Un deserto sul Misma
Anche
se
il
mondo
ci
ha
fatto
tutti
i
torti
di
questa
vita,
il
Vangelo
vuole
che
ci
mettiamo
in
discussione,
altrimenti
non
c'è
carità
umana.
Il
Signore
è
misericordioso,
ma
ci
dimentichiamo
che
possiamo
esserlo
anche
noi,
dimostrandoci
solidali
con
Lui
su
ciò
che
l'offende
di
più.
Pensiamo
che
le
offese
più
grandi
verso
il
Signore
siano
la
bestemmia,
l'omicidio,
l'adulterio,
rubare,
ma
se
al
di
sopra
di
questo
ci
fosse
anche
il
fatto
di
non
essere
all'altezza
della
nostra
situazione?
Il
Signore
ci
ha
pensati
e
fatti
cristiani
ancor
prima
che
nascessimo,
ci
ha
dato
le
caratteristiche
necessarie
per
espletare
il
nostro
ruolo;
se
non
lo
facciamo
non
saremo
mai
all'altezza
della
nostra
situazione,
anche
se
pregassimo
24
ore
al
giorno.
Non
vogliamo
mettere
in
pratica
la
carità
perché
ci
coinvolge
troppo
da
vicino;
la
carità
non
è
un
fatto
di
rispetto
umano,
di
gentilezza
o
di
cortesia,
ma
si
esprime
eliminando
noi
stessi,
donandoci
agli
altri
con
amore,
come
ha
fatto
Gesù.
Ciò
che
ha
fatto
più
danni
alla
fede
è
la
ragione
dell'uomo;
la
sua
parola
ha
creato
una
grande
distanza
tra
noi
e
l'autenticità
cristiana
a
partire
dalle
epoche
che
ci
hanno
preceduto.
Dobbiamo
essere
solidali
con
il
Signore
per
il
danno
creato
alla
fede
dai
nostri
discorsi
e
dai
nostri
commenti,
riparando
in
silenzio,
non
favorendo
l'errore
che
i
nostri
simili
hanno
fatto
prima
di
noi
o
con
noi
e
vivendo
totalmente
come
sta
scritto
sul
Vangelo.
Impariamo
a
fare
quello
che
Lui
ci
ha
detto,
non
a
fargli
fare
quello
che
vogliamo
noi.
Non
sappiamo
quanto
la
Madonna
viene
disonorata
nel
divulgare,
in
buona
fede,
frasi
che
non
ha
detto;
in
realtà
una
percentuale
altissima
di
messaggi
non
sono
di
Maria
Santissima,
ma
di
demoni
che
parlano
a
nome
suo.
P
er
essere
solidali
con
Lei
dovremmo
entrare
nella
dimensione
del
non-messaggio
ed
essere
messaggeri
con
la
nostra
vita
di
quello
che
è
scritto
sul
Vangelo.
Non
pecchiamo
più
di
ingenuità
e
non
pensiamo
solo
a
noi
stessi,
altrimenti
siamo
sconfitti
prima
di
partire,
mancando
di
carità.
Pensare
al
nostro
prossimo
non
è
fare
l'elemosina:
in
questo
caso
dovremmo
ringraziare
Dio
perché
ci
ha
messo
nella
condizione
di
essere
in
coloro
che
danno
e
non
in
quelli
che
chiedono.
In
tanti
episodi
della
vita
e
in
questi
anni
di
crisi,
si
sente
dire:
"Dov’é
il
Signore?
Perché
permette
questo?”
Il
Signore
è
dove
l'abbiamo
lasciato
noi,
quando
abbiamo
iniziato
a
vivere
senza
Dio,
dieci,
venti,
trent'anni
fa.
Siamo
talmente
confusi
e
al
di
fuori
da
ogni
realtà,
che
non
sappiamo
neanche
dove
andarlo
a
cercare.
A
cosa
serve
tutto
il
nostro
pregare?
Se
riflettiamo
nella
luce,
possiamo
irradiarla
agli
altri,
ma
convincere
con
le
parole,
anche
se
sono
centrate
e
significative,
non
ha
niente
a
che
fare
con
ciò
che
il
Signore
vuole
rivelare.
Noi
non
siamo
all'altezza
di
cambiare
le
persone,
non
dobbiamo
sostituirci
a
Dio,
perché
la
carità
non
è
vanità,
è
tutt'altra
cosa.
Ammettiamo
di
esserci
tanto
persi
nel
cammino
della
vita
e
tanto
allontanati
dal
Signore.
Chi
di
noi
può
tornare
a
ritroso
per
riprendere
quello
che
ha
sprecato?
Dio
è
ancora
fermo
dove
l'abbiamo
lasciato
e
se
non
torniamo
a
recuperare
quel
punto
che
abbiamo
abbandonato,
non
riusciremo
a
capire
come
dobbiamo
comportarci
davanti
a
Lui.
Tutto
quello
che
stiamo
cercando
non
è
insito
nell'uomo,
ma
è
sul
Vangelo,
davanti
al
quale
possiamo
metterci
a
nudo
per
capire
quanto
ancora
dobbiamo
conoscere.
La
fede
è
un
cammino
infinito
di
crescita,
non
possiamo
limitare
la
sua
azione
e
la
sua
potenza.
Deve
starci
a
cuore
riparare
ai
nostri
errori,
alle
grazie
e
all'amore
che
Dio
ci
ha
dato
e
che
abbiamo
sprecato.
È
un'offesa
per
noi
l'amico
che,
invece
di
migliorare
la
sua
condizione,
spreca
tutto
quello
che
gli
abbiamo
dato;
siamo
sicuri
che
il
Signore
non
faccia
lo
stesso
ragionamento
davanti
al
nostro
egoismo
e
alla
nostra
presunzione?
Magari
nella
sua
misericordia
Dio
ha
accorciato
la
distanza
che
ci
divide
da
Lui,
però
dobbiamo
riconoscere
i
nostri
sbagli,
non
quelli
degli
altri.
Specialmente
ai
suoi
figli
il
Signore
chiede
sempre
un
atto
di
coraggio,
una
forza
superiore
alla
ragione,
di
essere
incoscienti,
perché
se
non
ci
abbandoniamo
a
Lui,
faremo
solo
quello
che
riteniamo
più
conveniente
per
noi.
Diciamo
al
nostro
fratello:
"Prova
a
pensare
dove
hai
lasciato
il
Signore,
quando
hai
cominciato
a
cambiare
il
cammino
che
ha
tracciato
per
te".
Magari
quel
sentiero
non
l’abbiamo
mai
percorso,
oppure
l’abbiamo
seguito
fino
a
una
certa
età,
poi
abbiamo
dato
ascolto
a
quello
che
il
mondo
ci
suggeriva!
Se
avessimo
camminato
sul
sentiero
che
Dio
ha
preparato
per
noi,
avremmo
un
risultato
certo
perché
Dio
non
viene
mai
meno
alle
sue
parole,
alle
promesse
fatte
ai
nostri
Padri,
per
tutti
coloro
che
si
sono
dimostrati
giusti.
È
da
stolti
continuare
a
camminare
su
un
altro
sentiero,
perché
quello
preparato
per
noi
è
già
stato
disboscato
da
Gesù,
non
è
una
foresta
impervia
e
piena
di
pericoli
nella
quale
bisogna
“sudare
sette
camice”.
Le
nostre
esperienze
e
i
nostri
errori possono farci capire quello che il Signore intende rivelarci.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Dov'è Dio?
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)