Un deserto sul Misma
Che
cosa
ha
voluto
trasmetterci
Gesù
dalla
croce
espiando
tutti
peccati
del
mondo?
Di
sostituirci
a
un
nostro
fratello
che
ha
una
debolezza,
invece
di
accusarlo.
Quando
un
persona
ha
un
difetto
o
una
dipendenza,
non
dobbiamo
stupirci
e
dimostrare
che
siamo
più
bravi,
ma
possiamo
fare
un
tacito
accordo
con
il
Signore
per
espiare
al
posto
suo
rinunciando
a
qualcosa,
a
un
nostro
vizio,
affinché
venga
perdonato.
Se
non
riesce
a
fare
il
digiuno
o
un
piccolo
fioretto,
facciamolo
noi
per
lui;
faremo
così
un
doppio
gesto
d'amore,
uno
verso
il
prossimo
e
uno
verso
Dio.
Dobbiamo
sacrificare
quello
che
fino
a
ieri
ci
ha
sedotto
per
far
scendere
dalla
croce
Gesù.
Se
ci
abituiamo
a
rinunciare
a
una
semplice
caramella,
possiamo
rinunciare
anche
a
tutto
ciò
che
ci
sembra
impossibile.
E’
semplicissimo.
Il
Signore
non
disdegnerà
questa
nostra
azione,
anzi
è
da
duemila
anni
che
si
aspetta
che
qualcuno
dia
un
valore
alla
Croce
con
questo
tacito
accordo,
che
Lui
solo
deve
conoscere.
Si
parla
tanto
di
sesso,
come
se
il
mondo
girasse
intorno
a
quello
“stupido
organo":
ricordiamoci
che
tutti
gli
stimoli
e
tutto
ciò
che
fa
parte
del
corpo
umano
può
essere
gestito
dalla
mente.
Il
Signore
non
ci
ha
dato
delle
situazioni
fisiche
ingestibili,
bisogna
solamente
capire
qual
è
la
nostra
volontà.
Il
peccato
non
è
la
differenza
tra
il
giorno
e
la
notte,
ma
è
un'abitudine
mentale
che
non
parte
dal
nostro
istinto.
Come
abbiamo
allenato
la
nostra
mente?
Chi
la
allena
per
approfondire
sempre
di
più
quella
seduzione,
è
logico
che
il
desiderio
aumenterà
in
quella
direzione.
Al
contrario,
abituando
la
propria
mente
a
gestire
meglio
il
desiderio
dei
sensi,
tutto
diventerà
più
facile.
Se
ci
offriamo
come
servi
del
Signore
e
ci
affidiamo
a
lui,
tutte
le
nostre
dipendenze
spariscono,
i
sensi
che
hanno
bollito
per
tanto
tempo
si
acquietano,
tutti
i
richiami
si
diradano.
Come
possiamo
dire
è
impossibile?
E’
impossibile
per
noi,
ma
non
per
il
Signore
che
ha
già
pensato
a
tutto.
Le
nostre
preghiere
non
devono
essere
un
rito,
ma
un
sentimento.
Non
dobbiamo
confidare
in
Dio
come
se
dovesse
rimediare
a
tutto
gli
errori
che
commettiamo,
ma
dimostrare
un
po’
di
riordinare
il
disordine
nella
misura
in
cui
ci
compete.
Quando
onoriamo
la
Divina
Misericordia
diciamo:
"Gesù
confido
in
te",
ma
Gesù
guardandoci
può
dire:
"Sei
tu
che
devi
confidare
in
me
o
sono
io
che
devo
confidare
in
te?".
Ecco
come
si
ribaltano
le
situazioni!
Per
salvare
il
mondo
Gesù
confida
in
ciascuno
di
noi,
completa
con
la
sua
potenza
il
nostro
comportamento.
Che
ignoranti
che
siamo!
Dicendo
a
Gesù
che
confidiamo
in
Lui
è
come
se
gli
dicessimo
di
rimanere
in
croce,
perchè
la
sua
misericordia
è
talmente
scontata
che
ha
pensato
a
noi
ancor
prima
che
nascessimo.
Mettiamoci
in
discussione
e
diciamo:
"Gesù
voglio
che
tu
scenda
un
attimo
da
quella
croce".
Lui
ci
risponderà:
"per
poterlo
fare
io
confido
in
te",
attraverso
gesti
banali
come
amarci
gli
uni
gli
altri
e
dispiacerci
quando
abbiamo
un
problema
con
una
persona,
pur
avendo
mille
ragioni.
La
vera
coroncina
della
misericordia
dobbiamo
recitarla
su
di
noi
e
non
diciamo
che
Gesù
è
in
croce
per
volontà
di
Dio,
altrimenti
profaniamo
il
secondo
comandamento.
CONDOLERCI DEI MALI DEL MONDO
Riusciamo
a
condolerci
dei
difetti
degli
altri
o
ci
lamentiamo
e
ci
comportiamo
sempre
con
un'invidia
che
è
peggio
del
veleno?
Condolerci
vuol
dire
renderci
responsabili
di
espiazione
nella
misura
in
cui
Signore
ci
concede.
Il
suo
significato
è
rinchiuso
nell’invocazione
delle
litanie
dell’umiltà
“Che
altri
siano
consolati
ed
io
con
te
solo
soffra”.
Se
ci
promettiamo
così,
da
domani
troveremo
una
croce
più
pesante.
Siamo
in
grado
di
portarla?
Abbiamo
paura
di
espiare
colpe
non
nostre?
Ma
dov'è
il
nostro
coraggio?
Queste
sono
le
promesse
dei
santi,
però
non
dobbiamo
compiacerci
fra
di
noi,
ma
la
nostra
azione
misteriosa
deve
conoscerla
solo
il
Signore.
Poi
una
volta
fatto
questo
improvvisamente
il
gioco
diventa
leggero
e
senza
che
ce
ne
rendiamo
conto,
la
grazia
di
Dio
può
cambiare
la
nostra
vita,
come
nella
preghiera
di
San
Francesco:
Signore, fai di me uno strumento della tua pace.
Dove c’è odio, che io porti l’amore. Dove c’è offesa, che io porti il perdono.
Dove c’è discordia, che io porti l’unione. Dove c’è errore, che io porti la verità.
Dove c’è dubbio, che io porti la fede. Dove c’è disperazione, che io porti la speranza.
Dove c’è tristezza, chi io porti la gioia. Dove ci sono le tenebre, che io porti la luce.
O Divino Maestro, che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare,
di essere compreso, quanto di comprendere, di essere amato, quanto di amare,
poiché, è dando che si riceve, dimenticandosi che si trova comprensione,
perdonando che si è perdonati, morendo che si resuscita alla vita eterna.
Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
Gesù confida in me
© Un deserto sul Misma - Silenzio, preghiera, meditazione, abbandono….
Monte Misma - Oasi della Pace - via Spersiglio 25 Pradalunga (Bergamo)