che il sacrificio di suo figlio Gesù non ha dato il risultato che doveva dare, per raggiungere i nostri traguardi principali, senza perdere di vista i doveri e gli interessi che abbiamo nel nostro mondo sociale. Iniziamo a promuovere la verità e ad evangelizzare nel modo giusto partendo dai nostri familiari, facendo capire che la vera motivazione della preghiera è lodare e ringraziare il Signore per tutti i motivi che noi non conosciamo. Fidiamoci del Signore che conosce meglio di noi ciò di cui abbiamo bisogno: è scritto che chi si affiderà a Lui e dimostrerà di vivere come bisogna vivere, riceverà già qui sulla terra 100 volte di più. Dimostriamo affetto alla Madonna, dimostriamoci dispiaciuti perché l'uomo, in generale, non ha saputo fare la sua parte, ma ha addirittura promosso l'opposto di ciò che doveva promuovere, capovolgendo la sostanza della Parola di Dio. Confessiamo i peccati di omissione che ciascuno di noi ha fatto, perché non evangelizzare nella misura in cui ci è è possibile, è un peccato di omissione. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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Come cristiani non dobbiamo accontentarci e riempirci di gloria solo perché non facciamo più quello che è scontato che non dobbiamo fare: non bestemmiare, non commettere adulterio, non rubare, non uccidere,… Non dobbiamo pensare di avere dei riconoscimenti, perché queste cose sono contrarie all'etica umana e sono perseguibili anche civilmente dalle nostre leggi terrene. Pertanto non c'è niente di eclatante a non farle, anzi non dobbiamo neanche prenderle in considerazione. Invece noi pensiamo che sia il traguardo massimo che dobbiamo raggiungere! E poi diciamo: "io non pecco più”, perché andiamo a messa e riceviamo la comunione… Che insulto, che offesa! Questo traguardo, come cristiani, non ci garantisce niente, mentre il fine della nostra vita è realizzare quello che Gesù ha ordinato: evangelizzare. Perchè ciò che Gesù ha detto agli apostoli, di evangelizzare tutte le genti e battezzarle nel nome della Santissima Trinità, riguarda tutta la Chiesa, riguarda tutti noi. Dobbiamo porre un rispetto ed una considerazione immensa a evangelizzare in nome della Chiesa e della Santissima Trinità, perché di questo dovremo rendere conto al Signore, visto che siamo stati creati e fatti cristiani con questo principio. Non pensiamo di evangelizzare l'Africa e di non essere di buon esempio con quello della porta accanto; cominciamo ad evangelizzare in casa nostra, con chi confina con il noi, con i nostri parenti, con chi abbiamo molti screzi e molti interessi personali. LA SOFFERENZA PIU’ GRANDE DI MARIA SANTISSIMA Se non sappiamo fare il nostro dovere di evangelizzare, rendiamo vano il sacrificio di tanti martiri che hanno versato il sangue per la Chiesa. Ma prima di tutto annulliamo quello che è stato il sacrificio, la sofferenza, e la croce del nostro Signore Gesù, che è morto per un motivo ben preciso: salvarci. Per quanti è servito un progetto così grande, voluto dal Padre per l'umanità? Per quanti è stato inutile? La sofferenza più grande di Maria Santissima è quella di vedere che il sacrificio che lei ha visto sotto i suoi occhi, suo Figlio sfigurato dalla cattiveria e dalla violenza umana, non è servito a come doveva servire. Vanificare la grande dimostrazione d'amore di Gesù, non dovrebbe più farci aprire bocca. I santi più si avvicinavano Dio e più si sentivano indegni, non solo per stessi, ma anche per i peccati degli altri, per le ingiustizie che il Signore vede rivolgersi verso di lui in continuazione, di generazione in generazione. Siamo così ingrati da non capire che non siamo solidali con il Signore, che non capiamo la sua sofferenza e quella che da tantissimo tempo ha sua Madre nel profondo del cuore. Soffrono perché vedono che un sacrificio così grande viene messo in secondo, terzo piano dall'uomo: " prima ci sono io, poi ci sono ancora io, poi c'è Dio" . Cosa diranno quei martiri che hanno dato la propria vita per difendere la verità di Dio? Quando alteriamo il contenuto della verità e stravolgiamo le beatitudini di Dio, manchiamo di rispetto anche a loro, a quella moltitudine di martiri che, versando il loro sangue, hanno purificato il mondo, salvandolo. Ma anche agli eremiti, alle suore di clausura, ai sacerdoti, ai religiosi, che fanno vita di ritiro per espiare tutto il male che si può fare nel mondo. Perché allora facciamo così fatica ad interiorizzare quello che deve essere il nostro dovere? QUEI PECCATI DI OMISSIONE CHE MAI ABBIAMO CONFESSATO Quanti di noi si sono accontentati di quello che riuscivano a fare e hanno commesso il peccato di omissione perché non hanno saputo fare quello che ci è stato indicato dal Signore? Oltre a questa missione, il Signore ci ha affidato i carismi necessari ed in abbondanza per ottenere un risultato meraviglioso: ci ha dato l'intelligenza, la sua legge (da cui niente si può togliere o aggiungere), ci ha insegnato a pregare, ci ha lasciato Maria SS. come guida e maestra. Cerchiamo di capire gli errori umani e la sofferenza della Madonna nel vedere che il sacrificio di suo figlio Gesù non ha dato il risultato che doveva dare, per raggiungere i nostri traguardi principali, senza perdere di vista i doveri e gli interessi che abbiamo nel nostro mondo sociale. Iniziamo a promuovere la verità e ad evangelizzare nel modo giusto partendo dai nostri familiari, facendo capire che la vera motivazione della preghiera è lodare e ringraziare il Signore per tutti i motivi che noi non conosciamo. Fidiamoci del Signore che conosce meglio di noi ciò di cui abbiamo bisogno: è scritto che chi si affiderà a Lui e dimostrerà di vivere come bisogna vivere, riceverà già qui sulla terra 100 volte di più. Dimostriamo affetto alla Madonna, dimostriamoci dispiaciuti perché l'uomo, in generale, non ha saputo fare la sua parte, ma ha addirittura promosso l'opposto di ciò che doveva promuovere, capovolgendo la sostanza della Parola di Dio. Confessiamo i peccati di omissione che ciascuno di noi ha fatto, perché non evangelizzare nella misura in cui ci è è possibile, è un peccato di omissione.

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