La sera del 3 ottobre di parecchi anni fa san Francesco è transitato in cielo. Noi lo vediamo come un gigante, un irraggiungibile, ma quell’opportunità c’è per tutti , dipende anche dalla nostra collaborazione più che dalla nostra volontà. Il Signore ci chiama in tanti modi, come ad accettare cose poco gradevoli, però rifiutiamo subito, perciò molti sono i chiamati e pochi gli eletti . Per superare la prova bisogna abbandonarsi totalmente a Dio. Non cadiamo nella trappola di criticare il Papa e la Chiesa, la fede non si difende così. Dobbiamo essere superiori alle cose criticabili, se pensiamo male di nostro fratello è perché siamo noi così. Dal cuore di Francesco pieno dell’amore di Dio è uscito il Cantico delle Creature : «Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimu, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate». É importante avere Dio nel cuore così ogni sacrificio non ci pesa. Con gioia Francesco lodava il Signore nella sofferenza, mentre quelli che erano nel benessere vivevano da arrabbiati. È arrivato a questo non perché andava in chiesa tutte le mattine o aveva studiato, ma dopo una gioventù spensierata. Chi l’avrebbe mai detto? Nessuno sapeva cosa si annidava nel suo cuore, ma si adattava alle situazioni e avrà aiutato le persone che ha conosciuto. Aveva una grande intelligenza e scaltrezza, quella che ha contraddistinto tanti santi e profeti, come Bernadette e i tre pastorelli di Fatima. È l’impronta del Signore. Ferito e ammalato quando era in prigione dopo una battaglia, un detenuto gli ha dato un libretto che era il Vangelo . Era uno spirito libero e la parola di Dio l’ha cambiato. Dalla sua bocca non è più uscita una parola cattiva. Ha iniziato a disinteressarsi delle cose del mondo e a interessarsi alle cose di Dio di cui si era innamorato. Tutto quello che ne è fuoriuscito è per grazia di Dio. Non lo faceva nei ritagli di tempo, aveva preso una decisione radicale. Oggi la pressione fiscale ci impedisce di fare certe scelte, ma mentalmente potremmo farlo anche noi. Non faceva dei programmi perché quello che aveva nel cuore era superiore a quello che si conosceva. Chi si incontra con Dio perde la testa ma in un modo equilibrato non dissennato, porta la bellezza in qualsiasi luogo. In ogni posto Francesco lasciava il suo timbro come diamante e ancora oggi produce la sua luce. Non si diventa santi con le orazioni o per aver ascoltato catechesi di altissimo livello, ma se amiamo e accettiamo la parola di Dio. Ha dovuto affrontare le stagioni fredde e il vento degli Appennini senza i vestiti di prima scelta (forse per quello aveva un cappuccio). Il Signore lo riscaldava d’inverno e lo rinfrescava d’estate, noi invece ci lamentiamo appena viene meno un comfort. Dio ci ha creati per la santificazione, come possiamo dire che non è possibile rispettare la sua legge? Che bello pensare che san Francesco è alla nostra portata. Non era un extraterrestre, era come noi. Diceva di leggere qualche volta il Vangelo ma specialmente di viverlo. Che conta è la pratica, la misura in cui siamo disposti a sacrificarci, a tacere quando la nostra mente vorrebbe intervenire, a far che nella nostra famiglia non siamo spiriti di agitazione e sofferenza. Quando ci sono dei problemi e delle atmosfere pesanti è colpa di tutti, perché nessuno sa fare l’angelo della pace e portare serenità. Francesco si è rifugiato alla Porziuncola una chiesetta abbandonata e depredata, non è entrato in una cattedrale. Tutti i santi hanno patito prima di entrare nell’onore degli altari. Anche lui avrà alimentato la sua anima con le preghiere, ma non come una regola necessaria. Sicuramente c’era del tenero con santa Chiara, si sono sposati spiritualmente. Hanno sfidato i loro genitori rischiando la morte per non fare il loro stile di vita. Se trovassimo 50 euro per strada saremmo contenti, siamo ormai ridotti a questa povertà perché i veri poveri sono i ricchi attaccati alle cose della terra. Dobbiamo gestire i nostri interessi ma non esserne schiavi come dimostrano i parenti davanti a un’eredità. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
San Francesco
