La Chiesa non è un porto di mare dove ognuno deve dire la sua, non è una fiera di beneficenza e nemmeno una spelonca di ladri. Cosa rappresenta per noi? La Chiesa è la conoscenza e la rivelazione, attraverso i profeti, della parola di Dio, è il centro di diffusione della verità rivelata. Facciamo un esame di coscienza, dopo tanti anni che la frequentiamo cosa abbiamo imparato? Non ci rimane in mente niente perché non ci interessa, davanti alla prova emerge sempre l’uomo vecchio. I giganti della fede sono stati provati duramente al punto che avrebbero preferito non nascere, mentre noi, che siamo nella comodità più sfrenata, ci lamentiamo. Quale premio pensiamo di ricevere? Dobbiamo sacrificare il nostro orgoglio e il nostro carattere per ottenere la vita eterna, una gioia immensa e infinita che possiamo pregustare già su questa terra se accettiamo le ingiustizie. Nessuno può in questa vita appagare pienamente i suoi desideri (san Tommaso) solo Dio può saziare il cuore dell’uomo, che è senza pace fin quando non riposa in Lui (sant’Agostino). Mettiamo in pratica la parola dei profeti? Chi ha saputo veramente mettere al primo posto le verità principali e i comandamenti? Quest’epoca ci deve preoccupare perché è basata tutta sul materialismo e sul relativismo che non hanno nessuna valenza davanti a Dio. Dopo tanto tempo che andiamo in chiesa dove pensiamo di essere migliorati davanti ai vizi capitali, alle virtù cardinali e alle beatitudini evangeliche? Quando facciamo le cose di malavoglia (l’accidia), per gli altri sarebbe meglio prendere uno schiaffo. Dov’è l’amore? S opportare pazientemente le persone moleste e perdonare le offese sono le rivelazioni indelebili che dobbiamo realizzare e metabolizzare. È questo che il Signore ha affidato ai suoi profeti, facciamone tesoro. A volte andiamo a rivelare esperienze superiori alle nostre capacità, ma questa è vanità. L’uomo ha imparato ciò che non deve fare, cioè a basarsi sulle proprie idee, mentre quello che è scritto sui libri sacri non l’ha messo in pratica. Cosa diciamo e cosa ricordiamo della Bibbia? Le nostre parole sono state di aiuto ai nostri cari e gradite a Dio? Dobbiamo andare in estasi quando un amico ci tradisce, cioè quando siamo davanti alla prova, non quando andiamo a certe funzioni. Siamo pronti ad accettare la peggiore delle situazioni? È allora che il Signore entra nella nostra vita, con la sua misericordia e la sua grazia, rafforza in noi il coraggio e la dignità. Il nostro giorno fortunato è quando sappiamo metabolizzare un’offesa. Il malessere interiore che ci fa criticare non è la nostra integrità spirituale, con un briciolo di bontà vedremmo tutto con occhio diverso. SIAMO NOI CHE SANTIFICHIAMO LA CHIESA Perché Dio è entrato nella tenda di Abramo e ha dato la sua legge in un ambiente familiare? Dove ha avuto l’Annunciazione Maria di Nazareth? Non nel tempio tra i sacerdoti davanti all’Arca dell’alleanza e nemmeno in mezzo a mistificatori o a una moltitudine di persone, ma in una semplice casa. Da è partita la nuova cristianità. E se la nostra Chiesa fosse in una casa familiare? Siamo noi che santifichiamo la Chiesa o è la Chiesa che santifica noi? Che esempio l’uomo ai propri figli? Il Signore si è rivelato a Mosè nel deserto, non nel tempio tra i candelabri d’oro. Ha scelto di annunciare un cambiamento epocale a una ragazza che pochissimi conoscevano, noi invece crediamo a chi ci più garanzie (economiche). Quella povera persona che deve subire ogni sorta di ingiustizia non riteniamo logico che sia un portatore di grazie e di verità perché ai nostri occhi non è credibile. Quale credibilità avrà avuto Maria Santissima, una ragazza di 14 anni, davanti all’opinione pubblica? I veri santi hanno santificato la Chiesa con la loro vita, non sono stati chiamati nella basilica di san Pietro ma nei posti più disparati dove c’era un basso tenore di vita. È importante quello che facciamo nella nostra vita quotidiana. Quale buona azione offriamo sull’altare quando si rinnova il sacrificio di Gesù? Cosa dimostriamo di aver messo in pratica dall’ultima volta che siamo entrati in chiesa? È troppo facile pensare di santificarci quando siamo sempre fermi sulle nostre posizioni. Nessuno è diventato santo per essere entrato in chiesa una volta in più degli altri, quando usciamo abbiamo lo stesso stato d’animo e gli stessi difetti, basta una piccola prova siamo già sul piede di guerra. Non ci deve interessare che i nostri figli vadano in chiesa, ma che abbiano le caratteristiche giuste per entrarci, con lo spirito del ringraziamento. Non ci si va per disperazione o per ottenere. Il risultato che abbiamo avuto nella nostra vita è un regalo di Dio, non è per la nostra bravura. Lo ringraziamo? Tante persone pur avendo le capacità non hanno potuto esprimerle e tanti comportamenti possono essere anche malattie psicologiche, traumi, blocchi, non solo furberia. Anche noi potremmo essere al posto dei mendicanti, facciamo di tutto per non farci maledire, non umiliamoli, perché il creatore del male può realizzare il loro desiderio contro di noi. Abbiamo rimorsi di coscienza per avere sparlato o per non aver aiutato qualcuno? Oppure pensiamo di avere dei meriti soltanto per essere entrati in chiesa? Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul monte Misma
