L'uomo
non
sa
vivere
il
suo
momento
terreno
e
vive
tante
memorie
passate
o
futuristiche.
Dobbiamo
stare
attentamente
nella
nostra
epoca,
non
recitare
parti
che
altri
hanno
recitato
100
o
200
anni
fa.
Nessun
santo
ha
l'esperienza
di
questo
momento
perché
ha
vissuto
in
un
contesto
diverso.
Siamo
arrivati
al
limite
della
perfidia
e
della
malvagità,
mai
un
popolo
è
stato
cattivo
come
quello
di
oggi,
fino
al
punto
che
anche
i
bambini
sono
maliziosi.
Come
ascoltatori
smemorati
siamo
i
veri
apostati
della
fede
e
non
parliamo
il
linguaggio
d'amore
di
Maria
e
Gesù.
Quando
andiamo
in
chiesa
e
partecipiamo
al
banchetto
nuziale,
siamo
tutti
commensali,
non
c'è
una
differenza
tra
uno
e
l'altro,
nulla
emerge
delle
qualità
dell'individuo.
La
differenza
si
vede
quando
siamo
chiamati
in
causa
sul
campo
di
battaglia
e
dobbiamo
dimostrare
la
nostra
capacità.
Come
ci
proponiamo
e
come
risolviamo
i
nostri
problemi?
Affrontiamo
i
discorsi
con
sapienza
oppure
riflettiamo
le
nostre
ideologie
e
ispirazioni?
È
questo
che
dobbiamo
capire
come
cristiani,
invece
di
dare
così
importanza
al
ritualismo.
La
cosa
che
dobbiamo
rafforzare
in
quest'epoca
è
l'amore
tra
di
noi.
Dio
ci
chiede
di
accettare
ogni
tipo
di
offesa
e
di
umiliazione,
di
tendere
la
mano
a
chi
ci
deride.
Se
non
sappiamo
farlo
non
saremo
mai
suoi
servi
e
non
riceveremo
il
premio
migliore.
Ciò
non
vuol
dire
essere
persone
incapaci
o
stupide,
chi
sa
dominarsi
ha
la
fortezza
umana,
mentre
chi
reagisce
cade
nella
trappola
di
Satana
dello
scontro
e
della
confusione.
La
persona
saggia
distrugge
tutte
le
discordie
nella
propria
famiglia,
dovremmo
chiedere
al
Signore
di
essere
dei
parafulmini,
che
tutte
le
insinuazioni,
le
insolenze
e
le
cattiverie,
non
siano
riservate
ai
nostri
cari,
ma
a
noi.
Chissà
quante
grazie
scenderebbero
dal
cielo!
Sentiremmo
anche
una
gioia
impareggiabile
perché
abbiamo
messo
al
tappeto
lo
spirito
del
male.
Però
bisogna
essere
forti
e
coraggiosi
per
fare
questa
richiesta,
ci
renderemmo
conto
che
tutto
il
male
si
ferma
e
si
disintegra
davanti
a
noi,
quello
che
inizialmente
sembra
una
sconfitta
poi
diventa
una
vittoria.
Chiediamo
al
Signore
di
usarci
per
la
sua
gloria,
di
farci
strumenti
della
pace
come
nella
Preghiera
Semplice
di
San
Francesco.
Portare
l'amore
non
significa
reagire
o
difendere
le
nostre
ragioni,
ma
subire
con
eroismo
ogni
sorta
di
umiliazione.
Il
nemico
che
ci
perseguita
sulla
terra
è
quello
che
ci
può
acquistare
meriti
davanti
a
Dio.
Siamo
portatori
di
gioia
o
di
tristezza
e
angoscia?
Quale
caratteristica
viviamo
di
più
nell'arco
delle
24
ore?
Solo
una
stretta
minoranza
riesce
a
dimostrare
che
ama,
perdona
e
non
critica,
è
inutile
dimostrare
quello
che
non
siamo
con
le
nostre
devozioni
e
poi
innescare
i
soliti
discorsi
polemici.
Il
Signore
non
è
un
fabbricatore
di
croci,
per
tanti
motivi
si
creano
situazioni
che
spesso
derivano
dalle
nostre
colpe,
dal
nostro
sviscerato
orgoglio,
da
superbia,
presunzione
e
arroganza.
Chi
di
noi
accetta
con
amore
l'umiliazione
più
ingiusta,
senza
piangerci
sopra
per
tanto
tempo
e
senza
lamentarsi
con
familiari
o
amici?
I
santi
non
piangevano
quando
subivano
ogni
sorta
di
tribolazione,
non
giudicavano
nè
criticavano,
non
andavano
a
raccontare
al
mondo
intero
le
magagne
degli
altri.
Coloro
che
hanno
i
problemi
più
grandi
sono
quelli
che
si
comportano
con
più
regalità
davanti
a
Maria
Santissima,
accettano
anche
una
vita
di
sofferenza,
portano
serenità
e
gioia,
portano
la
croce
con
dignità
senza
che
gli
altri
se
ne
accorgano.
Chi
ama
e
perdona
sente
nel
cuore
la
dolcezza
e
la
gioia
che
vengono
dal
Signore.
Sarebbe
meraviglioso
incrociare
lo
sguardo
Maria
Santissima
in
un
modo
invisibile
e
sentire
il
suo
riconoscimento,
il
suo
"bravo",
senza
dirlo
a
nessuno.
Perché
le
cose
del
Signore
non
si
mettono
in
piazza.
Parlando
dei
nostri
progetti
spesso
riveliamo
cose
che
non
andrebbero
rivelate
e
così
non
si
realizzano,
mentre
quando
non
diciamo
niente
hanno
più
possibilità
di
compiersi.
Gesù
ha
santificato
la
croce
(che
è
la
nostra
vergogna),
chi
la
propone
scaccia
il
male.
Desideriamo
veramente
essere
più
coraggiosi,
meno
lamentosi,
e
far
vedere
che
la
cosa
più
bella
è
quella
di
essere
stati
creati
e
fatti
cristiani.
Siamo
consapevoli
dei
privilegi
che
abbiamo
ottenuto?
Perché
annulliamo
il
bene,
malignando
e
riportando
i
difetti
degli
altri?
Quando
si
dice
bene,
si
benedice,
quando
si
dice
male,
si
maledice.
Bisogna
pregare
come
va
pregato,
rivelando
almeno
in
parte
quello
che
è
scritto,
perché
dove
c'è
una
persona
giusta
il
male
sparisce.
Non
bisogna
creare
alterchi
e
litigi,
alzando
i
toni
con
i
familiari
per
difendere
il
Signore.
Siamo
graditi
ai
nostri
familiari?
Se
non
lo
siamo
la
colpa
è
anche
nostra.
La
Madonna
ha
accettato
ogni
sorta
di
provocazione
e
di
offesa,
è
sempre
stata
dolce
e
amorevole
anche
con
i
peggiori.
Lei
si
aspetta
un
nostro
messaggio
da
portare
in
cielo,
una
buona
azione,
non
solo
richieste
d'aiuto
quando
nemmeno
sappiamo
cosa
sia
conveniente
chiedere.
Desidera
che
diffondiamo
la
parola
del
suo
divin
Figlio,
non
le
preghiere
devozionali.
Come
il
vapore
acqueo
sale
in
cielo
e
provoca
la
pioggia,
così
dalla
terra
deve
salire
una
dimostrazione
d'amore
per
far
scendere
la
grazia
del
Signore.
L'uomo
non
vive
nella
pace
e
nella
gioia
perché
vive
di
rimpianti
o
di
rimorsi.
Chi
è
giusto
davanti
a
Dio
è
sereno,
non
tira
conclusioni
affrettate
per
sé
stesso.
È
meglio
avere
rimpianti
perché
il
rimorso
riguarda
il
prossimo,
significa
che
non
ci
siamo comportati bene con le altre persone.
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