© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul
monte Misma
Monte Misma -
Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono
L'Italia
ha
avuto
come
radice
cristiana
due
elementi
di
primissimo
livello,
i
migliori
maestri
che
la
Chiesa
abbia
conosciuto:
Pietro
e
Paolo.
Non
tutti
gli
apostoli
avevano
la
stessa
intensità
spirituale
e
noi
in
Italia
abbiamo
avuto
le
due
massime
espressioni
che
hanno
portato
dei
benefici
al
nostro
Paese
per
secoli
e
secoli.
Per
mezzo
del
sangue
versato
da
Pietro
e
Paolo
sono
nate
in
Italia
tantissime
vocazioni
come
in
nessun’altra
nazione.
Uno
Stato
così
piccolo
come
estensione
territoriale,
ha
esportato
migliaia
e
migliaia
di
sacerdoti
e
di
religiosi,
una
"materia
prima"
che
non
c'era
in
nessun
altro
popolo.
Il
Signore
ha
dato
all'Italia
una
misura
abbondante
di
segni
miracolosi,
ci
sono
stati
tantissimi
santi
e
sono
sorti
tanti
santuari
come
in
nessun'altra
parte
del
mondo.
Avevamo
valori
profondi
e
radicati
che
per
tanto
tempo
si
erano
diffusi
in
un
modo
totale.
Ma
l'Italia
non
ha
continuato
la
sua
vena
spirituale
degli
albori
come
Pietro
e
Paolo
ci
avevano
trasmesso.
Abbiamo
vanificati
i
loro
sacrifici.
Guardiamo
la
condizione
e
lo
stile
di
vita
che
sta
vivendo
il
Paese
prediletto
da
Dio.
Non
ci
sono
più
vocazioni
(c'è
l'importazione
da
altri
Stati)
perché
ci
siamo
svuotati
totalmente
della
nostra
caratteristica,
non
vogliamo
più
metterci
in
ossequio
e
in
rispetto
davanti
al
Signore.
Diminuisce
tutto:
l'intensità
spirituale,
la
serenità,
la
gioia
e
la
pace
che
i
nostri
padri
ci
avevano
dato.
Siamo
immersi
in
problemi
che
mai
avevamo
conosciuto
prima
e
che
altre
nazioni
avevano
conosciuto
perché
non
rispettavano
la
legge
del
Signore.
Sentiamoci
dispiaciuti
quantomeno
di
questa
situazione.
Dopo
tutto
quello
che
abbiamo
avuto
noi
italiani,
dovevamo
essere
“stra-santi”
e
invece
non
sappiamo
più
dove
andare
a
“sbattere
la
testa”:
finita
un'esperienza
ne
abbiamo
bisogno
subito
di
un’altra
perché
siamo
vuoti
dentro.
Cosa
vogliamo
dalla
vita
e
dal
Signore?
Vogliamo
essere
quel
popolo
che,
come
nel
Vecchio
Testamento,
dopo
aver
avuto
segni
ha
deluso
Dio
fino
a
meritarsi
il
castigo?
Ci
conviene
correre
questo
rischio?
Non
a
caso
l'Italia
è
stata
scelta
dove
porre
le
fondamenta
del
vicario
di
Cristo
e
quelle
fondamenta
hanno
benedetto
tutto
il
territorio.
Ma
abbiamo
disperso
un
potenziale
impressionante,
come
fiorivano
le
vocazioni
oggi
fioriscono
i
commenti
e
le
critiche
su
tutto.
Svuotiamo
ogni
valore
spirituale,
pagandone
le
conseguenze.
Ci
sono
ancora
i
santi,
ma
non
c'è
più
la
grazia
nella
nostra
nazione
perché
l'abbiamo
profanata
con
le
nostre leggi e le nostre abitudini.
SENTIRSI PEGGIORI DEGLI ALTRI
Ripartiamo
dall'inizio,
da
quell’origine,
ritorniamo
ad
avere
quel
senso
del
timor
di
Dio
che
non
abbiamo
più.
Quando
siamo
davanti
a
qualsiasi
situazione
sentiamoci
i
peggiori
,
che
è
il
modo
migliore
di
recuperare
ogni
valore
cristiano,
come
facevano
gli
apostoli
e
i
santi.
Invece
critichiamo
e
giudichiamo
perché
ci
sentiamo
superiori
agli
altri
e
pensiamo
di
essere
giusti.
Così
ci
svuotiamo
della
nostra
vera
natura
cristiana,
siamo
materialisti.
Dobbiamo
maturare
riflettendo
su
questi
passaggi.
Cosa
c'è
di
più
bello
che
piacere
al
Signore?
Lo
compiacerà
quella
persona
che
si
sente
più
misera
di
chi
ha
davanti!
Ad
alcuni
la
preghiera
fa
lo
strano
effetto
di
indurire
il
cuore.
Se
fosse
autentica
ci
farebbe
amare
intensamente
i
peggiori,
non
i
migliori,
perché
questi
ultimi
sono
già
nelle
mani
di
Dio.
Abbiamo
davanti
molto
terreno
da
recuperare
e
per
assurdo
non
dovremmo
più
chiedere
segni
perché
è
dimostrato
che
chi
ne
ha
avuto,
salvo
poche
eccezioni,
ha
deluso
e
tradito
di
più
Dio.
Ci
sono
tante
testimonianze
di
persone
che
sono
state
guarite
miracolosamente
e
sono
diventate
dei
grandissimi
peccatori.
Perché?
Quando
uno
è
toccato
dalla
grazia
di
Dio
non
dovrebbe
fare
il
contrario?
Ognuno
pensa
di
essere
la
verità
in
terra,
che
ha
il
diritto
di
intervenire
polemicamente
su
ogni
comportamento.
Se
avessimo
l'atteggiamento
dei
santi,
davanti
a
una
cosa
sbagliata
non
apriremmo
bocca
perché
ci
sentiremo
peggio
di
chi
l’ha
causata;
ci
chiuderemmo
in
quel
silenzio
che
tanto
il
Signore
gradisce.
I
santi
non
ridevano
sui
peccati
degli
altri,
soffrivano
perché
si
sentivano
peggiori
di
loro
ed
erano
così
stimolati
a
migliorare.
Ricordiamoci
che
non
è
l'acquisizione
della
conoscenza
delle
esperienze
altrui
che
aumenta
la
nostra
fede,
ma
è
la
sapienza
del
Signore
che
scende
nel
momento
in
cui
ci
prostriamo
davanti
a
lui
con
il
rispetto
totale,
come
merita.
Quando
daremo
la
nostra
volontà
al
Signore
vedremo
realizzarsi
in
noi,
grazie
allo
Spirito
Santo,
una
crescita
che
non
avremo
mai
conosciuto
prima.
Togliamo
quindi
gli
impedimenti
mentali
che
pian
piano,
di
generazione
in
generazione,
ci
hanno
fatto
perdere
la
grazia
che
Dio
ha
dato
all'Italia.
Se
vogliamo
recuperare
il
terreno
perduto,
sentiamoci
i
peggiori
e
non
meravigliamoci
del
comportamento
degli
altri
o
di
quel
personaggio
pubblico…
Sentiamoci
i
più
indegni
come
i
primi
servi
del
Signore
(San
Paolo
si
era
definito
il
più
infimo
),
non
come
un
fatto
esteriore,
ma
che
viene
dal
nostro
cuore.
Non
recitiamo
in
nome
di
Dio!
Diventiamo
esempi
credibili,
perché
troppi
non
confermano
ciò
che professano.