Il destino non è fatalità, ma un disegno che il nostro Creatore ha già preparato per noi, al quale non dobbiamo porre resistenza. Da quando ha progettato il mondo, il Signore ha già pensato a tutto quello che doveva essere fino all'ultimo giorno e ha stabilito i luoghi dove devono avvenire certe manifestazioni soprannaturali. Da millenni sapeva quello che doveva avvenire sul monte Misma e lo testimoniano alcuni segni come il sasso che sostiene la cappelletta col volto di Gesù (chi l’ha messo lì?) e come la via dei Santi, realizzata addirittura partendo dall'alto e non dal basso. Dobbiamo essere più riverenti verso i luoghi scelti da Dio e verso la Chiesa che il Signore ha pensato in un modo perfetto. Perché l'ultimo arrivato deve imporre, gestire e mancare di riverenza? Non è così che dobbiamo comportarci nei luoghi benedetti. Troppe persone entrano nella casa del Signore, davanti al Santissimo tabernacolo, con una irriverenza stomachevole. C'è nel nostro cuore il sacro timore di Dio e il rispetto (che non è paura)? Non solo Dio aveva già preordinato tutto, ma aveva dato anche delle regole ben precise in ogni luogo, che nessuno può dissentire. Roberto non sapeva che il 20 gennaio 1988 sarebbe arrivato il turno del Misma, non aveva nessuna cultura religiosa, ma ha seguito la via tracciata per lui dal Signore, creando la base su quel monte, per essere perfezionata in seguito. Che ne sapeva lui di cosa significasse formare una famiglia di cristiani autentici? L'ha capito dopo... Poi è venuta la irriverenza che ha impedito e ritardato quel progetto, perché il male sa come può influire in questo senso. Lo vediamo altresì nelle nostre case, nelle nostre famiglie e nelle altissime sfere dell'autorità della Chiesa. Cerchiamo di capire il nostro ruolo, che è quello di ascoltare, di seguire. Da sempre il Signore prende una persona poco credibile, “che non sa leggere e scrivere”, gli in mano un timone, gli indica la rotta e questa va avanti. È da intelligenti avvicinarsi a quello strumento e dirgli: "Tu non devi andare di qui, ma di lì"? Non sarebbe meglio stati zitti? Il Misma non è un'invenzione umana, come si può realizzare un progetto simile senza la grazia di Dio? Sentiamoci inadeguati davanti al Creatore del mondo e ai suoi progetti, per stimolarci a migliorare, perché in campo spirituale più si cresce e più si diventa piccoli, indegni. L’OPPORTUNITA’ DELL’INTELLIGENTE C’è un elemento che potrebbe avere il valore di recitare cento rosari contemporaneamente: se abbiamo detto qualcosa di male a nostro fratello, andiamo a chiedergli scusa. Anche se ha torto. Se non accetta il nostro gesto, chiediamo scusa al nostro cuore e alla nostra anima, che abbiamo offeso e condannato con la nostra lingua, facendo inorridire gli angeli e i santi. E’ un gesto dal valore immenso, che dobbiamo sentire dal cuore, non farlo con freddezza. Questo non vuol dire che non dobbiamo pregare, perché attraverso la preghiera dimostriamo il nostro amore a Dio liberando il nostro cuore, come se scrivessimo una lettera d'amore alla persona amata. La preghiera non va dimostrata in piazza, perché allora non è libera. Quando uno di noi va umilmente a chiedere scusa perché si rende conto d'aver detto una cosa che non doveva dire, fa’ gioire il Signore, mentre siamo sgraditi ai sui occhi quando diciamo una cosa non giusta e sgradevole. Sentiamoci di dover soltanto amare, come ci chiede il Signore. E’ questo il sentimento che ha nel cuore Roberto davanti alla visione di Maria Santissima, tutto il resto non esiste più. Per piacere a Dio dobbiamo avere le qualità giuste, che vanno contro il nostro orgoglio; se nel nostro cuore abbiamo una diatriba con un'altra persona, è opera molto gradita andare a chiedere scusa. Però se la persona direttamente coinvolta non sa niente, cerchiamo di riparare andando verso quella persona con cui abbiamo parlato male, altrimenti rischiamo di creare una situazione negativa. Questo gesto vale un'infinità di preghiere, anzi diamo valore anche a quelle che abbiamo già recitato in passato. Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
L'irriverenza dell'ignorante
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© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
