Il nostro livello umano sta rotolando verso il basso come una pietra che distrugge tutto quello che trova sulla sua strada. Facciamo fatica ad accettare la più piccola delle prove e pensiamo di avere dei meriti per aver recitato 50 Ave Maria; la preghiera non può essere un paravento che nasconde le nostre miserie. Invece di gustare le cose della terra ne siamo diventati schiavi, hanno importanza solo gli idoli che ci siamo costruiti. Eppure, quando abbiamo anche solo un mal di testa o una brutta malattia, queste cose non hanno alcun valore, spariscono. Poi, una volta guariti, torniamo a dare ancora maggiore importanza ad esse. Lasciamo tutto per seguire il Signore? Se l’avessimo messo al di sopra di tutto, tante polemiche nelle nostre case non ci sarebbero state. E non si parlerebbe del celibato dei sacerdoti… Abbiamo mai confessato questi peccati? Tante persone attaccate ai soldi hanno fatto soffrire i propri familiari perché bisognava solo risparmiare. Per loro ce n’era sempre, per gli altri non c’era nemmeno il necessario. La cosa triste è che si causa sofferenza nella gioia e si trova gioia nella sofferenza. Il Signore ci gioia quando rinunciamo per amore, per far piacere agli altri e creare l’armonia. Ma noi diamo meno importanza a queste persone. Quanti uomini avrà salvato Gesù con la sua croce? Bisogna saper accettare la parte difficile e in quei momenti trovare anche la gioia nella tristezza, nella fatica e dove ci sono molti problemi. Coloro che invece vivono nel benessere e dovrebbero essere felici, causano tristezza e angoscia per avidità, potere, superbia, presunzione, arroganza. Altri che sono in condizioni di sofferenza ci donano felicità. È terribile questa cosa! Chi dice “non va bene niente” parla contro Dio perché sembra che abbia creato un mondo imperfetto, ma è colpa dell’uomo quello che stiamo vivendo. Questa nevrosi e tristezza non è dimostrazione di fede. La storia dei santi non è stata scritta come l’hanno vissuta veramente, è stata molto addolcita. A noi il Signore non chiede un sacrificio così grande, ma siamo così superbi e arroganti d’aver sconvolto tutto. Questa insoddisfazione, tristezza e tendenza all’autodistruzione a livello planetario è terribile! In men che non si dica può nascere un virus che ci spazza via tutti. Non è terrorismo ma consapevolezza. Il piccolo resto che rimarrà non dovrà avere paura perché vedrà cose abominevoli. Siamo chiamati solamente a vivere i comandamenti di Dio, costi quel che costi, e da veri cristiani anche a soffrire, minimizzare, accettare il male senza lamentarci. Se viene a mancare l’amore è lo sfacelo. Il Signore ha creato tutti per la gioia. C’è gioia e pace quando andiamo in chiesa? Portiamola a casa nostra. Potremmo dire la pace è finita, andiamo a messa. Portiamo a messa qualche rinuncia, qualche fioretto e qualche offesa senza reagire. COSA OFFRIAMO DI NOSTRO? Abbiamo una miriade di intercessori in cielo tra angeli e santi che pregano per noi, un privilegio che non avevano gli uomini dell’Antico Testamento. Coloro che sono vissuti durante le guerre mondiali hanno subito traumi disumani, eppure, invece di ribellarsi, erano attaccati a Dio. Noi al contrario, che abbiamo più motivo di ogni altra generazione di ringraziare il Signore, ci lamentiamo. Gesù, Giuseppe e Maria fanno di tutto per farci star bene, ci hanno suggerito persino le preghiere e noi abbiamo fatto di tutto per star male e far star male gli altri. È un sacrilegio! La Madonna ha iniziato a pensare a noi fin dalle nozze di Cana e noi ci rivolgiamo a lei soltanto per risolvere i nostri problemi, per chiedere. Perché non portiamo la nostra croce con gioia? Il cuore può portare il mondo, come quello di Gesù, di Giuseppe e di Maria, che hanno accettato l’estrema sofferenza. Cosa diamo in cambio di tutto il bene che ci hanno dato in 2000 anni? Quante volte saranno intervenuti dove c’era ingiustizia, cattiveria, orrore, attenuando il dolore umano? Cosa abbiamo rinunciato per l’armonia nelle nostre case? Molti abusano del nome Santissimo della Madre di Dio per creare fantomatici movimenti, è un’offesa al Signore. In tanti casi siamo noi la causa dei nostri guai, le nostre croci non le ha fabbricate il Signore. Rinunciamo a qualcosa di nostro per un bene comune? Quando una persona ci insulta dovremmo dispiacerci per la sua anima non del male che ci sta facendo, magari pensando a una vendetta. Chi ha Dio nel cuore sente come un atto di superbia addirittura il perdonare e non fa polemica contro chi lo fa tribolare. Siamo lontani dall’essere credibili. Nessun popolo ha avuto il nostro privilegio di vivere nel tempo migliore della storia della creazione. Possiamo gustare ogni genere di cibo in tempo di pace e godere del progresso che il Signore ci ha concesso. Dovevamo solo conservare le basi principali che i profeti hanno rivelato, eppure ci interessano di più i diritti che i doveri. L’abbondanza crea un brutto stile di vita perché realizza nelle persone l’idea di poter fare tutto e così, salvo poche eccezioni, si fanno le cose peggiori. Invece quando c’è il momento peggiore non dobbiamo demoralizzarci, condannare. Non ci sono penalizzati o fortunati in questa terra, perché poi i conti tornano nell’eternità, quello che riteniamo fortunato può essere il più penalizzato. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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Il nostro livello umano sta rotolando verso il basso come una pietra che distrugge tutto quello che trova sulla sua strada. Facciamo fatica ad accettare la più piccola delle prove e pensiamo di avere dei meriti per aver recitato 50 Ave Maria; la preghiera non può essere un paravento che nasconde le nostre miserie. Invece di gustare le cose della terra ne siamo diventati schiavi, hanno importanza solo gli idoli che ci siamo costruiti. Eppure, quando abbiamo anche solo un mal di testa o una brutta malattia, queste cose non hanno alcun valore, spariscono. Poi, una volta guariti, torniamo a dare ancora maggiore importanza ad esse. Lasciamo tutto per seguire il Signore? Se l’avessimo messo al di sopra di tutto, tante polemiche nelle nostre case non ci sarebbero state. E non si parlerebbe del celibato dei sacerdoti… Abbiamo mai confessato questi peccati? Tante persone attaccate ai soldi hanno fatto soffrire i propri familiari perché bisognava solo risparmiare. Per loro ce n’era sempre, per gli altri non c’era nemmeno il necessario. La cosa triste è che si causa sofferenza nella gioia e si trova gioia nella sofferenza. Il Signore ci gioia quando rinunciamo per amore, per far piacere agli altri e creare l’armonia. Ma noi diamo meno importanza a queste persone. Quanti uomini avrà salvato Gesù con la sua croce? Bisogna saper accettare la parte difficile e in quei momenti trovare anche la gioia nella tristezza, nella fatica e dove ci sono molti problemi. Coloro che invece vivono nel benessere e dovrebbero essere felici, causano tristezza e angoscia per avidità, potere, superbia, presunzione, arroganza. Altri che sono in condizioni di sofferenza ci donano felicità. È terribile questa cosa! Chi dice “non va bene niente” parla contro Dio perché sembra che abbia creato un mondo imperfetto, ma è colpa dell’uomo quello che stiamo vivendo. Questa nevrosi e tristezza non è dimostrazione di fede. La storia dei santi non è stata scritta come l’hanno vissuta veramente, è stata molto addolcita. A noi il Signore non chiede un sacrificio così grande, ma siamo così superbi e arroganti d’aver sconvolto tutto. Questa insoddisfazione, tristezza e tendenza all’autodistruzione a livello planetario è terribile! In men che non si dica può nascere un virus che ci spazza via tutti. Non è terrorismo ma consapevolezza. Il piccolo resto che rimarrà non dovrà avere paura perché vedrà cose abominevoli. Siamo chiamati solamente a vivere i comandamenti di Dio, costi quel che costi, e da veri cristiani anche a soffrire, minimizzare, accettare il male senza lamentarci. Se viene a mancare l’amore è lo sfacelo. Il Signore ha creato tutti per la gioia. C’è gioia e pace quando andiamo in chiesa? Portiamola a casa nostra. Potremmo dire la pace è finita, andiamo a messa. Portiamo a messa qualche rinuncia, qualche fioretto e qualche offesa senza reagire. COSA OFFRIAMO DI NOSTRO? Abbiamo una miriade di intercessori in cielo tra angeli e santi che pregano per noi, un privilegio che non avevano gli uomini dell’Antico Testamento. Coloro che sono vissuti durante le guerre mondiali hanno subito traumi disumani, eppure, invece di ribellarsi, erano attaccati a Dio. Noi al contrario, che abbiamo più motivo di ogni altra generazione di ringraziare il Signore, ci lamentiamo. Gesù, Giuseppe e Maria fanno di tutto per farci star bene, ci hanno suggerito persino le preghiere e noi abbiamo fatto di tutto per star male e far star male gli altri. È un sacrilegio! La Madonna ha iniziato a pensare a noi fin dalle nozze di Cana e noi ci rivolgiamo a lei soltanto per risolvere i nostri problemi, per chiedere. Perché non portiamo la nostra croce con gioia? Il cuore può portare il mondo, come quello di Gesù, di Giuseppe e di Maria, che hanno accettato l’estrema sofferenza. Cosa diamo in cambio di tutto il bene che ci hanno dato in 2000 anni? Quante volte saranno intervenuti dove c’era ingiustizia, cattiveria, orrore, attenuando il dolore umano? Cosa abbiamo rinunciato per l’armonia nelle nostre case? Molti abusano del nome Santissimo della Madre di Dio per creare fantomatici movimenti, è un’offesa al Signore. In tanti casi siamo noi la causa dei nostri guai, le nostre croci non le ha fabbricate il Signore. Rinunciamo a qualcosa di nostro per un bene comune? Quando una persona ci insulta dovremmo dispiacerci per la sua anima non del male che ci sta facendo, magari pensando a una vendetta. Chi ha Dio nel cuore sente come un atto di superbia addirittura il perdonare e non fa polemica contro chi lo fa tribolare. Siamo lontani dall’essere credibili. Nessun popolo ha avuto il nostro privilegio di vivere nel tempo migliore della storia della creazione. Possiamo gustare ogni genere di cibo in tempo di pace e godere del progresso che il Signore ci ha concesso. Dovevamo solo conservare le basi principali che i profeti hanno rivelato, eppure ci interessano di più i diritti che i doveri. L’abbondanza crea un brutto stile di vita perché realizza nelle persone l’idea di poter fare tutto e così, salvo poche eccezioni, si fanno le cose peggiori. Invece quando c’è il momento peggiore non dobbiamo demoralizzarci, condannare. Non ci sono penalizzati o fortunati in questa terra, perché poi i conti tornano nell’eternità, quello che riteniamo fortunato può essere il più penalizzato.

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