È una provocazione, non è un'eresia, ma può servire per un esame di coscienza. Non è un invito a non pregare, ma a dare sostanza alla nostra preghiera, a renderla più gradita al Signore con la nostra vita. Nel momento in cui preghiamo si apre la porta del cielo: il Signore e la Madonna sono in contatto con noi, desiderano trasmetterci la verità, anche davanti ad un mondo così disordinato. E lo Spirito Santo scende, sperando che all'ultimo momento qualcuno si ravveda, ma poi ritorna in cielo senza posarsi su di noi, perché non trova il terreno fertile. Il problema è che facciamo l'esatto contrario di quello che il Signore ci ha insegnato. Più preghiamo e più critichiamo e giudichiamo. Che strano effetto che ci fa la preghiera, invece di renderci più dolci e amorevoli, ci fa diventare più duri verso gli altri. Vogliamo imporre quello che abbiamo conosciuto noi, con violenza e con prepotenza. Ma Gesù non si è imposto all’umanità con proclami e canti, con squilli di tromba” o con cortei che ne annunciavano la sua venuta: è sceso dal cielo con tanta dolcezza e semplicità, nel silenzio, nel mistero… Quando mai il Signore ci ha detto di andare a casa e di imporre la nostra linea con violenza agli altri? Accettiamo i nostri cari con più amore, anche nei loro errori. È sbagliato obbligare un familiare a cambiare vita e difendere a tutti i costi la verità che stiamo intravedendo. Se nostra moglie ci dice: "questa sera voglio andare a divertirmi", nostro malgrado dobbiamo assecondarla, e non dire: " no, perché stasera devi recitare il rosario con me" . Questa è violenza! Portiamola a divertirsi, che il giorno dopo dirà rosario con noi. Deve essere l’esempio di una vita corretta e sobria a recuperare gli altri. Se già in una famiglia ci sono problemi, almeno noi che siamo sul cammino di perfezione e di purificazione, dobbiamo trasmettere tutta quella bontà che il Signore ci dice trasmettere. Lo ha fatto lui, accettando tutti i mangioni, i beoni e i peccatori che incontrava nella sua vita, tranne gli ipocriti. Non meravigliamoci degli errori degli altri, perché le peggiori offese vengono da quelli che pensano di aver fatto il proprio dovere, solo per essere entrati in chiesa. Che peccato avere questa mentalità così distorta: pensare di eliminare tutti i nostri difetti e tutti i nostri peccati con una semplice preghiera. Siamo illusi dalle nostre preghiere, perché il Signore e la Madonna ci dicono di pregare... Ma loro ci dicono tante altre cose. È più giusto non pregare e rispettare veramente la parola del Signore, o pregare e non rispettare la legge di Dio? Inginocchiamoci davanti al Signore e diciamo: "Sono così misero e peccatore che non sono degno neanche di pregare. Vorrei tanto che la mia preghiera fosse genuina, pulita, giusta, ma non lo è Signore. Cosa devo fare? Mi dai la possibilità di pregarti anche nella mia indegnità?". Questo gesto ha un valore immenso davanti al Signore, il quale potrebbe riconoscere la nostra miseria e concederci di pregare, come fece per il pubblicano… Ricordiamoci che Dio aveva detto a Mosè di togliersi i sandali per proseguire sul Monte Sinai; ecco perché ci dobbiamo presentare davanti al Signore, prima di tutto col cuore contrito e umiliato. Imitiamo i santi che più si avvicinavano alla santità e più si sentivano indegni e peccatori. Così faremo di tutto per diventare meritevoli; se invece pensiamo che pregare ci fa diventare giusti, potremmo essere condannati dal nostro comportamento. PERCHE’ ALTERIAMO IL CONTENUTO DELLA BIBBIA? Perché quando leggiamo dalla stessa Bibbia la stessa parola di Dio, che ha per tutti lo stesso significato, la trasmettiamo ognuno in modo differente? Perché siamo così diversi l’uno dall’altro? Qui c'è qualcosa che non va; la stessa parola ci fa essere in