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Il destino non è fatalità, ma un disegno che il nostro Creatore ha già preparato per noi, al quale non dobbiamo porre resistenza. Da quando ha progettato il mondo, il Signore ha già pensato a tutto quello che doveva essere fino all'ultimo giorno e ha stabilito i luoghi dove devono avvenire certe manifestazioni soprannaturali. Da millenni sapeva quello che doveva avvenire sul monte Misma e lo testimoniano alcuni segni come il sasso che sostiene la cappelletta col volto di Gesù (chi l’ha messo lì?) e come la via dei Santi, realizzata addirittura partendo dall'alto e non dal basso. Dobbiamo essere più riverenti verso i luoghi scelti da Dio e verso la Chiesa che il Signore ha pensato in un modo perfetto. Perché l'ultimo arrivato deve imporre, gestire e mancare di riverenza? Non è così che dobbiamo comportarci nei luoghi benedetti. Troppe persone entrano nella casa del Signore, davanti al Santissimo tabernacolo, con una irriverenza stomachevole. C'è nel nostro cuore il sacro timore di Dio e il rispetto (che non è paura)? Non solo Dio aveva già preordinato tutto, ma aveva dato anche delle regole ben precise in ogni luogo, che nessuno può dissentire. Roberto non sapeva che il 20 gennaio 1988 sarebbe arrivato il turno del Misma, non aveva nessuna cultura religiosa, ma ha seguito la via tracciata per lui dal Signore, creando la base su quel monte, per essere perfezionata in seguito. Che ne sapeva lui di cosa significasse formare una famiglia di cristiani autentici? L'ha capito dopo... Poi è venuta la irriverenza che ha impedito e ritardato quel progetto, perché il male sa come può influire in questo senso. Lo vediamo altresì nelle nostre case, nelle nostre famiglie e nelle altissime sfere dell'autorità della Chiesa. Cerchiamo di capire il nostro ruolo, che è quello di ascoltare, di seguire. Da sempre il Signore prende una persona poco credibile, “che non sa leggere e scrivere”, gli in mano un timone, gli indica la rotta e questa va avanti. È da intelligenti avvicinarsi a quello strumento e dirgli: "Tu non devi andare di qui, ma di lì"? Non sarebbe meglio stati zitti? Il Misma non è un'invenzione umana, come si può realizzare un progetto simile senza la grazia di Dio? Sentiamoci inadeguati davanti al Creatore del mondo e ai suoi progetti, per stimolarci a migliorare, perché in campo spirituale più si cresce e più si diventa piccoli, indegni. L’OPPORTUNITA’ DELL’INTELLIGENTE C’è un elemento che potrebbe avere il valore di recitare cento rosari contemporaneamente: se abbiamo detto qualcosa di male a nostro fratello, andiamo a chiedergli scusa. Anche se ha torto. Se non accetta il nostro gesto, chiediamo scusa al nostro cuore e alla nostra anima, che abbiamo offeso e condannato con la nostra lingua, facendo inorridire gli angeli e i santi. E’ un gesto dal valore immenso, che dobbiamo sentire dal cuore, non farlo con freddezza. Questo non vuol dire che non dobbiamo pregare, perché attraverso la preghiera dimostriamo il nostro amore a Dio liberando il nostro cuore, come se scrivessimo una lettera d'amore alla persona amata. La preghiera non va dimostrata in piazza, perché allora non è libera. Quando uno di noi va umilmente a chiedere scusa perché si rende conto d'aver detto una cosa che non doveva dire, fa’ gioire il Signore, mentre siamo sgraditi ai sui occhi quando diciamo una cosa non giusta e sgradevole. Sentiamoci di dover soltanto amare, come ci chiede il Signore. E’ questo il sentimento che ha nel cuore Roberto davanti alla visione di Maria Santissima, tutto il resto non esiste più. Per piacere a Dio dobbiamo avere le qualità giuste, che vanno contro il nostro orgoglio; se nel nostro cuore abbiamo una diatriba con un'altra persona, è opera molto gradita andare a chiedere scusa. Però se la persona direttamente coinvolta non sa niente, cerchiamo di riparare andando verso quella persona con cui abbiamo parlato male, altrimenti rischiamo di creare una situazione negativa. Questo gesto vale un'infinità di preghiere, anzi diamo valore anche a quelle che abbiamo già recitato in passato.

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