In realtà noi vogliamo sentire la parola dell'uomo in nome di Dio o vogliamo sentire Dio? Il concetto è molto diverso. L'uomo che parla in nome di Dio ha una sua valenza, perché ci fa conoscere i decreti, i comandamenti, le vie e le regole da seguire, ma poi quando si tratta di affinare tutto questo e dare valore a quello che già si conosce, non abbiamo più bisogno di sentirci ripetere le stesse cose. Fin tanto che l'uomo ha bisogno sempre di avere delle risposte per sapere quello che deve fare, dimostra di non avere fede, perché la fede è illuminante, risponde a tutte le sue esigenze. Qualsiasi uomo, biblista o oratore, parla con la sua conoscenza e il suo limite, ma sappiamo che rispetto a Dio è un microbo, un nulla. Dunque per noi è più importante che ci lasciamo formare da un nulla, anche se parla in nome di Dio, o è più importante che ci mettiamo all'ascolto del Signore, per lasciarci formare in una misura più profonda e perfetta? Vogliamo conquistare un nuovo traguardo o continuare a fare gli errori che facevano anche i nostri avi? Nelle lettere di san Paolo ci viene chiarito in un modo ben preciso quanto valgono i nostri discorsi, perché " dopo il e il no, tutto il resto viene da Satana" , dalla materia. Dall'avvento di Gesù ad oggi l'uomo è peggiorato in una misura immensa, mentre i primi cristiani, quelli che pregavano nelle catacombe, erano i depositari della vera fede, della verità, erano cristiani autentici, ben diversi da quelli di oggi. Essi non erano istruiti dai dottori della legge ebraica, ma erano formati totalmente dal silenzio, dall'applicazione, dalla meditazione e dall'abbandono totale a Dio . Avevano il sostegno dello Spirito Santo e sapevano accettare il massacro nelle arene in un modo molto sereno e coraggioso; se fossero stati formati dalla parola di qualche oratore, non ci sarebbero riusciti. L'uomo, in generale, ha un po' il prurito delle cose soprannaturali, di sentire grandi discorsi ma, tirando le conclusioni, che cosa dimostra di portare a stesso? Solamente parole, parole, parole. Se portasse la verità e la profondità spirituale, il mondo oggi sarebbe molto diverso; non dobbiamo andare in cerca di sensazioni ed emozioni, perché tutti i discorsi che vengono dall'uomo sono terreni, non possono nemmeno essere paragonati a quello che Gesù vuole suggerirci. Dal monte Misma il Signore ci invita a non seguire le abitudini del mondo, ma la sua Parola. Dopo duemila anni la parola del Signore è stata spezzettata e presa a spicchi da troppe persone, perché ognuno la interpreta a modo suo. Così invece di migliorare, peggioriamo. E’ stata modificata nella sua sostanza (dall’uomo, non da Dio) e lo vediamo guardando alle generazioni passate: quello che ci hanno trasmesso, oggi non esiste più. Perché è stata così letteralmente artefatta? Chi ha permesso all'uomo di dire che oggi non è più peccato quello che ieri era peccato? I nostri genitori e i nostri nonni trasmettevano cose ben diverse rispetto a quelle che trasmettiamo ai nostri figli; ci dicevano cosa era giusto e cosa non era giusto fare, mentre oggi non sappiamo più come ci si deve comportare. Il Signore ci vuole parlare ed è talmente vicino a noi che se glielo permettiamo, ci renderemmo conto di non avere più bisogno di impegnarci in “certi spostamenti”. Cerchiamo di dare valore alle parole di Gesù e non a quelle dell'uomo, perché ci sono persone che parlano bene, che coinvolgono, che emozionano, ma una volta finito il discorso, dopo poco tempo non rimane più niente. Il modo migliore di interiorizzare la parola di Dio è quello di comportarsi come si è comportata la Madonna, nell'abbandono e nel silenzio, nella meditazione, nell'esaltare nell’anima la parola del Signore, non di farsi coinvolgere dalle persone esterne che, pur brave che siano, sono sempre molto limitate. Con un po' di incoscienza possiamo abbandonarci alla