Ci
comportiamo
ancora
da
apprendisti
o
siamo
su
un
cammino
di
specializzazione?
Agli
apprendisti
il
datore
di
lavoro
da
solo
incarichi
di
manovalanza
e
di
assistenza,
mentre
agli
operai
specializzati
da
un
compito
molto
più
complesso.
Noi
possiamo
diventare
servi
specializzati
alla
corte
del
Signore,
il
quale
non
desidera
altro
che
perfezionare
il
nostro
cammino
spirituale;
però
dobbiamo
fermare
obbligatoriamente
la
nostra
mente,
perché
Dio
va
oltre
le
nostre
fantasie,
non
è
contenuto
nelle
nostre
immaginazioni
che,
pur
colorite
o
fantasmagoriche
che
siano,
sono
un
nulla
rispetto
alla
sua
realtà.
Non
illudiamoci
perché,
con
la
mente
immaginiamo
tante
cose,
che
in
realtà
poi
non
vengono
confermate
da
un
comportamento
coerente.
Dobbiamo
pensare
a
questo,
altrimenti
saremo
sempre
fermi
all'apprendistato.
Anzi,
sappiamo
che
tante
volte
l'apprendista
all'inizio
della
sua
carriera,
con
il
desiderio
di
imparare,
è
molto
più
motivato
di
un
apprendista
che
dopo
tanti
anni
è
ancora
a
quel
livello,
perché
non
riesce
a
recepire
quello
che
il
suo
datore
di
lavoro
vuol
fargli
assimilare.
Ecco
perché
noi
siamo
ancora
lì,
statici;
prova
ne
è
che
i
cristiani
invece
di
aumentare
e
promuovere
la
propria
fede,
di
generazione
in
generazione
l’hanno
indebolita,
mentre
sono
aumentate
tutte
le
altre
dottrine,
religioni
e
teorie.
Il
Signore
lo
aveva
annunciato:
“
Quando
scenderò
di
nuovo
dal
cielo
troverò
ancora
la
fede
nell'uomo?”
Siamo
noi
che
non
vogliamo
capirlo,
nella
misura
in
cui
seguiamo
le
abitudini
del
mondo,
perché
quelle
ci
svuotano
di
verità.
Vediamo
solo
che
tra
noi
e
i
nostri
padri
c’è
un'enorme
differenza
di
osservanza
dei
veri
valori.
Nonostante
milioni
di
persone
ai
pellegrinaggi
dal
Papa
e
nei
luoghi
benedetti
(Lourdes,
Fatima,
da
Padre
Pio,
Medjugorje,
Compostela…),
la
grazia
del
Signore
è
stata
dispersa,
non
tramandata.
Perché?
Con
quale
Spirito
siamo
andati
in
quei
luoghi,
per
l'emozione?
Per
dare
libero
sfogo
alla
nostra
immaginazione?
Che
peccato!
Che
tristezza!
Ci
deve
interessare
la
situazione
intorno
a
noi,
perché
se
abbiamo
ricevuto
una
grazia
dal
Signore,
in
termini
di
conoscenza,
la
dobbiamo
mettere
al
servizio
degli
altri,
non
chiuderci
“a
riccio”
su
noi
stessi
e
indurirci
di
cuore.
Mancheremmo
di
solidarietà.
Il
cammino
che
dobbiamo
conoscere
è
profondo
in
una
misura
che
non
conosciamo,
non
possiamo
decidere
quando
è
sufficiente.
Constatiamo
solo
che
prima
di
"rientrare
nell'ovile"
,
dalla
nostra
vita
di
gioventù,
abbiamo
considerato
di
più
la
parola
del
Signore
con
la
nostra
vita.
Ma
siamo
ancora
fermi
lì,
non
siamo
cresciuti,
non
siamo
lievitati
e
non
abbiamo
aumentato
il
nostro
raggio
d'azione
nella
misura
in
cui
dovremmo
fare,
nonostante
tutte
le
omelie
e
le
conferenze
che
abbiamo
sentito
e
pur
avendo
aumentato
le
nostre
preghiere.
Perché
nei
fatti
dimostriamo
di
essere
degli
ascoltatori
smemorati,
che
dimenticano
quello
che
leggono,
che
pregano
solo
con
le
parole.
Non
è
scritto
da
nessuna
parte
e
tantomeno
sulla
Bibbia
che
l’accumulare
dei
rosari
e
il
ricevere
la
Santa
eucaristia,
ci
garantisce
di
pari
passo
lo
sviluppo
spirituale.
Dovrebbe
accadere
questo
in
realtà,
ma
perché
non
accade?
Ricevendo
l'eucaristia
dovremmo
aumentare
come
forza,
maestria,
specializzazione,
invece
in
troppi
campi
addirittura
si
diminuisce,
perché
non
entra
in
noi
quella
grazia
e
quella
sapienza
che
poi
è
lo
sviluppo
di
tutto.
Dobbiamo
capire
di
fare
la
parte
che
ci
garantisce
più
sviluppo,
ed
evitare
i
cammini
statici
che
ci
fanno
rimanere
sempre
allo
stesso
livello
o
se
non addirittura regredire.
IL FALSO BENE
Dunque
non
si
cresce
con
la
mente,
perché
il
Signore
è
al
di
là
di
ogni
immaginazione
più
fervida
che
ci
sia.
Fermiamo
la
nostra
fantasia
che
ha
fatto
grandi
danni
(ha
svuotate
di
sostanza
le
parole
dei
profeti..),
e
mettiamoci
all'ascolto
della
parola
del
Signore
attraverso
lo
Spirito
Santo,
che
opera
in
modo
misterioso,
non
come
pensiamo
noi,
poiché
nemmeno
gli
apostoli
hanno
deciso
il
giorno
e
l'ora
in
cui
sarebbe
disceso.
Lo
Spirito
Santo
non
può
agire
se
non
in
una
condizione
umana
che
predilige
e
che
Maria
Santissima
ci
vuole
insegnare
perché,
in
primis,
lei
lo
ha
ricevuto.
La
Madonna
non
si
è
comportata
come
noi:
per
perfezionare
la
sua
vita
spirituale,
non
è
andata
a
destra
e
a
sinistra,
non
si
è
agitata,
non
ha
rumoreggiato,
non
ha
richiamato
su
di
sé
l'attenzione,
non
si
è
immaginata
chissà
che
cosa.
Nessuno
si
è
accorto
che
era
piena
di
Spirito
Santo,
se
non
il
Padre,
perché
l'anima
sua
magnificava
il
Signore.
E
noi
vogliamo
fare
l'esatto
contrario?
La
Madonna
vuol
trasmetterci
la
sua
gioia,
e
noi
la
possiamo
fare
gongolare,
anche
nella
nostra
imperfezione.
Lei
sa
che
mai
come
in
questo
periodo
il
male
si
è
accanito
contro
di
noi,
e
vuole
ostacolarci
qualsiasi
sviluppo,
richiamando
la
nostra
attenzione
in
tanti
modi,
uno
più
logico
dell'altro.
Non
è
che
ci
chiama
all'attenzione
del
male,
ma
a
un
falso
bene,
con
degli
ideali
giusti
a
livello
mentale
e
materiale;
però
è
un
cammino
ingannevole
perché
ci
porta
via
dal
vero
maestro
e
dal
vero
regista
che
è
Dio,
che
è
lo
Spirito
Santo.
Non
dobbiamo
commentare
queste
confidenze
di
Maria
Santissima,
anche
se
sono
spirito
di
contraddizione
rispetto
alle
nostre
abitudini,
perché
il
male
sa
che
noi
abbiamo
dei
limiti
mentali;
sa
che
la
nostra
testa
non
può
recepire
tutte
le
verità
del
mondo,
ma
ne
può
contenere
due
o
tre,
e
tutto
il
resto
sfugge.
A
nostra
insaputa,
l'infido,
ci
fa
impegnare
la
mente
su
falsi
obiettivi
basati
sulla
parola
del
Signore.
Non
meravigliamoci
di
questo
e
non
riteniamoci
al
di
sopra
di
ogni
sospetto
o
esclusi
da
ogni
attacco
del
male
solo
perché
preghiamo
e
abbiamo
la
Bibbia,
perché
come
ha
detto
Paolo
VI
“il
fumo
di
Satana
è
entrato
in
Vaticano”,
la
casa
maestra
di
Dio.
E
nemmeno
Padre
Pio
era
al
sicuro
nel
suo convento…
SI CRESCE COL CUORE, NON CON LA MENTE
Osserviamo
il
nostro
comportamento:
niente
ci
garantisce
che
abbiamo
la
grazia
del
Signore,
tanto
meno
la
nostra
esteriorità
(ad
esempio
chiudere
gli
occhi
o
assumere
un
aspetto
mistico
durante
la
preghiera...),
ma
la
nostra
interiorità,
l'anima,
il
cuore.
Non
riusciamo
neanche
a
capire
che
cosa
è
racchiuso
come
sostanza
nella
parola
del
Signore,
perché
siamo
illusionisti,
immaginari,
individualisti,
benevoli
con
i
pensieri,
quando
invece
il
comportamento
è
tutt’altro.
La
nostra
immaginazione
nemmeno
comprende
il
vero
significato
di
misericordia,
bontà,
mansuetudine,
pazienza
…
Noi
che
siamo
dei
pulviscoli
nell'universo
creato,
senza
la
grazia
del
Signore,
come
possiamo
concepire
con
la
fantasia
la
realtà
di
Dio?
Meditiamo
la
lettera
di
san
Paolo
ai
Colossesi:
“Fratelli,
rivestitevi,
come
eletti
di
Dio,
santi
e
amati,
di
sentimenti
di
misericordia,
di
bontà,
di
umiltà,
di
mansuetudine,
di
pazienza;
sopportandovi
a
vicenda
e
perdonandovi
scambievolmente,
se
qualcuno
abbia
di
che
lamentarsi
nei
riguardi
degli
altri.
Come
il
Signore
vi
ha
perdonato,
così
fate
anche
voi.”
Chi
di
noi
è
avvolto
di
questa
veste
candida?
In
realtà
siamo
ancora
apprendisti,
è
solo
la
nostra
immaginazione
che
pensa
di
aver
raggiunto
il
livello
della
specializzazione.
Che
errore
grossolano!
La
nostra
fede
si
affievolisce
sempre
più,
perché
noi
trasmettiamo
quello
che
abbiamo
nella
mente.
Chi
di
noi
è
rivestito
di
questi
sentimenti
se
ci
basta
un
niente,
uno
sgarbo,
per
“puntare
subito
il
dito?”.
Se
fossimo
uniti
in
un
unico
credo
in
questi
sentimenti
nobili,
le
nostre
preghiere
potrebbero
essere
più
micidiali
di
tutte
le
bombe
del
mondo
e
potremmo
davvero
fa
gioire
la
Madonna,
anche
con
i
nostri
difetti,
perché
vuol
dire
che
siamo
genuini,
spontanei,
veri.
Chi
di
noi
si
illude
di
avere
queste
qualità
e
non
le
ha,
allora
è
un
fanatico,
è
il
demonio
più
pericoloso
che
possa
esistere
in
un
gruppo
di
preghiera,
è
quello
che
fa
più
danno
di
qualsiasi
altra
cosa,
persino
di
peccati
più
clamorosi,
perché
non
c'è
cosa
peggiore
di
annullare
la
verità
di
Dio
pensando
di
sostenerla.
È
la
nostra
mente
che
ci
impedisce
tutto,
perché
abbiamo
delle
risposte
e
degli
agganci
che
non
sono
autentici,
ma
che
ci
servono
per
continuare
e
per
dare
una
giustificazione
a
tutti
i
periodi
della
nostra
vita
più
o
meno
positivi.
Abbiamo
tanta
immaginazione
dovuta
agli
incontri
che
abbiamo
fatto
con
tanti
maestri
della
parola;
ma
questi
servono
a
coloro
che
devono
cambiare
vita,
agli
apprendisti.
Questo
non
vuol
dire
non
più
pregare
e
non
più
andare
a
messa,
perché
almeno
questo
rimane
un
sostegno
sicuro,
una
protezione
che
viene
dalla
misericordia
di
Dio
senza
la
quale
saremmo
sicuramente
scesi
ancora
più
in
basso,
e
chissà
dove
saremmo
scivolati!
Mettiamoci
davanti
alla
legge
di
Dio,
come
fossimo
davanti
a
uno
specchio
che
riflette
la
nostra
bontà
d'animo,
la
nostra
mansuetudine,
il
nostro
modo
comportamentale,
perché
è
più
comodo
illuderci
che
va
tutto
bene
in
virtù
di
buone
azioni
esteriori
che
facciamo.
Ma
la
parola
di
Dio
parla
tutto
d'interiorità.
Se
noi
abbiamo
una
interiorità
autentica,
tutte
le
nostre
azioni
saranno
accompagnate
da
autenticità;
se
invece
non
siamo
autentici
dentro
e
abbiamo
la
doppiezza
di
cuore,
di
generazione
in
generazione
la
nostra
fede
si
disperde,
si
affievolisce,
si
indebolisce.
È
l'obiettivo
che
ci
deve
unire,
non
il
rispetto
umano
che
viene
dall'educazione
che
abbiamo
recepito,
perché
quello
non
corrisponde
a
ciò
che
abbiamo
nel
cuore,
ma
ad una convenienza nel parlare in un certo modo.
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