Un deserto sul Misma
Ognuno
di
noi
può
fermare
il
progetto
che
ha
Dio
su
di
sé
perché
siamo
stati
creati
con
il
libero
arbitrio;
non
è
vero
che
avviene
comunque
tutto
anche
contro
la
nostra
volontà.
Perché
resistiamo
così
tanto
a
Dio
che
ha
il
potere
di
renderci
la
vita
più
gioiosa?
L’elemento
organico,
fisico,
che
può
portarci
alla
rovina
o
alla
gioia
è
la
lingua,
un
membro
piccolissimo,
terribile,
terrificante
che
ha
creato
tanto
male
e
un
danno
altissimo.
La
lingua
viene
mossa
dal
nostro
pensiero.
Se
abbiamo
il
pensiero
dell'amore,
esprimerà
l'amore,
quel
sentimento
che
da
millenni
Dio
si
aspetta
dall’uomo
insieme
all'obbedienza.
Diversamente,
facendo
cattivo
uso
della
lingua,
non
conosceremo
mai
la
grazia
divina.
Il
Signore
vuole
da
noi
un
comportamento
ben
preciso
che
non
concede
repliche,
divagazioni
o
ragionamenti.
Nell'abbandono
a
Dio,
lo
Spirito
Santo
ci
darà
le
risposte
di
cui
abbiamo
bisogno,
non
quelle
che
desideriamo
noi,
perché
quelle
aumenterebbero
il
nostro
io.
A
cosa
serve
dire
la
nostra
opinione?
Solo
i
santi
e
i
profeti
hanno
esaltato
la
grazia
di
Dio
con
la
lingua,
usandola
nel
modo
migliore
e
per
questo
sono
stati
premiati.
Il
capitolo
terzo
della
lettera
di
San
Giacomo
ci
fa
capire
cosa
può
innescare
la
lingua:
“Fratelli
miei,
non
siate
in
molti
a
fare
da
maestri,
sapendo
che
riceveremo
un
giudizio
più
severo:
tutti
infatti
pecchiamo
in
molte
cose.
Se
uno
non
pecca
nel
parlare,
costui
è
un
uomo
perfetto,
capace
di
tenere
a
freno
anche
tutto
il
corpo.
Se
mettiamo
il
morso
in
bocca
ai
cavalli
perché
ci
obbediscano,
possiamo
dirigere
anche
tutto
il
loro
corpo.
Ecco,
anche
le
navi,
benché
siano
così
grandi
e
spinte
da
venti
gagliardi,
con
un
piccolissimo
timone
vengono
guidate
là
dove
vuole
il
pilota.
Così
anche
la
lingua:
è
un
membro
piccolo
ma
può
vantarsi
di
grandi
cose.
Ecco:
un
piccolo
fuoco
può
incendiare
una
grande
foresta!
Anche
la
lingua
è
un
fuoco,
il
mondo
del
male!
La
lingua
è
inserita
nelle
nostre
membra,
contagia
tutto
il
corpo
e
incendia
tutta
la
nostra
vita,
traendo
la
sua
fiamma
dalla
Geènna.
Infatti
ogni
sorta
di
bestie
e
di
uccelli,
di
rettili
e
di
esseri
marini
sono
domati
e
sono
stati
domati
dall'uomo,
ma
la
lingua
nessuno
la
può
domare:
è
un
male
ribelle,
è
piena
di
veleno
mortale.
Con
essa
benediciamo
il
Signore
e
Padre
e
con
essa
malediciamo
gli
uomini
fatti
a
somiglianza
di
Dio.
Dalla
stessa
bocca
escono
benedizione
e
maledizione.
Non
dev'essere
così,
fratelli
miei!
La
sorgente
può
forse
far
sgorgare
dallo
stesso
getto
acqua
dolce
e
amara?
Può
forse,
miei
fratelli,
un
albero
di
fichi
produrre
olive
o
una
vite
produrre
fichi?
Così
una
sorgente
salata
non
può
produrre
acqua
dolce”.
Dunque
la
lingua
è
importante
nel
nostro
cammino,
anzi
è
l'elemento
che
può
far
cambiare
tante
cose.
Dobbiamo
essere
educati
e
maestri
di
questa
conoscenza
perchè
quando
critichiamo
gli
errori
del
mondo,
scatta
in
noi
uno
strano
meccanismo
che
ci
fa
credere
di
essere
esenti
da
quegli
errori.
E
più
giudichiamo
gli
altri
e
più
ci
sentiamo
giusti!
Non
serve
assolutamente
a
niente
evidenziare
i
difetti
degli
altri.
Perché
vogliamo
mettere
la
nostra
misura
quando
Dio
ha
la
sua
misura?
Perché
vogliamo
ledere
la
libertà
degli
altri
impedendo
loro
di
vivere
come
hanno
deciso
di
vivere?
Il
Signore
ci
invita
a
non
criticare
e
a
non
giudicare,
ma
a
gestire
accuratamente
quello
che
esce
dalla
bocca,
per
evitare
che
le
nostre
parole
emettano
sentenza
contro
di
noi
nel
giorno
del
giudizio.
Cerchiamo
di
capire
se
siamo
credenti
o
miscredenti,
perché
colui
che
fa
irritare
di
più
Dio,
non
è
l’ateo
che
è
cresciuto
con
altre
teorie,
ma
è
chi
non
rispetta
la
sua
Legge
pur
conoscendola.
Ci
sentiamo
credenti
solo
perché
Dio
ci
ha
fatto
cristiani,
ma
in
noi
non
c'è
il
credo
che
ci
dovrebbe
essere;
c'è
solo
una
volontà
comportamentale
che
a
volte
va
in
una
direzione
e
altre
va
nell'altra
in
base
all’umore
e
all’intelligenza.
Da
credenti
che
noi
ci
riteniamo,
se
non
obbediamo
alla
Sua
parola,
diventiamo
miscredenti.
Gesù
è
chiaro
nelle
sue
parabole:
“Non
chi
dice
Signore,
Signore,
entrerà
nel
regno
dei
cieli
ma
chi
fa
la
volontà
del
Padre
mio
che
è
nei
cieli”.
La
volontà
del
Padre
di
generazione
in
generazione
è
l'obbedienza;
ha
sempre
guardato
all'umiltà
dei
suoi
servi
e
a
quelli
che
si
sono
mantenuti
fedeli
alla
sua
legge,
non
a
quelli
che
hanno
pregato
dalla
mattina
alla
sera.
Al
primo
posto
ci
deve
stare
un'altra
dimostrazione,
poi
tutto
il
resto
viene
di
conseguenza.
Perché
dobbiamo
vanificare
tutto
per
colpa
della
lingua?
Come
possiamo
non
rispettare
la
legge
di
Dio
se
è
Lui
stesso
che
ce
lo
chiede?
Non
ci
ha
detto
di
vivere
la
sua
Parola
secondo
il
nostro
istinto
o
la
nostra
sensazione!
Dio
ha
voluto
con
la
sua
Legge
metterci
alla
prova
nella
misura
in
cui
noi
riusciamo
rispettarla.
Quando
saremo
in
grazia
di
Dio
e
giusti
davanti
al
Signore
potremo
collegarci
con
i
santi
e
gli
angeli
per
vivere
la
loro
stessa
gioia.
Iniziamo
a
dimostrarci
almeno
desiderosi
di
questa
verità
e
di
capire
se
la
rispettiamo.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
E se il peggiore miscredete fosse il credente?
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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