Un deserto sul Misma
Perché
ci
permettiamo,
baldanzosamente,
di
definire
la
posizione
di
Dio,
quando
in
realtà
non
sappiamo
niente?
Chi
può
conoscere
la
potenza
del
Signore
o
quella
del
male?
Pur
essendo
potente
il
male
non
può
fare
nulla
contro
Dio,
non
è
onnipotente,
tant'è
vero
che
il
Signore
l’ha
scacciato
dal
paradiso
terrestre.
Non
c'è
nemmeno
uno
scontro
diretto
tra
di
loro
come
qualcuno
pensa
e
il
bene
non
vuol
fare
niente
contro
il
male
pur
avendo
tutti
i
poteri
per
intervenire.
Se
siamo
attenti
però
possiamo
dedurre
una
cosa
inequivocabile:
l'unico
elemento
terreno,
vivo,
che
il
male
può
usare
per
vendicarsi
di
Dio,
è
l'uomo.
In
mezzo
a
due
superpotenze,
di
cui
una
immensa
e
l'altra
più
potente
di
noi,
siamo
chiamati
direttamente
in
causa
più
di
quello
che
pensiamo,
perché
possiamo
esaltare
il
Creatore
o
offenderlo.
La
parte
più
importante
ce
l’ha
l'elemento
più
debole!
Sembra
una
contraddizione
ma
è
così.
L'uomo
ha
la
possibilità
di
sviluppare
due
materie
in
un
modo
istantaneo,
una
che
annulla
l'altra
e
viceversa;
è
questo
il
potere
che
il
Signore
ha
voluto
affidare
all'essere
più
debole
e
attaccabile
dalle
forze
superiori
che
esistono
nell'universo.
Quale
materia
desideriamo
che
prenda
piede
sulla
terra?
Se
è
il
bene
abbiamo
una
sola
logica
comportamentale,
se
è
il
male
ce
ne
vuole
un'altra.
Non
ci
sono
altri
ragionamenti.
Questo
dovrebbe
comportare
un
po'
più
di
attenzione
da
parte
nostra,
quanto
meno
nel
proferire
discorsi
che
non
hanno
alcun
senso
logico,
perché
è
facile
infrangere
il
secondo
comandamento
ed
essere
l'onore
o
il
disonore
del
Signore.
Non
ci
dispiacerebbe
sapere
che
non
i
miscredenti
e
gli
atei,
ma
quelli
che
frequentano
la
chiesa
favoriscono
di
più,
inconsapevolmente,
la
vendetta
dell'infido?
A
cosa
servono
le
nostre
preghiere
quando
nel
cuore
si
è
annidato
un
sentimento
controverso?
L'uomo
pensa
di
essere
abbandonato
a
sé
stesso,
inghiottito
dalle
seduzioni
del
mondo,
quando
invece
ha
il
grande
potere
e
la
responsabilità
di
essere
l'ago
della
bilancia,
di
capovolgere
ogni
situazione
con
il
suo
comportamento.
Questo
privilegio
chiede
un
impegno
non
indifferente,
perché
il
male
ci
seduce
con
una
cosa
più
gradevole
dell'altra,
mentre
Colui
che
ci
ha
preparato
un
premio
immenso,
ci
dice
di
sacrificarci
e
di
rinunciare
all’orgoglio,
il
peggior
compagno
del
cammino
della
nostra
vita,
un
fatto
mentale
senza
alcun
peso
specifico.
A
nulla
servono
le
nostre
giustificazioni
che
il
Signore
già
conosce
da
tante
generazioni;
se
non
sosteniamo
la
giusta
causa
finiamo
per
infangare
e
profanare
tutto
ciò
che
è
sacro.
Sentiamoci
sempre
peggiori
degli
altri,
indegni,
di
aver
commesso
anche
noi
questi
errori,
ma
soprattutto
consapevoli
di
questa
realtà.
Gesù
ci
ha
insistentemente
trasmesso
come
dobbiamo
comportarci
fuori
dal
tempio.
Perché
focalizziamo
il
contrario,
cambiando
il
senso
della
nostra
responsabilità?
Cosa
ne
fa
il
Signore
di
uno
che
prima
benedice
e
poi
maledice,
quando
sa
che
è
più
collaboratore
di
chi
vuole
distruggere
l’anima
della
sua
creatura
più
bella?