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La Chiesa non è un porto di mare dove ognuno deve dire la sua, non è una fiera di beneficenza e nemmeno una spelonca di ladri. Cosa rappresenta per noi? La Chiesa è la conoscenza e la rivelazione, attraverso i profeti, della parola di Dio, è il centro di diffusione della verità rivelata. Facciamo un esame di coscienza, dopo tanti anni che la frequentiamo cosa abbiamo imparato? Non ci rimane in mente niente perché non ci interessa, davanti alla prova emerge sempre l’uomo vecchio. I giganti della fede sono stati provati duramente al punto che avrebbero preferito non nascere, mentre noi, che siamo nella comodità più sfrenata, ci lamentiamo. Quale premio pensiamo di ricevere? Dobbiamo sacrificare il nostro orgoglio e il nostro carattere per ottenere la vita eterna, una gioia immensa e infinita che possiamo pregustare già su questa terra se accettiamo le ingiustizie. Nessuno può in questa vita appagare pienamente i suoi desideri (san Tommaso) solo Dio può saziare il cuore dell’uomo, che è senza pace fin quando non riposa in Lui (sant’Agostino). Mettiamo in pratica la parola dei profeti? Chi ha saputo veramente mettere al primo posto le verità principali e i comandamenti? Quest’epoca ci deve preoccupare perché è basata tutta sul materialismo e sul relativismo che non hanno nessuna valenza davanti a Dio. Dopo tanto tempo che andiamo in chiesa dove pensiamo di essere migliorati davanti ai vizi capitali, alle virtù cardinali e alle beatitudini evangeliche? Quando facciamo le cose di malavoglia (l’accidia), per gli altri sarebbe meglio prendere uno schiaffo. Dov’è l’amore? S opportare pazientemente le persone moleste e perdonare le offese sono le rivelazioni indelebili che dobbiamo realizzare e metabolizzare. È questo che il Signore ha affidato ai suoi profeti, facciamone tesoro. A volte andiamo a rivelare esperienze superiori alle nostre capacità, ma questa è vanità. L’uomo ha imparato ciò che non deve fare, cioè a basarsi sulle proprie idee, mentre quello che è scritto sui libri sacri non l’ha messo in pratica. Cosa diciamo e cosa ricordiamo della Bibbia? Le nostre parole sono state di aiuto ai nostri cari e gradite a Dio? Dobbiamo andare in estasi quando un amico ci tradisce, cioè quando siamo davanti alla prova, non quando andiamo a certe funzioni. Siamo pronti ad accettare la peggiore delle situazioni? È allora che il Signore entra nella nostra vita, con la sua misericordia e la sua grazia, rafforza in noi il coraggio e la dignità. Il nostro giorno fortunato è quando sappiamo metabolizzare un’offesa. Il malessere interiore che ci fa criticare non è la nostra integrità spirituale, con un briciolo di bontà vedremmo tutto con occhio diverso. SIAMO NOI CHE SANTIFICHIAMO LA CHIESA Perché Dio è entrato nella tenda di Abramo e ha dato la sua legge in un ambiente familiare? Dove ha avuto l’Annunciazione Maria di Nazareth? Non nel tempio tra i sacerdoti davanti all’Arca dell’alleanza e nemmeno in mezzo a mistificatori o a una moltitudine di persone, ma in una semplice casa. Da è partita la nuova cristianità. E se la nostra Chiesa fosse in una casa familiare? Siamo noi che santifichiamo la Chiesa o è la Chiesa che santifica noi? Che esempio l’uomo ai propri figli? Il Signore si è rivelato a Mosè nel deserto, non nel tempio tra i candelabri d’oro. Ha scelto di annunciare un cambiamento epocale a una ragazza che pochissimi conoscevano, noi invece crediamo a chi ci più garanzie (economiche). Quella povera persona che deve subire ogni sorta di ingiustizia non riteniamo logico che sia un portatore di grazie e di verità perché ai nostri occhi non è credibile. Quale credibilità avrà avuto Maria Santissima, una ragazza di 14 anni, davanti all’opinione pubblica? I veri santi hanno santificato la Chiesa con la loro vita, non sono stati chiamati nella basilica di san Pietro ma nei posti più disparati dove c’era un basso tenore di vita. È importante quello che facciamo nella nostra vita quotidiana. Quale buona azione offriamo sull’altare quando si rinnova il sacrificio di Gesù? Cosa dimostriamo di aver messo in pratica dall’ultima volta che siamo entrati in chiesa? È troppo facile pensare di santificarci quando siamo sempre fermi sulle nostre posizioni. Nessuno è diventato santo per essere entrato in chiesa una volta in più degli altri, quando usciamo abbiamo lo stesso stato d’animo e gli stessi difetti, basta una piccola prova siamo già sul piede di guerra. Non ci deve interessare che i nostri figli vadano in chiesa, ma che abbiano le caratteristiche giuste per entrarci, con lo spirito del ringraziamento. Non ci si va per disperazione o per ottenere. Il risultato che abbiamo avuto nella nostra vita è un regalo di Dio, non è per la nostra bravura. Lo ringraziamo? Tante persone pur avendo le capacità non hanno potuto esprimerle e tanti comportamenti possono essere anche malattie psicologiche, traumi, blocchi, non solo furberia. Anche noi potremmo essere al posto dei mendicanti, facciamo di tutto per non farci maledire, non umiliamoli, perché il creatore del male può realizzare il loro desiderio contro di noi. Abbiamo rimorsi di coscienza per avere sparlato o per non aver aiutato qualcuno? Oppure pensiamo di avere dei meriti soltanto per essere entrati in chiesa?

Confidenze di Maria santissima a Roberto Longhi sul

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