contraddizione tra di noi. Le persone che aderiscono ad altre religioni e ad altre sette, trasmettono quei valori tutti allo stesso modo, nella stessa misura, non sbagliano di una virgola. Noi addirittura ne alteriamo il contenuto. Quella identica parola che leggiamo nella Bibbia, deve avere per tutti lo stesso significato, se siamo sostenuti dallo Spirito Santo; poi la possiamo trasmettere in base alla nostra cultura, al nostro carattere, a come ci esprimiamo. Ma non deve cambiare nella sostanza, perché si tratta della medesima rivelazione, tramandata dagli stessi profeti e dagli stessi apostoli. Se il professore ci un tema da svolgere, noi dobbiamo rimanere nella traccia, non possiamo trattare un altro argomento. Siamo totalmente sballati che non ci rendiamo conto di non essere neanche in tema, quando si tratta di trasmettere i valori cristiani. Dovremmo dare tutti lo stesso risultato, è un fatto matematico: 1 + 1 fa 2 e invece per noi potrebbe fare 11. Non riteniamoci esclusi da questi pericoli solo perché preghiamo e abbiamo la corona del rosario in mano! Ecco perché Gesù ha detto: ”non chi dice Signore Signore entrerà nel regno dei cieli…, le prostitute ci passeranno avanti…, io non ti conosco...”. Si salvi chi può! È fuori di dubbio che la preghiera e la Santa messa devono essere il nostro alimento quotidiano, è evidente la grazia e la forza che queste verità ci donano. Ma chi impedisce a noi di ragionare da uomini, di vedere la negatività e gli errori che ci sono tra noi. Se fossimo veri osservanti nella parola di Dio, quando leggiamo " alba", non dovremmo riferire che è " il tramonto", perché sono due significati diversi. Non dimostreremmo di essere fuori misura e confusi. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Il miglior modo di pregare è non pregare
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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È una provocazione, non è un'eresia, ma può servire per un esame di coscienza. Non è un invito a non pregare, ma a dare sostanza alla nostra preghiera, a renderla più gradita al Signore con la nostra vita. Nel momento in cui preghiamo si apre la porta del cielo: il Signore e la Madonna sono in contatto con noi, desiderano trasmetterci la verità, anche davanti ad un mondo così disordinato. E lo Spirito Santo scende, sperando che all'ultimo momento qualcuno si ravveda, ma poi ritorna in cielo senza posarsi su di noi, perché non trova il terreno fertile. Il problema è che facciamo l'esatto contrario di quello che il Signore ci ha insegnato. Più preghiamo e più critichiamo e giudichiamo. Che strano effetto che ci fa la preghiera, invece di renderci più dolci e amorevoli, ci fa diventare più duri verso gli altri. Vogliamo imporre quello che abbiamo conosciuto noi, con violenza e con prepotenza. Ma Gesù non si è imposto all’umanità con proclami e canti, con squilli di tromba” o con cortei che ne annunciavano la sua venuta: è sceso dal cielo con tanta dolcezza e semplicità, nel silenzio, nel mistero… Quando mai il Signore ci ha detto di andare a casa e di imporre la nostra linea con violenza agli altri? Accettiamo i nostri cari con più amore, anche nei loro errori. È sbagliato obbligare un familiare a cambiare vita e difendere a tutti i costi la verità che stiamo intravedendo. Se nostra moglie ci dice: "questa sera voglio andare a divertirmi", nostro malgrado dobbiamo assecondarla, e non dire: " no, perché stasera devi recitare il rosario con me" . Questa è violenza! Portiamola a divertirsi, che il giorno dopo dirà rosario con noi. Deve essere l’esempio di una vita corretta e sobria a recuperare gli altri. Se già in una famiglia ci sono problemi, almeno noi che siamo sul cammino di perfezione e di purificazione, dobbiamo trasmettere tutta quella