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La sera del 3 ottobre di parecchi anni fa san Francesco è transitato in cielo. Noi lo vediamo come un gigante, un irraggiungibile, ma quell’opportunità c’è per tutti , dipende anche dalla nostra collaborazione più che dalla nostra volontà. Il Signore ci chiama in tanti modi, come ad accettare cose poco gradevoli, però rifiutiamo subito, perciò molti sono i chiamati e pochi gli eletti . Per superare la prova bisogna abbandonarsi totalmente a Dio. Non cadiamo nella trappola di criticare il Papa e la Chiesa, la fede non si difende così. Dobbiamo essere superiori alle cose criticabili, se pensiamo male di nostro fratello è perché siamo noi così. Dal cuore di Francesco pieno dell’amore di Dio è uscito il Cantico delle Creature : «Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimu, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.Laudato si' mi' Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate». É importante avere Dio nel cuore così ogni sacrificio non ci pesa. Con gioia Francesco lodava il Signore nella sofferenza, mentre quelli che erano nel benessere vivevano da arrabbiati. È arrivato a questo non perché andava in chiesa tutte le mattine o aveva studiato, ma dopo una gioventù spensierata. Chi l’avrebbe mai detto? Nessuno sapeva cosa si annidava nel suo cuore, ma si adattava alle situazioni e avrà aiutato le persone che ha conosciuto. Aveva una grande intelligenza e scaltrezza, quella che ha contraddistinto tanti santi e profeti, come Bernadette e i tre pastorelli di Fatima. È l’impronta del Signore. Ferito e ammalato quando era in prigione dopo una battaglia, un detenuto gli ha dato un libretto che era il Vangelo . Era uno spirito libero e la parola di Dio l’ha cambiato. Dalla sua bocca non è più uscita una parola cattiva. Ha iniziato a disinteressarsi delle cose del mondo e a interessarsi alle cose di Dio di cui si era innamorato. Tutto quello che ne è fuoriuscito è per grazia di Dio. Non lo faceva nei ritagli di tempo, aveva preso una decisione radicale. Oggi la pressione fiscale ci impedisce di fare certe scelte, ma mentalmente potremmo farlo anche noi. Non faceva dei programmi perché quello che aveva nel cuore era superiore a quello che si conosceva. Chi si incontra con Dio perde la testa ma in un modo equilibrato non dissennato, porta la bellezza in qualsiasi luogo. In ogni posto Francesco lasciava il suo timbro come diamante e ancora oggi produce la sua luce. Non si diventa santi con le orazioni o per aver ascoltato catechesi di altissimo livello, ma se amiamo e accettiamo la parola di Dio. Ha dovuto affrontare le stagioni fredde e il vento degli Appennini senza i vestiti di prima scelta (forse per quello aveva un cappuccio). Il Signore lo riscaldava d’inverno e lo rinfrescava d’estate, noi invece ci lamentiamo appena viene meno un comfort. Dio ci ha creati per la santificazione, come possiamo dire che non è possibile rispettare la sua legge? Che bello pensare che san Francesco è alla nostra portata. Non era un extraterrestre, era come noi. Diceva di leggere qualche volta il Vangelo ma specialmente di viverlo. Che conta è la pratica, la misura in cui siamo disposti a sacrificarci, a tacere quando la nostra mente vorrebbe intervenire, a far che nella nostra famiglia non siamo spiriti di agitazione e sofferenza. Quando ci sono dei problemi e delle atmosfere pesanti è colpa di tutti, perché nessuno sa fare l’angelo della pace e portare serenità. Francesco si è rifugiato alla Porziuncola una chiesetta abbandonata e depredata, non è entrato in una cattedrale. Tutti i santi hanno patito prima di entrare nell’onore degli altari. Anche lui avrà alimentato la sua anima con le preghiere, ma non come una regola necessaria. Sicuramente c’era del tenero con santa Chiara, si sono sposati spiritualmente. Hanno sfidato i loro genitori rischiando la morte per non fare il loro stile di vita. Se trovassimo 50 euro per strada saremmo contenti, siamo ormai ridotti a questa povertà perché i veri poveri sono i ricchi attaccati alle cose della terra. Dobbiamo gestire i nostri interessi ma non esserne schiavi come dimostrano i parenti davanti a un’eredità.

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