maestria e ai suggerimenti del Signore, perché la sua Parola è illuminante, rischiara tutto il buio della Terra; quando avremo la sua luce, non avremo più bisogno di spiegazioni e di chiarimenti, perché la verità sarà in noi. Lasciamoci inondare dalla parola del silenzio, non progettiamo o ragioniamo quello che invece il Signore intende suggerirci. L'uomo è in buona fede, ma se Giovanni Paolo II ci ha detto di diffidare dei nuovi teologi, ci sarà un motivo. Proviamo a non seguire le promozioni moderne e ritiriamoci ad ascoltare la parola del Signore come facevano i primi cristiani, non pensiamo che il silenzio sia una cosa vana. Per fare un cammino di abbandono totale a Dio, come ci ha espressamente chiesto la Madonna sul monte Misma, iniziamo a non parlare del Signore in modo improprio, perché l'uomo commette anche questo grave errore senza rendersene conto. Quando avremo capito quello che Gesù ci ha rivelato e che il mondo ha voluto vanificare, potremo essere degni di parlare in nome di Dio, ma prima stiamo attenti, perché di ogni parola infondata ne dovremo rendere conto. Il male trova uno spazio immenso nei nostri discorsi: ci lascia pregare e andare a messa, ma ci fa parlare e ragionare, la cosa più dannosa per la nostra fede, perché non è fatta di parole ma di opere. Quando ci mettiamo a ragionare, tiriamo le conclusioni a nostro favore, perché secondo noi sono gli altri che sbagliano. Se manca l'amore nella nostra fede, manca tutto. Non abbiamo capito Gesù a causa del nostro malcelato egoismo, che continua a suggerirci fatti che non esistono (come giustificare gli errori delle persone) e ci impedisce l’abbandono a Dio. Cerchiamo di essere fermi strumenti della parola del Signore, così lo Spirito Santo scenderà su di noi e improvvisamente la nostra vita si illuminerà di immenso. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
La parola del silenzio
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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In realtà noi vogliamo sentire la parola dell'uomo in nome di Dio o vogliamo sentire Dio? Il concetto è molto diverso. L'uomo che parla in nome di Dio ha una sua valenza, perché ci fa conoscere i decreti, i comandamenti, le vie e le regole da seguire, ma poi quando si tratta di affinare tutto questo e dare valore a quello che già si conosce, non abbiamo più bisogno di sentirci ripetere le stesse cose. Fin tanto che l'uomo ha bisogno sempre di avere delle risposte per sapere quello che deve fare, dimostra di non avere fede, perché la fede è illuminante, risponde a tutte le sue esigenze. Qualsiasi uomo, biblista o oratore, parla con la sua conoscenza e il suo limite, ma sappiamo che rispetto a Dio è un microbo, un nulla. Dunque per noi è più importante che ci lasciamo formare da un nulla, anche se parla in nome di Dio, o è più importante che ci mettiamo all'ascolto del Signore, per lasciarci formare in una misura più profonda e perfetta? Vogliamo conquistare un nuovo traguardo o continuare a fare gli errori che facevano anche i nostri avi? Nelle lettere di san Paolo ci viene chiarito in un modo ben preciso quanto valgono i nostri discorsi, perché " dopo il e il no, tutto il resto viene da Satana" , dalla materia. Dall'avvento di Gesù ad oggi l'uomo è peggiorato in una misura immensa, mentre i primi cristiani, quelli che pregavano nelle catacombe, erano i depositari della vera fede, della verità, erano cristiani autentici, ben diversi da quelli di oggi. Essi non erano istruiti dai dottori della legge ebraica, ma erano formati totalmente dal silenzio, dall'applicazione, dalla meditazione e dall'abbandono totale a Dio . Avevano il sostegno dello Spirito Santo e sapevano accettare il massacro nelle arene in un modo molto sereno e coraggioso; se fossero stati formati dalla parola di qualche oratore, non ci sarebbero riusciti. L'uomo, in generale, ha