Un deserto sul Misma
Quante
catechesi
abbiamo
sentito
nella
nostra
vita
e
quanti
risultati
si
sono
ottenuti?
Pregando
e
non
ottenendo
sembra
di
non
essere
ascoltati,
ma
il
Signore
ha
mantenuto
la
sua
promessa.
Se
tutte
le
preghiere
fossero
genuine
il
mondo
cambierebbe
automaticamente,
perché
milioni
di
persone
parlerebbero
d'amore.
Non
c'è
bisogno
dell'intervento
di
Dio
per
portare
la
pace,
l'amore
è
contagioso,
fa
piacere
a
tutti,
sparirebbe
tanto
male.
Vivremmo
meglio,
saremmo
anche
rivelatori
di
guarigioni
meravigliose,
compreso
il
cancro,
perché
la
gelosia,
l'invidia,
la
cattiveria,
la
rabbia,
creano
malattie
più
dell’inquinamento.
Non
è
stato
detto
che
ne
uccide
di
più
la
lingua
che
la
spada?
Quello
che
vogliamo
dal
Signore,
lui
lo
vuole
da
noi,
desidera
che
portiamo
l’amore
a
partire
dall’ambiente
in
cui
viviamo
(non
la
critica).
Come
possiamo
rimandargli
la
nostra
missione?
Non
abbiamo
scelto
Dio,
è
lui
che
ci
ha
creati
e
fatti
cristiani.
Pregare
con
bontà
d'animo
significa
avere
quel
sentimento
puro
nel
cuore,
per
diffonderlo
nel
mondo.
Molti
cristiani
si
formalizzano
su
una
frase
famosa:
"chiedete
e
vi
sarà
dato".
Questa
esortazione
la
vediamo
solamente
per
il
nostro
fabbisogno
terreno,
invece
è
rivolta
a
quella
verità
che
è
sicuramente
la
forza
della
nostra
vita:
lo
Spirito
Santo,
la
sapienza.
Poi
il
resto
ci
verrà
dato
in
abbondanza.
Non
sappiamo
neanche
che
cosa
sia
più
conveniente
chiedere,
né
sappiamo
corrispondere
nella
misura
in
cui
ci
è
possibile.
Chiediamo
ciò
che
è
più
conveniente
per
noi,
ma
non
ci
interessa
ciò
che
fa
soffrire
Maria
Santissima,
la
violenza
che
è
sotto
i
suoi
occhi.
Davanti
a
questa
realtà
siamo
dei
grandi
menefreghisti,
non
sappiamo
neanche
consolarla
accettando
un
minimo
gesto
di
cattiveria.
La
forza
che
Dio
ci
ha
dato
è
superiore
a
quella
che
conosciamo,
con
l’amore
possiamo
far
scendere
dal
cielo
una
grande
potenza.
Il
tempo
in
cui
è
vissuta
Maria
Santissima
non
era
facile,
venivano
commesse
violenze
inenarrabili,
eppure
non
ha
impedito
alla
sua
anima
di
magnificare
il
Signore.
Forse
lei
non
si
curava
della
sofferenza
degli
altri?
Uno
che
ha
fede
non
può
non
gioire,
anche
se
è
sul
patibolo.
Preghiamo
con
gioia,
come
nella
preghiera
semplice
di
San
Francesco,
così
diamo
forza
ed
energia
agli
altri,
mentre
chi
prega
nella
tristezza
si
indurisce
nel
cuore.
E’
inutile
dimostrare
le
nostre
sofferenze,
dovremmo
ringraziare
il
Signore
per
meritarci
la
sua
grazia
accettando
le
ingiustizie.
Perché
lamentarci
dei
nemici?
È
la
fede
che
dobbiamo
ricercare
e
chiedere,
come
ha
fatto
Salomone
con
la
sapienza,
per
essere
inattaccabili
anche
davanti
alle
tentazioni.
Tutto
avviene
in
un
modo
indolore,
ma
noi
abbiamo
paura,
facciamo
troppa
confusione
perché
ragioniamo
da
umani
e
non
conosciamo
la
Sua
parola.
Dovremmo
imparare
un
nuovo
modo
di
educarci,
quello
di
abbandonarci
totalmente
a
Dio.
Rallegriamoci,
il
Signore
non
vuole
una
schiera
di
penalizzati,
ma
un
gruppo
di
vittoriosi,
di
gioiosi,
che
portano
la
croce
con
coraggio.
Meditiamo
queste
confidenze,
perché
le
parole
del
profeta
sono
diventate
linee
di
vita, mentre chi critica non lascia traccia.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Chiedete e vi sarà dato?
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