Abbiamo
difficoltà
a
fare
ciò
che
il
Signore
ci
chiede,
a
servirlo
e
a
rinunciare
alle
nostre
abitudini
quotidiane,
perché
non
lo
amiamo
al
di
sopra
di
tutto!
Prima
ci
sono
i
nostri
impegni
quotidiani,
i
nostri
familiari,
il
nostro
lavoro.
Davanti
al
Signore
mettiamo
i
nostri
interessi
economici,
lo
barattiamo
con
i
soldi….Che
tristezza!
Per
la
persona
che
amiamo
saremmo
disposti
a
fare
qualsiasi
cosa,
anche
lasciare
la
nostra
famiglia.
Con
il
Signore
non
avviene
così,
perché
prima
ci
sono
i
nostri
problemi
e
le
nostre
esigenze;
anzi
pretendiamo
che
il
Signore
si
debba
accontentare
di
quello
che
gli
passiamo…
È
questo
il
bene
che
dimostriamo
Signore?
Al
di
sopra
di
tutto
nella
nostra
mente,
nel
nostro
cuore
e
nei
nostri
desideri,
deve
esserci
il
Signore,
il
quale
è
contento
di
essere
presente
nel
nostro
sentimento,
anche
se
gli
concediamo
poco
spazio.
Un
po’
come
avviene
quando
amiamo
una
persona
e
possiamo
frequentarla
una
sola
volta
alla
settimana:
il
nostro
pensiero
è
continuamente
rivolto
a
quella
persona,
pur
realizzando
tutti
i
nostri
impegni
di
lavoro
e
familiari.
È
questo
che
il
Signore
si
aspetta
da
noi,
non
che
gli
dimostriamo
di
andare
a
messa
tutti
i
giorni
o
agli
incontri
di
preghiera,
tralasciando
i
nostri
impegni
e
creando
problemi
e
sofferenze
alle
persone
che
ci
stanno
intorno…
E’
sufficiente
santificare
la
festa
di
domenica,
e
questo
il
Signore
lo
capisce
bene!
Dobbiamo
essere
coerenti
e
consapevoli
che
è
un
impegno
avere
interessi
e
responsabilità
nella
propria
condizione
sociale,
e
che
è
possibile
dimostrare
di
avere
il
Signore
al
primo
posto
nei
nostri
sentimenti,
indipendentemente
dalla
quantità
di
tempo
che
riusciamo
a
dedicargli.
Il
Signore
vuole
il
nostro
sentimento
rivolto
verso
di
lui
e
ce
lo
ha
detto
chiaramente:
“Se
uno
viene
a
me
e
non
odia
suo
padre,
sua
madre,
la
moglie,
i
figli,
i
fratelli,
le
sorelle
e
perfino
la
propria
vita,
non
può
essere
mio
discepolo”
(Lc.14,26).
Non
ci
ha
mai
chiesto
di
rinunciare
ai
nostri
impegni
familiari,
non
ci
ha
chiesto
cose
impossibili,
ci
ha
chiesto
una
cosa
più
semplice
e
possibile
nel
nostro
cuore:
amare.
Che
bello
per
il
Signore
vedere
una
persona
che
soffre
serenamente
perché
non
può
lodarlo,
ma
deve
aiutare
la
sua
famiglia.
Prima
delle
nostre
preghiere,
chiediamoci
se
il
nostro
comportamento
è
giusto
rispetto
a
quello
che
il
Signore
ci
ha
indicato.
Non
pensiamo
di
mettere
al
primo
posto
il
Signore
solo
perché
preghiamo,
perché
quella
è
una
cosa
che
non
ci
costa
niente,
anzi
è
un
beneficio
che
il
Signore
ci
ha
fatto
conoscere
(preghiamo
con
le
sue
parole)
e
ci
concede.
