Un deserto sul Misma
Noi
ci
emozioniamo
davanti
a
tante
cose
terrene,
una
vincita
di
denaro
o
un
fatto
di
cronaca,
ma
quando
abbiamo
la
rabbia
nel
cuore
rifiutiamo
lo
stupore
più
grande:
la
creazione
del
mondo.
Non
è
frutto
del
caso,
altrimenti
sarebbe
proprio
bravo
e
perfetto.
Perché
chiamiamo
Dio
il
caso?
E’
una
profanazione.
Il
caso
non
ha
vita,
mentre
tutto
quello
che
abbiamo
davanti
pulsa,
cresce,
ci
coinvolge.
Gesù
ci
ha
insegnato
che
la
fede
non
deve
essere
basata
sui
segni
e
sul
soprannaturale,
è
l’amore,
il
lievito,
il
sale
e
la
luce
del
suo
creato.
Quando
abbiamo
un
segno
ne
vogliamo
subito
un
altro
e
poi
ancora
un
altro,
ma
non
si
cresce
così
nella
fede,
è
come
andare
a
drogarsi
per
aumentare
le
proprie
performance.
I
segni
fanno
questo
effetto,
poi
però
finita
l'emozione
ci
si
spegne
gradualmente
e
si
va
in
cerca
di
un'altra
“dose”.
Il
nostro
sistema
psicofisico
è
sufficiente
a
sostenere
tutte
le
prove
del
mondo
e
la
fede
ci
garantisce
la
vitalità
naturale
per
tutta
la
nostra
esistenza.
Conosciamo
l'energia
e
la
grazia
che
ci
dà
il
Signore
se
ci
abbandoniamo
a
lui
quando
accettiamo
un’ingiustizia?
Se
amiamo
e
perdoniamo
ci
si
raddoppia
la
forza
e
la
gioia:
è
l'entusiasmo
che
ci
fa
superare
tutte
le
difficoltà,
ma
chi
è
rassegnato
e
triste
non
vincerà
mai
nessuna
battaglia.
Facciamo
come
Ulisse
se
non
vogliamo
essere
sedotti
da
tutte
le
sirene
del
mondo,
altrimenti
le
cose
spirituali
ci
daranno
fastidio.
Uno
che
vive
della
parola
di
Dio
gusta
anche
le
cose
terrene
in
un
modo
sublime,
ma
non
è
schiavo
di
esse.
Sappiamo
avere
il
dominio
di
sé
davanti
ai
richiami
sessuali?
Quanti
uomini
di
chiesa
non
l’hanno
dimostrato!
Gli
organi
sessuali
li
ha
creati
Dio
per
usarli
nel
migliore
dei
modi,
non
in
un
modo
perverso.
Insegniamolo
ai
nostri
figli.
Perché
vogliamo
dire
al
mondo
soltanto
di
pregare,
la
cosa
più
scontata
per
un
cristiano?
Qualcuno
ci
ha
ingannato,
illudendoci
che
avremmo
ottenuto
lo
stesso
risultato.
Chi
ha
l'amore
nel
cuore
si
comporterà
con
amore
in
tutti
i
campi
della
sua
vita,
così
uno
che
è
generoso;
se
una
persona
invece
è
avara,
lo
sarà
in
tutte
le
sue
azioni,
anche
nell'amare,
perché
ragionerà,
valuterà,
tirerà
ogni
scusa
per
non
essere
coinvolta
in
un
gesto
d'amore.
Abbiamo
mai
confessato
la
mancanza
d'amore?
Non
riusciamo
ad
avere
i
benefici
di
Maria
Santissima
e
della
miriade
di
angeli,
santi
e
martiri
che
pregano
per
noi,
perché
non
siamo
obbedienti
a
Dio.
Siamo
severi
con
noi
stessi
e
amorevoli
verso
il
prossimo?
Siamo
disponibili
a
rinunciare
anche
alla
nostra
parte
pur
di
non
causare
liti
e
controversie?
Gesù
non
voleva
nemmeno
la
compassione
delle
donne
di
Gerusalemme
(
non
piangete
per
me,
piangete
per
voi
e
per
i
vostri
figli
),
ha
dimostrato
dignità
e
coraggio,
ma
noi
lo
riveliamo
come
un
debole.
Se
perdoniamo
ci
sentiamo
persone
non
all'altezza
della
situazione?
Abbiamo
paura
ad
amare.
Quando
ci
facciamo
rispettare,
la
parola
di
Dio
non
lievita
dentro
di
noi,
prende
il
sopravvento
l'orgoglio,
siamo
gli
anticristiani.
Questo
non
vuol
dire
che
non
dobbiamo
essere
scaltri.
Davanti
alle
atrocità
del
mondo,
quante
volte
abbiamo
detto
come
gli
amici
di
Giobbe:
"
gli
sta
bene,
sono
i
suoi
peccati
che
lo
hanno
portato
in
quella
situazione?"
Con
le
parole
dimostriamo
dispiacere
e
compassione,
ma
esprimono
il
vero
sentimento
del
nostro
cuore?
Espiamo
le
colpe
dei
nostri
fratelli
accettando
le
ingiustizie
in
una
misura
superiore
di
quello
che
comunemente
potremmo
fare.
L'uomo
ha
fatto
di
tutto
per
cambiare
la
Chiesa
ed
essere
meno
gradito
al
Signore:
vediamo
che
nei
consigli
pastorali
non
si
parla
di
preghiera,
di
fede,
di
perdono,
di
amore
e
dei
comandamenti
di
Dio,
ma
solo
“del
sociale”.
Dov'è
il
cristiano
che
parla
di
carità
(non
di
elemosina)?
Gli
apostoli
in
Cenacolo
con
Maria
parlavano
di
amore,
non
dei
difetti
dei
farisei.
Quando
c'è
un'ingiustizia
il
Signore
ci
mette
alla
prova
per
vedere
se
siamo
giusti
o
se
critichiamo.
Dove
trova
amicizia
e
amore
una
persona
che
ha
commesso
un
errore?
E
se
stesse
resistendo
a
un
male
più
grande?
Noi
però
assolviamo
chi
fa
un
po'
di
bene,
quando
potrebbe
farne
tanto
di
più.
Non
sappiamo
neanche
dare
il
giusto
giudizio.
Gli
atei
e
i
miscredenti
sono
più
coerenti
perché
una
decisione
l'hanno
presa,
mentre
noi
facciamo
in
misura
molto
inferiore
quello
che
potremmo
fare.
Se
la
grazia
del
Signore
scendesse
su
uno
che
non
la
merita,
aumenterebbe
in
superbia,
perché
è
in
condizione
di
gloriarsi.
L'uomo
sembra
prediligere
di
più
l'esteriorità,
non
la
profondità.
All'epoca
i
grandi
profeti
erano
esclusi
da
tutti,
considerati
dei
pezzenti,
mentre
quelli
che
radunavano
le
folle,
oggi
nessuno
li
conosce.
È
rimasto
il
nome
di
chi
era
fedele
a
Dio:
Noè,
il
matto
che
costruiva
un'arca
in
cima
a
una
montagna,
Giuseppe,
venduto
dai
fratelli,
Geremia,
al
quale
hanno
ucciso
la
famiglia,
Elia,
costretto
a
fuggire
nel
deserto…
Vogliamo
essere
glorificati
da
Dio
o
dall'uomo?
Di
cosa
abbiamo
paura?
I
difetti
degli
altri
devono
farci
divertire,
perché
siamo
tutti
figli
di
Dio.
Che
gioia
quando
un
marito
abbraccia
la
moglie
come
se
fosse
la
donna
più
bella
del
mondo!
La
bellezza
e
l'amore
non
ha
solamente
un
aspetto
fisico.
Quando
siamo
premiati
di
un
qualcosa
di
gradevole
ringraziamo
il
Signore,
non
sentiamoci
migliori
degli
altri
se
abbiamo
dato
qualcosa
in
più,
perché
a chi più è stato dato, più sarà richiesto.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Chi ama non ci rimette
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)