un po' il prurito delle cose soprannaturali, di sentire grandi discorsi ma, tirando le conclusioni, che cosa dimostra di portare a stesso? Solamente parole, parole, parole. Se portasse la verità e la profondità spirituale, il mondo oggi sarebbe molto diverso; non dobbiamo andare in cerca di sensazioni ed emozioni, perché tutti i discorsi che vengono dall'uomo sono terreni, non possono nemmeno essere paragonati a quello che Gesù vuole suggerirci. Dal monte Misma il Signore ci invita a non seguire le abitudini del mondo, ma la sua Parola. Dopo duemila anni la parola del Signore è stata spezzettata e presa a spicchi da troppe persone, perché ognuno la interpreta a modo suo. Così invece di migliorare, peggioriamo. E’ stata modificata nella sua sostanza (dall’uomo, non da Dio) e lo vediamo guardando alle generazioni passate: quello che ci hanno trasmesso, oggi non esiste più. Perché è stata così letteralmente artefatta? Chi ha permesso all'uomo di dire che oggi non è più peccato quello che ieri era peccato? I nostri genitori e i nostri nonni trasmettevano cose ben diverse rispetto a quelle che trasmettiamo ai nostri figli; ci dicevano cosa era giusto e cosa non era giusto fare, mentre oggi non sappiamo più come ci si deve comportare. Il Signore ci vuole parlare ed è talmente vicino a noi che se glielo permettiamo, ci renderemmo conto di non avere più bisogno di impegnarci in “certi spostamenti”. Cerchiamo di dare valore alle parole di Gesù e non a quelle dell'uomo, perché ci sono persone che parlano bene, che coinvolgono, che emozionano, ma una volta finito il discorso, dopo poco tempo non rimane più niente. Il modo migliore di interiorizzare la parola di Dio è quello di comportarsi come si è comportata la Madonna, nell'abbandono e nel silenzio, nella meditazione, nell'esaltare nell’anima la parola del Signore, non di farsi coinvolgere dalle persone esterne che, pur brave che siano, sono sempre molto limitate. Con un po' di incoscienza possiamo abbandonarci alla maestria e ai suggerimenti del Signore, perché la sua Parola è illuminante, rischiara tutto il buio della Terra; quando avremo la sua luce, non avremo più bisogno di spiegazioni e di chiarimenti, perché la verità sarà in noi. Lasciamoci inondare dalla parola del silenzio, non progettiamo o ragioniamo quello che invece il Signore intende suggerirci. L'uomo è in buona fede, ma se Giovanni Paolo II ci ha detto di diffidare dei nuovi teologi, ci sarà un motivo. Proviamo a non seguire le promozioni moderne e ritiriamoci ad ascoltare la parola del Signore come facevano i primi cristiani, non pensiamo che il silenzio sia una cosa vana. Per fare un cammino di abbandono totale a Dio, come ci ha espressamente chiesto la Madonna sul monte Misma, iniziamo a non parlare del Signore in modo improprio, perché l'uomo commette anche questo grave errore senza rendersene conto. Quando avremo capito quello che Gesù ci ha rivelato e che il mondo ha voluto vanificare, potremo essere degni di parlare in nome di Dio, ma prima stiamo attenti, perché di ogni parola infondata ne dovremo rendere conto. Il male trova uno spazio immenso nei nostri discorsi: ci lascia pregare e andare a messa, ma ci fa parlare e ragionare, la cosa più dannosa per la nostra fede, perché non è fatta di parole ma di opere. Quando ci mettiamo a ragionare, tiriamo le conclusioni a nostro favore, perché secondo noi sono gli altri che sbagliano. Se manca l'amore nella nostra fede, manca tutto. Non abbiamo capito Gesù a causa del nostro malcelato egoismo, che continua a suggerirci fatti che non esistono (come giustificare gli errori delle persone) e ci impedisce l’abbandono a Dio. Cerchiamo di essere fermi strumenti della parola del Signore, così lo Spirito Santo scenderà su di noi e improvvisamente la nostra vita si illuminerà di immenso.

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