Amiamo,
accettando
le
ingiustizie che a volte, all'origine, nascono da un nostro comportamento sbagliato…
SARÀ LA NOSTRA VITA CHE CI PROMUOVERÀ O CONDANNERÀ
Nei
suoi
interventi
pubblici
Gesù
non
invitava
la
gente
a
pregare,
a
ricevere
la
santa
eucarestia
(a
spezzare
il
pane
con
loro),
ma
continuamente
invitava
a
cambiare
vita,
ad
avere
uno
certo
stile
comportamentale,
non
a
guardare
agli
altri
e
ad
essere
curiosi
degli
sbagli
altrui.
Come
possiamo
pensare
di
criticare
Tizio,
Caio,
o
Sempronio
se
dimostriamo
di
fare
ciò
che
il
Signore
ci
dice
di
non
fare,
se
siamo
pieni
di
infermità
spirituale,
perché
dimostriamo
di
non
possere
i
frutti
dello
spirito
Santo,
che
sono
amore,
gioia,
pace,
pazienza,
benevolenza,
bontà,
fedeltà,
mitezza
e
dominio
di
sé?
Sentiamoci
indegni
e
con
sofferenza
diciamo:
“Signore
tu
mi
hai
messo
al
primo
posto
perché
sei
morto
per
me,
mi
hai
dato
il
sacramento
della
riconciliazione,mi
hai
dato
tutte
le
possibilità
per
essere
ancora
accettato
da
te,
anche
nei
miei
errori.
Ma
io
non
ti
ho
messo
al
primo
posto,
e
non
faccio
per
te
quello
che
tu
hai
fatto
per
me”.
Siamo
solidali
con
il
Signore,
con
quello
che
lui
ha
fatto
per
noi,
per
avere
usato
la
sua
potenza,
il
suo
perdono,
il
suo
amore
per
noi.
Le
parabole
di
Gesù
sono
quasi
un
"rimprovero"
al
nostro
comportamento,
dato
che
non
stiamo
facendo
le
cose
giuste
e
portiamo
avanti
la
nostra
idea
personale
che
la
società,
le
mode
e
lo
stile
di
vita,
ci
hanno
inculcato
in
modo
martellante.
Ci
siamo
illusi
di
fare
le
cose
giuste,
di
essere
solidali
con
una
parte
del
mondo
dove
c'è
sofferenza,
mentre
non
lo
siamo
con
le
persone
della
porta
accanto.
Dentro
di
noi
abbiamo
fatto
posto
all’
iniquità
e
alla
falsità
:
quei
valori
della
vita
che
diciamo
che
nel
mondo
non
ci
sono
più,
in
realtà
non
sono
più
dentro
di
noi.
Cerchiamo
di
fare
quel
poco
che
possiamo
fare
diventando
coerenti,
non
mistici
o
miracolosi
o
miracolati,
ma
semplici
e
giusti.
Interveniamo
su
noi
stessi
per
dimostrare
che
il
cristiano
non
è
poi
così
pieno
di
difetti
e
di
errori,
come
purtroppo
sembra
che
si
evidenzi.
Non
lasciamoci
condizionare
dai
fatti
negativi
di
cui
veniamo
a
conoscenza,
per
non
creare
polemiche,
dissensi
e
maldicenze.
Perché
non
saranno
i
cortei
di
contestazione,
le
raccolte
firme,
i
referendum...
ad
eliminare
tutto
il
male
che
c'è
sulla
terra,
ma
le
vibrazioni
d'amore
che
possono
uscire
anche
dal
nostro
cuore,
inconsapevolmente,
ed
estendersi
a
“macchia
d’olio”
senza
lasciare
vuoti,
a
partire
dalle
persone
a
noi
vicine.
Come
avveniva
per
Gesù
e
Maria:
al
loro
passaggio
il
male
si
disintegrava,
le
persone
dannate
all'improvviso
trovavano
la
pace,
svaniva
la
rabbia
e
l'odio.
Insegniamolo anche gli altri senza diventare persone bigotte o insignificanti, ma avendo gli interessi nei nostri impegni.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Che posto occupa il Signore nella nostra vita?
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)
Monte Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono