In che misura siamo riconoscenti a Gesù per aver accettato la croce senza aver fatto niente di male? Quando subiamo un’offesa perdoniamo oppure è una dichiarazione di guerra che portiamo avanti nel tempo? Siamo più pronti ad accettare ingiustizia o vogliamo la giustizia per il nostro nemico? Il nostro peggior nemico è quello che ci fa ottenere più vantaggi in cielo e il nostro migliore amico è quello che ci fa ottenere più vantaggi in terra. Entrambi sono amici, quello che non è gradevole ci fa ottenere più interessi per l’eternità, quello che è gradevole invece ci subito il risultato sperato. Accettare l’ingiustizia è come investire per il futuro. La Madonna ci concede cento volte di più quando amiamo. Anche noi abbiamo sbagliato e fatto soffrire qualcuno. Quello che ci fa vincere tutte le battaglie è la gioia che Dio ci dà, non sono i riconoscimenti più grandi. Rallegriamoci quando diciamo di aver subito ogni sorta di ingiustizia, è la chiave che ci apre tutte le porte. Il nostro merito, se perdoniamo, sarà più alto. Il servo del Signore non è esente dalla croce, non dobbiamo aver paura ad accettare con amore quello che la ragione rifiuta. Ci dispiacciamo per la persona che ci offende perché vede aumentati i suoi peccati oppure ci offendiamo? STA LONTANO DAI CARISMATICI Giovanni Battista non parlava di come un carismatico, annunciava solo la parola di Dio. Così gli apostoli. Dove sono finiti tutti i carismatici che si sono susseguiti in questi anni? Essi promettevano una fede artificiale, non quella naturale che ci fa accettare i momenti difficili. Non si può ottenere la santità senza alcuno sforzo o semplicemente pregando. Siamo disposti a fare grandi sacrifici per ottenere traguardi umani, però andiamo a dire che non si può perdonare o rispettare i comandamenti. Perché non lo vogliamo. Sta lontano dai carismatici ”, queste parole Maria Santissima le ha incise nel cuore di Roberto come una pietra miliare. Tanti teologi hanno deviato dalla verità del Signore provocando scismi e divisioni, eppure erano i più preparati. La fede artificiale, come i frutti maturati senza i raggi del sole, ha un sapore diverso. I problemi si risolvono quando amiamo, perché poi è Dio che interviene a cambiare le cose. Molti sono i chiamati e pochi gli eletti, nulla è nell’uomo che non è toccato da Dio. Il demonio ha perso tutto per superbia e il delirio di onnipotenza. Perché andiamo in chiesa? Con che spirito ci andiamo? Siamo falsi, opportunisti e approfittatori? Pur mancando in un comandamento, può essere più corretto uno che non ci va. Non ci si santifica andando a messa, ma quando usciamo dalla chiesa. Si va a messa per ringraziare e lodare Dio, immolato per la nostra salvezza, non per dovere e nemmeno per una dipendenza psicologica. È un invito alle nozze dell’Agnello, cosa diamo noi in cambio? Con la nostra presenza dovremmo santificare la Chiesa, amando i nostri nemici, invece basta una piccola prova per farci cadere. Chiediamo al Signore perdono per i nostri errori, portiamogli sacrifici a beneficio di altre persone, come lui ci ha insegnato. Accettiamo anche il male che non abbiamo fatto. DIO PORTA A TERMINE QUELLO CHE HA DECISO La nostra è un’epoca artificiale, vuota di principi e di accettazione del magistero della Chiesa, che sta destabilizzando anche coloro che hanno ancora il timore di Dio. Il Signore non manda un castigo e poi viene a dire di pregare per attenuarlo. È un controsenso e il Vangelo non parla così. Quando ci sono stati il diluvio universale, la distruzione di Sodoma e Gomorra o le piaghe d’Egitto, le persone erano state preavvisate e non è stata richiesta la preghiera per eliminare il flagello. È un’eresia sostenere che la Madonna chiede preghiere per salvare il mondo. Dio è esigente e anche spietato nelle sue affermazioni, ha punito il popolo d’Israele che ha disobbedito dopo aver visto i suoi prodigi e ha impedito a Mosé di entrare nella terra promessa per aver dubitato. Molti cristiani oggi seguono le teorie legali dell’uomo come l’aborto e il divorzio, però sono errori che si pagano perché vanno contro la legge di Dio. La preghiera ha il suo valore ma non è quello che diamo noi, molti si stanno de-cristianizzando con essa perché non sanno amare e accettare l’ingiustizia, così reagiscono e fanno il gioco di Satana. Stiamo dando un’importanza primaria alle cose corruttibili del mondo e non a quelle incorruttibili di Dio. Ecco perché non siamo gioiosi quando accettiamo un’umiliazione o un’offesa, che sono sempre fonti di grandi grazie. Gioia che invece avevano i santi. Cerchiamo di guardarci dalle nostre opere e non da quelle degli altri che non conosciamo. Cerchiamo di fare di tutto affinché il Signore non prenda certe decisioni. E quando viene una problematica, una sofferenza o una condanna creata dall’uomo, non andiamo a dire che è colpa di Dio. Non dobbiamo lamentarci quando il Signore ci prova, lo fa per rafforzarci e non per castigarci. Sono i momenti difficili della nostra vita che ci hanno insegnato a vivere. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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In che misura siamo riconoscenti a Gesù per aver accettato la croce senza aver fatto niente di male? Quando subiamo un’offesa perdoniamo oppure è una dichiarazione di guerra che portiamo avanti nel tempo? Siamo più pronti ad accettare ingiustizia o vogliamo la giustizia per il nostro nemico? Il nostro peggior nemico è quello che ci fa ottenere più vantaggi in cielo e il nostro migliore amico è quello che ci fa ottenere più vantaggi in terra. Entrambi sono amici, quello che non è gradevole ci fa ottenere più interessi per l’eternità, quello che è gradevole invece ci subito il risultato sperato. Accettare l’ingiustizia è come investire per il futuro. La Madonna ci concede cento volte di più quando amiamo. Anche noi abbiamo sbagliato e fatto soffrire qualcuno. Quello che ci fa vincere tutte le battaglie è la gioia che Dio ci dà, non sono i riconoscimenti più grandi. Rallegriamoci quando diciamo di aver subito ogni sorta di ingiustizia, è la chiave che ci apre tutte le porte. Il nostro merito, se perdoniamo, sarà più alto. Il servo del Signore non è esente dalla croce, non dobbiamo aver paura ad accettare con amore quello che la ragione rifiuta. Ci dispiacciamo per la persona che ci offende perché vede aumentati i suoi peccati oppure ci offendiamo? STA LONTANO DAI CARISMATICI Giovanni Battista non parlava di come un carismatico, annunciava solo la parola di Dio. Così gli apostoli. Dove sono finiti tutti i carismatici che si sono susseguiti in questi anni? Essi promettevano una fede artificiale, non quella naturale che ci fa accettare i momenti difficili. Non si può ottenere la santità senza alcuno sforzo o semplicemente pregando. Siamo disposti a fare grandi sacrifici per ottenere traguardi umani, però andiamo a dire che non si può perdonare o rispettare i comandamenti. Perché non lo vogliamo. Sta lontano dai carismatici ”, queste parole Maria Santissima le ha incise nel cuore di Roberto come una pietra miliare. Tanti teologi hanno deviato dalla verità del Signore provocando scismi e divisioni, eppure erano i più preparati. La fede artificiale, come i frutti maturati senza i raggi del sole, ha un sapore diverso. I problemi si risolvono quando amiamo, perché poi è Dio che interviene a cambiare le cose. Molti sono i chiamati e pochi gli eletti, nulla è nell’uomo che non è toccato da Dio. Il demonio ha perso tutto per superbia e il delirio di onnipotenza. Perché andiamo in chiesa? Con che spirito ci andiamo? Siamo falsi, opportunisti e approfittatori? Pur mancando in un comandamento, può essere più corretto uno che non ci va. Non ci si santifica andando a messa, ma quando usciamo dalla chiesa. Si va a messa per ringraziare e lodare Dio, immolato per la nostra salvezza, non per dovere e nemmeno per una dipendenza psicologica. È un invito alle nozze dell’Agnello, cosa diamo noi in cambio? Con la nostra presenza dovremmo santificare la Chiesa, amando i nostri nemici, invece basta una piccola prova per farci cadere. Chiediamo al Signore perdono per i nostri errori, portiamogli sacrifici a beneficio di altre persone, come lui ci ha insegnato. Accettiamo anche il male che non abbiamo fatto. DIO PORTA A TERMINE QUELLO CHE HA DECISO La nostra è un’epoca artificiale, vuota di principi e di accettazione del magistero della Chiesa, che sta destabilizzando anche coloro che hanno ancora il timore di Dio. Il Signore non manda un castigo e poi viene a dire di pregare per attenuarlo. È un controsenso e il Vangelo non parla così. Quando ci sono stati il diluvio universale, la distruzione di Sodoma e Gomorra o le piaghe d’Egitto, le persone erano state preavvisate e non è stata richiesta la preghiera per eliminare il flagello. È un’eresia sostenere che la Madonna chiede preghiere per salvare il mondo. Dio è esigente e anche spietato nelle sue affermazioni, ha punito il popolo d’Israele che ha disobbedito dopo aver visto i suoi prodigi e ha impedito a Mosé di entrare nella terra promessa per aver dubitato. Molti cristiani oggi seguono le teorie legali dell’uomo come l’aborto e il divorzio, però sono errori che si pagano perché vanno contro la legge di Dio. La preghiera ha il suo valore ma non è quello che diamo noi, molti si stanno de-cristianizzando con essa perché non sanno amare e accettare l’ingiustizia, così reagiscono e fanno il gioco di Satana. Stiamo dando un’importanza primaria alle cose corruttibili del mondo e non a quelle incorruttibili di Dio. Ecco perché non siamo gioiosi quando accettiamo un’umiliazione o un’offesa, che sono sempre fonti di grandi grazie. Gioia che invece avevano i santi. Cerchiamo di guardarci dalle nostre opere e non da quelle degli altri che non conosciamo. Cerchiamo di fare di tutto affinché il Signore non prenda certe decisioni. E quando viene una problematica, una sofferenza o una condanna creata dall’uomo, non andiamo a dire che è colpa di Dio. Non dobbiamo lamentarci quando il Signore ci prova, lo fa per rafforzarci e non per castigarci. Sono i momenti difficili della nostra vita che ci hanno insegnato a vivere.

Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul

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