© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
La
Madonna
è
apparsa
a
Bernadette
nella
roccia
sospesa
nel
vuoto.
Davanti
a
questo
fatto
le
nostre
polemiche
non
avrebbero
ragione
di
esistere.
Invece
quando
giudichiamo
e
critichiamo
invitiamo
il
diavolo
a
casa
nostra.
Dovremmo
parlare
la
stessa
lingua
di
Maria
Santissima
(
Tu
ama
…)
accettando
la
sorte
peggiore,
l’umiliazione,
l’offesa.
Solo
così
possiamo
pretendere
la
grazia.
Il
Signore
conosce
le
persone
che
consideriamo
nemiche,
magari
ce
le
ha
messe
davanti
per
vedere
se
superiamo
la
prova
dell’amore.
Bernadette
e
i
tre
pastorelli
di
Fatima
hanno
avuto
tante
tribolazioni.
E
così
le
loro
famiglie.
Non
possiamo
rifiutare
il
Vangelo
e
il
Catechismo
per
fare
una
vita
secondo
i
nostri
vantaggi.
Il
cuore
immacolato
di
Maria
non
trionferà
eliminando
le
persone
negative
ma
facendo
vincere
l’amore.
I
suoi
occhi
sono
lo
specchio
dell’amore,
davanti
a
Lei
ci
sentiremmo
come
il
peggiore
dei
peccatori
senza
aver
commesso
nulla
e
con
il
disinteresse
al
male.
La
pratica
della
santificazione
passa
attraverso
l’accettazione
di
tribolazioni,
ingiustizie
e
sofferenze
subite
per
fare
star
bene
gli
altri.
Siano
questi
i
nostri
digiuni
e
non
quelli
del
cibo,
che
pure
giovano
alla
salute.
Per
diventare
cristiani
credibili
dobbiamo
superare
la
prova
del
Vangelo
quando
la
vita
ci
gira
le
spalle,
amando
i
nostri
nemici,
coloro
che
ci
fanno
avere
più
tesori
in
cielo
(la
pecorella
smarrita
è
un
caprone
inferocito).
La
parola
di
Dio
ci
dice
di
essere
felici
anche
quando
avremmo
tutte
le
ragioni
per
essere
disperati.
Soffriamo
perché
i
nostri
cari
non
vanno
in
chiesa?
Forse
siamo
noi
la
causa
se
li
consideriamo
un
ostacolo
al
nostro
cammino
spirituale.
Il
Signore
viene
ad
unire
le
famiglie
non
a
dividerle.
Vale
di
più
avere
un’armonia
in
casa
che
imporre
digiuni
e
astinenze
che
la
Chiesa
non
promuove.
Siamo
pronti
a
rinunciare
alle
nostre
pratiche
religiose
per
far
contento
il
nostro
coniuge
ed
essere
un
po’ più umani?
Luca
6,27-38:
“
Ma
a
voi
che
ascoltate,
io
dico:
Amate
i
vostri
nemici,
fate
del
bene
a
coloro
che
vi
odiano,
benedite
coloro
che
vi
maledicono,
pregate
per
coloro
che
vi
maltrattano.
A
chi
ti
percuote
sulla
guancia,
porgi
anche
l'altra;
a
chi
ti
leva
il
mantello,
non
rifiutare
la
tunica.
Dà
a
chiunque
ti
chiede
e
a
chi
prende
del
tuo,
non
richiederlo.
Ciò
che
volete
gli
uomini
facciano
a
voi,
anche
voi
fatelo
a
loro.
Se
amate
quelli
che
vi
amano,
che
merito
ne
avrete?
Anche
i
peccatori
fanno
lo
stesso.
E
se
fate
del
bene
a
coloro
che
vi
fanno
del
bene,
che
merito
ne
avrete?
Anche
i
peccatori
fanno
lo
stesso.
E
se
prestate
a
coloro
da
cui
sperate
ricevere,
che
merito
ne
avrete?
Anche
i
peccatori
concedono
prestiti
ai
peccatori
per
riceverne
altrettanto.
Amate
invece
i
vostri
nemici,
fate
del
bene
e
prestate
senza
sperarne
nulla,
e
il
vostro
premio
sarà
grande
e
sarete
figli
dell'Altissimo;
perché
egli
è
benevolo
verso
gl'ingrati
e
i
malvagi.
Siate
misericordiosi,
come
è
misericordioso
il
Padre
vostro.
Non
giudicate
e
non
sarete
giudicati;
non
condannate
e
non
sarete
condannati;
perdonate
e
vi
sarà
perdonato;
date
e
vi
sarà
dato;
una
buona
misura,
pigiata,
scossa
e
traboccante
vi
sarà
versata
nel
grembo,
perché
con
la
misura
con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio
.
DA CHE PARTE SIAMO?
La
parabola
del
figliol
prodigo
ci
mostra
due
categorie
di
persone:
i
dissoluti
che
sperperano
i
beni
dei
genitori
e
quelli
che
pensano
di
fare
qualcosa
in
più
per
rimarcarlo
davanti
agli
altri.
A
quale
categoria
apparteniamo?
Quante
volte
ci
siamo
lamentati
in
famiglia
o
al
lavoro
perché
non
siamo
stati
riconosciuti
come
avremmo
meritato?
Quanto
odio,
quanti
rinfacciamenti
e
quanti
discorsi
distorti
per
questi
motivi!
A
noi
non
manca
il
motivo
di
polemizzare
e
la
malignità
che
viene
dal
cuore.
Se
fossimo
veri
cristiani
proveremmo
gioia
ad
accogliere
un’anima
che
ritorna
a
Dio
non
gelosia.
Il
Vangelo
si
blocca
nella
storia
dei
due
fratelli,
non
sappiamo
come
è
andata
a
finire,
lascia
a
noi
la
sentenza.
Se
avessimo
Dio
nel
cuore
ci
dispiacerebbe
per
entrambi.
Nel
Vangelo
troviamo
altre
categorie
di
persone:
l’adultera,
i
farisei,
i
pubblicani.
Sicuramente
anche
i
farisei
hanno
fatto
qualcosa
di
buono
nella
vita.
Il
Signore
sarebbe
molto
contento
se
ci
sentissimo
un
po’
farisei
e
un
po’
pubblicani
,
non
di
essere
da
una
parte
o
dall’altra.
Specialmente
quelli
che
pregano
molto
e
vanno
ai
pellegrinaggi
sono
i
farisei
di
oggi,
quelli
che
un
tempo
Gesù
ha
ripreso
perché
pensavano
di
essere
i
più
bravi.
Chi
l’ha
detto
che
una
persona
che
va
in
chiesa
è
brava
e
una
che
non
ci
va
non
è
brava?
Gesù
ha
scacciato
quelli
che
entravano
nel
Tempio
e
Geremia
li
ammoniva.
Il
fariseo
si
sentiva
autorizzato
a
lapidare
l’adultera
che
non
si
comportava
secondo
la
legge
ebraica.
Noi
beneficiamo
dei
cambiamenti
che
ha
portato
Gesù
dal
Vecchio
Testamento,
se
dovessimo
ancora
sottostare
alla
legge
ebraica
quanti
di
noi
si
salverebbero?
Quante
persone
abbiamo
lapidato
e
massacrato
con
i
nostri
pregiudizi?
Tante
volte
è
meglio
prendere
un
ceffone.
Gesù
desidera
perdonare
il
peccato,
è
ben
contento
di
concederci
la
sua
misericordia,
ma
questo
non
vuol
dire
che
ci
incita
a
seguire
quella
condotta
di
vita.
Al
pubblicano
pentito
e
all’adultera
dice
di
non
peccare
più,
non
è
diventato
complice
di
una
condotta
di
vita
sbagliata.
Perché
dobbiamo
condannare
ed
escludere
quelli
che
non
si
comportano
come
noi?
Come
si
fa
a
dire,
magari
tra
coniugi,
che
uno
è
un
diavolo
e
l’altro
è
un
angelo?
Non
possiamo
piacere
al
Signore
se
non
amiamo.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul
monte Misma
Monte Misma -
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