Come
un
fumo
satanico,
senza
che
ce
ne
accorgiamo,
il
male
è
lì
pronto
ad
entrare
nelle
fessure
che
gli
lasciamo
attraverso
le
nostre
parole;
si
fa
in
mille
sagome
perché
in
pochi
casi
trova
l'autostrada
per
entrare
in
noi.
Ecco
cosa
intendeva
Paolo
VI
quando
diceva
che
il
fumo
di
Satana
è
entrato
in
Vaticano.
Se
ci
formiamo
come
un
gregge
unito
e
in
modo
graduale
(per
non
perdere
il
senso
dell’equilibrio),
non
lasceremo
più
fessure
e
il
male
troverà
tutto
chiuso.
L'errore
principale
della
nostra
vita,
che
ci
impedisce
di
fare
la
differenza
con
chi
non
riceve
l’eucaristia,
è
quello
di
non
aver
amato
come
avremmo
potuto
e
dovuto.
Con
lo
stile
comportamentale
di
Maria
Santissima,
il
silenzio
e
l'umiltà,
possiamo
eliminare
tutto
il
male,
ma
fintanto
che
continueremo
a
lamentarci
e
a
polemizzare,
dimostreremo
di
non
avere
il
livello
di
fede
giusta.
In
generale
sappiamo
solo
disobbedire
e
non
confermare
le
verità
rivelate,
per
questo
il
male
si
fa
beffa
di
noi
alle
nostre
spalle:
"Poveretto
anche
te!
Se
sapessi
i
disastri
che
hai
combinato
senza
rendertene
conto
e
le
fessure
che
mi
hai
è
aperto…
Sì
sì,
prega
pure,
fai
i
digiuni,
ma
comportati
così
che
almeno
favorisci
la
mia
azione".
Siamo
così
ingenui?
Nessuno
desidera
il
male,
ma
tutti
lo
creano.
E
si
che
quando
ragioniamo
pensiamo
di
essere
uno
più
istruito
dell'altro.
Completare
il
progetto
del
bene
significa
amare
e
immolarci,
mentre
realizzare
il
cammino
del
male
vuol
dire
illuderci,
difendere
noi
stessi
e
le
nostre
ragioni.
Il
pericolo
è
molto
più
serio
di
quello
che
abbiamo
immaginato:
come
un
doppio
sberleffo
verso
il
Signore,
il
male
ci
usa
per
vendetta
contro
chi
amiamo
e
poi
ne
soffriamo
le
conseguenze
più
drammatiche.
Perché
la
folla
che
osannava
Gesù,
l'ha
crocifisso
dopo
tre
giorni?
Significa
che
noi
ci
facciamo
manovrare
da
forze
superiori
con
una
grande
facilità.
Il
male
ci
attacca
con
tanta
veemenza
perché
sa
che
abbiamo
la
doppia
opportunità
di
disintegrare
o
di
favorire
il
bene
e
il
male,
che
siamo
arbitri
tra
le
due
forze
e
decisivi
sulle
sorti
del
mondo;
se
non
fosse
così
ci
lascerebbe
stare.
Ma
stiamo
tranquilli
che
più
di
tanto
Dio
non
gli
concede,
come
è
stato
con
Giobbe.
Siamo
importanti
davanti
agli
occhi
del
Signore,
al
punto
che
la
Madre
di
Dio
scende
in
mezzo
noi
per
rivelarci
l'importanza
della
nostra
presenza
sulla
Terra.
Inoltre
ci
ha
fornito
la
corazza
del
guerriero,
quella
del
silenzio,
perché
non
c'è
niente
che
imbestialisce
il
diavolo
come
il
silenzio.
Queste
parole
difficilmente
si
sono
sentite
nella
storia
dell'uomo,
valgono
molto
di
più
di
un
messaggio,
ma
se
andiamo
a
dirle
al
mondo
ci
prendono
per
fanatici.
Il
male
sa
benissimo
che
non
riuscirà
a
completare
la
sua
vendetta,
ma
sa
di
avere
una
percentuale
altissima
di
successo
proprio
in
mezzo
a
chi
pensa
di
sostenere la legge di Dio.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
L’ago della bilancia
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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