Un deserto sul Misma
Incredibilmente
anche
nel
confessionale
commettiamo
peccati.
Chi
di
noi
dice
al
proprio
confessore:
"sono
avaro,
sono
egoista,
sono
invidioso,
ho
guardato
un
bell’uomo
o
una
bella
donna
con
occhi
da
pesce
lesso?”
Eppure
non
lo
riconosciamo
mai.
Chi
di
noi
si
mette
in
discussione
davanti
alla
parola
di
Dio?
Al
confessore
diciamo
come
si
comportano
gli
altri
ma
non
sappiamo
dire
le
nostre
vicissitudini,
così
pecchiamo
doppiamente!
La
Madonna
pur
sapendo
tutto
di
tutti
non
dice
mai
niente
di
nessuno;
noi
che
non
sappiamo
niente
degli
altri
diciamo
tutto
di
tutti!
Quante
volte
abbiamo
confessato
di
aver
detto
male
di
una
persona?
Dire
male
significa
maledire
e
quando
lo
facciamo
non
siamo
graditi
al
Signore
anche
se
abbiamo
recitato
tanti
rosari!
Ce
lo
ricorda
quando
parlò
ad
Abramo:
"Benedirò
coloro
che
ti
benediranno
e
coloro
che
ti
malediranno
maledirò".
Diciamo
bene,
benediciamo,
così
faremo
un
salto
di
qualità
della
nostra
vita.
La
Santa
Eucarestia
perde
di
sostanza
quando
viene
a
contatto
con
noi
perché
pecchiamo
anche
nel
confessionale
quando
giudichiamo
e
critichiamo,
quando
non
diciamo
la
verità
e
abbiamo
la
malignità
nel
cuore;
inconsapevolmente
ci
carichiamo
di
un
numero
di
peccati
che
ci
impediscono
di
essere
graditi
agli
occhi
del
Signore
e
di
ottenere
la
sua
grazia.
Dovremmo
sentirci
indegni
di
ricevere
l'Eucarestia
anche
dopo
la
confessione,
perché
abbiamo
quel
sentimento
di
avarizia
che
ci
porta
a
fare
tutto
per
convenienza
e
a
mettere
da
parte
la
fede
quando
ci
sono
di
mezzo
gli
euro…
Siamo
egoisti
quando
vogliamo
far
fare
agli
altri
quello
che
fa
piacere
a
noi,
perché
Dio
ci
ha
creato
con
il
libero
arbitrio.
Altre
volte
però
siamo
egoisti
per
vantaggi
personali,
per
orgoglio
e
permalosità,
perché
vogliamo
sottomettere
gli
altri.
L’egoismo
e
l’avidità
innescano
un
peccato
dietro
l'altro
perché
viene
lesa
la
libertà
della
persona
che
ci
sta
davanti.
Mai
abbiamo
valutato
che
rispettare
i
comandamenti
vuol
dire
rispettare
ed
amare
gli
altri
come
ce
lo
dice
il
Signore,
non
a
modo
nostro.
Chi
di
noi
ha
mai
detto
davanti
al
confessore:
"Sono
incapace
di
amare?”
Se
non
impariamo
ad
amare
il
Signore
potrebbe
risponderci
“picche”
perché
la
sua
legge
non
è
la
nostra
legge,
la
sua
misura
non
è
la
nostra
misura,
il
suo
giudizio
non
è
il
nostro
giudizio.
Se
abbiamo
la
malignità
nel
cuore
e
nell'anima,
vediamo
con
sospetto
e
dubbio
il
comportamento
del
nostro
fratello,
come
se
ci
fosse
del
tradimento.
Perché
i
dubbi
e
i
sospetti
provengono
dal
maligno!
Dobbiamo
disabituarci
a
questo
modo
di
vivere
in
dissonanza
e
in
disarmonia
con
la
parola
del
Signore,
perché
la
malignità
non
è
la
verità,
è
un
cancro
che
ci
avvelena
il
cuore
e
non
ci
permette
di
essere
gioiosi
e
sereni.
Non
perdiamoci
nelle
cose
che
sono
inutili
davanti
al
Signore,
perché
il
mondo
non
è
nostro,
non
abbiamo
nessuna
proprietà
in
questa
vita.
La
nostra
anima
si
purifica
quando
confessiamo
quei
peccati
che
sono
i
nostri
vizi,
mentre
quando
non
denunciamo
queste
mancanze
siamo
doppiamente
colpevoli
perché
manchiamo
di
coerenza
davanti
al
Signore.
Il
confessionale
non
è
solo
un
luogo
dove
ci
si
libera
dalle
colpe
ma
dove
si
possono
commettere
peccati
di
omissione;
stiamo
attenti
non
è
un
“parlatoio”
ove
bisogna
stare
ore
e
ore
per
dire
tutto
quello
che
viene
in
mente!
Queste
verità
che
la
Madonna
ci
rivela
devono
servirci
per
diventare
giusti
davanti
al
Signore
e
“buoni”
come
i
pubblicani,
altrimenti
illudiamo
solo
noi
stessi
di
essere
“bravi”
come
i
farisei
dell’epoca,
quando
invece
il
Signore
ha
girato
gli
occhi
davanti
a
noi
perché
non
siamo
autentici.
L’ERRORE
COMMESSO
IN
CASA
NOSTRA
In
casa
nostra
si
consumano
tanti
egoismi
senza
che
ce
ne
accorgiamo
perché
pensiamo
di
comportarci
bene,
ad
esempio
quando
vogliamo
obbligare
un
nostro
familiare
a
pregare.
Il
Signore
ci
ha
insegnato
a
trasmettere
l'amore
non
a
obbligare
gli
altri
ad
andare
verso
Dio.
Se
un
nostro
caro
ha
una
regola
di
vita
diversa
dalla
nostra,
non
mettiamo
il
“muso
lungo”,
non
offendiamoci,
tanto
a
noi
non
porta
alcun
beneficio!
Cerchiamo
piuttosto
di
volergli
bene,
di
assecondarlo
in
qualche
desiderio,
così
con
scaltrezza
e
intelligenza
sarà
più
disposto
a
seguirci.
Aspettiamo
però
che
maturi,
come
ha
fatto
con
noi
il
Signore
quando
ci
siamo
smarriti,
ricordando
con
amore
la
via
giusta.
Non
offriamo
l’immagine
di
un
Dio
che
castiga,
ma
con
dolcezza
possiamo
dire:
"Pensa
che
se
tu
vieni
in
chiesa
il
Signore
ti
accoglie
a
braccia
aperte
e
ti
dà
una
grande
gioia
perché
vede
che
non
sei
felice
e
ti
manca
qualcosa.
Prova
andare
incontro
al
Signore
e
lui
verrà
incontro
te".
Non
preoccupiamoci
se
non
ci
segue
subito,
perché
il
Signore
“lascia
fare
ma
non
strafare”;
anche
grandi
atei
del
mondo
si
sono
convertiti
negli
ultimi
attimi
della
loro
vita
e
si
sono
pentiti
d'averla
sprecata in un modo inutile.
ASSOLUZIONE O CONDANNA ?
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Pecchiamo anche nel confessionale
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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