bontà che il Signore ci dice trasmettere. Lo ha fatto lui, accettando tutti i mangioni, i beoni e i peccatori che incontrava nella sua vita, tranne gli ipocriti. Non meravigliamoci degli errori degli altri, perché le peggiori offese vengono da quelli che pensano di aver fatto il proprio dovere, solo per essere entrati in chiesa. Che peccato avere questa mentalità così distorta: pensare di eliminare tutti i nostri difetti e tutti i nostri peccati con una semplice preghiera. Siamo illusi dalle nostre preghiere, perché il Signore e la Madonna ci dicono di pregare... Ma loro ci dicono tante altre cose. È più giusto non pregare e rispettare veramente la parola del Signore, o pregare e non rispettare la legge di Dio? Inginocchiamoci davanti al Signore e diciamo: "Sono così misero e peccatore che non sono degno neanche di pregare. Vorrei tanto che la mia preghiera fosse genuina, pulita, giusta, ma non lo è Signore. Cosa devo fare? Mi dai la possibilità di pregarti anche nella mia indegnità?". Questo gesto ha un valore immenso davanti al Signore, il quale potrebbe riconoscere la nostra miseria e concederci di pregare, come fece per il pubblicano… Ricordiamoci che Dio aveva detto a Mosè di togliersi i sandali per proseguire sul Monte Sinai; ecco perché ci dobbiamo presentare davanti al Signore, prima di tutto col cuore contrito e umiliato. Imitiamo i santi che più si avvicinavano alla santità e più si sentivano indegni e peccatori. Così faremo di tutto per diventare meritevoli; se invece pensiamo che pregare ci fa diventare giusti, potremmo essere condannati dal nostro comportamento. PERCHE’ ALTERIAMO IL CONTENUTO DELLA BIBBIA? Perché quando leggiamo dalla stessa Bibbia la stessa parola di Dio, che ha per tutti lo stesso significato, la trasmettiamo ognuno in modo differente? Perché siamo così diversi l’uno dall’altro? Qui c'è qualcosa che non va; la stessa parola ci fa essere in contraddizione tra di noi. Le persone che aderiscono ad altre religioni e ad altre sette, trasmettono quei valori tutti allo stesso modo, nella stessa misura, non sbagliano di una virgola. Noi addirittura ne alteriamo il contenuto. Quella identica parola che leggiamo nella Bibbia, deve avere per tutti lo stesso significato, se siamo sostenuti dallo Spirito Santo; poi la possiamo trasmettere in base alla nostra cultura, al nostro carattere, a come ci esprimiamo. Ma non deve cambiare nella sostanza, perché si tratta della medesima rivelazione, tramandata dagli stessi profeti e dagli stessi apostoli. Se il professore ci un tema da svolgere, noi dobbiamo rimanere nella traccia, non possiamo trattare un altro argomento. Siamo totalmente sballati che non ci rendiamo conto di non essere neanche in tema, quando si tratta di trasmettere i valori cristiani. Dovremmo dare tutti lo stesso risultato, è un fatto matematico: 1 + 1 fa 2 e invece per noi potrebbe fare 11. Non riteniamoci esclusi da questi pericoli solo perché preghiamo e abbiamo la corona del rosario in mano! Ecco perché Gesù ha detto: ”non chi dice Signore Signore entrerà nel regno dei cieli…, le prostitute ci passeranno avanti…, io non ti conosco...”. Si salvi chi può! È fuori di dubbio che la preghiera e la Santa messa devono essere il nostro alimento quotidiano, è evidente la grazia e la forza che queste verità ci donano. Ma chi impedisce a noi di ragionare da uomini, di vedere la negatività e gli errori che ci sono tra noi. Se fossimo veri osservanti nella parola di Dio, quando leggiamo " alba", non dovremmo riferire che è " il tramonto", perché sono due significati diversi. Non dimostreremmo di essere fuori misura e confusi.

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I suggerimenti di Maria santissima sul monte Misma

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