Un deserto sul Misma
La
famiglia
è
sempre
stata
il
perno
di
tutti
gli
Stati.
Su
quale
base
deve
essere
costruita?
Sull’amore,
non
sulle
regole.
Per
amore
non
si
è
egoisti,
non
si
è
egocentrici,
ci
si
immola
per
i
bisogni
della
famiglia,
si
arriva
all'azione
estrema
come
quella
di
Gesù.
Per
amore
si
digiuna,
si
accetta
anche
l'altro
coniuge
un
po'
diverso
dalle
nostre
aspettative,
si
va
dai
parenti,
non
si
offende,
non
si
tradisce.
Abbiamo
trasmesso
questo
stile
ai
nostri
figli?
Quante
coppie
non
frequentano
i
familiari
diretti
di
un
coniuge
per
motivi
stupidi?
Non
si
può
pensare
di
costruire
una
famiglia
cristiana
dove
non
c'è
amore,
perché
poi
si
finisce
col
mettere
delle
regole
rigide
a
un
nucleo
che
per
anni
ha
vissuto
in
un
modo
diverso.
“Non
devi
vedere
più
la
televisione,
non
devi
più
fare
questo
o
quello,
devi
pregare
e
digiunare”:
queste
regole
sono
condanne,
dichiarazioni
di
guerra.
Qui
l'errore
è
doppio:
prima
si
è
stati
dissoluti,
poi
si
diventa
guardie
carcerarie.
Non
si
esce
più
nemmeno
per
mangiare
una
pizza
e
si
rinuncia
all'atto
sessuale.
Il
Signore
vuole
questo?
Si
sopravvive
perché
è
venuta
a
mancare
l'intimità,
così
l'altro
partner
ne
combinerà
di
tutti
i
colori.
Se
non
abbiamo
saputo
amare
prima,
dimostriamo
di
saper
odiare,
perché
ci
vuole
un
cuore
duro
per
mettere
delle
regole
ferree.
Siamo
dittatori
in
nome
di
Dio.
Qual
è
il
nostro
vero
dovere?
Per
amore
si
va
in
croce,
vorremmo
prendere
il
posto
di
un
nostro
caro
che
ha
una
brutta
malattia.
Chi
non
ama
fa
un
errore
dietro
l'altro,
è
meglio
che
non
parli
in
nome
di
Dio.
Quante
famiglie
mostrano
ai
propri
cari
il
vero
volto
del
Signore?
Prima
si
rappresenta
un
dio
astratto,
poi
improvvisamente
si
fa
vedere
un
dio
persecutore,
peggio
di
una
guardia
carceraria.
Non
c'è
Dio
da
una
parte
né
dall'altra.
Per
amore
si
desidera
soltanto
dare,
non
si
pensa
più
per
sé,
neanche
quando
si
arriva
a
casa
stanchi
la
sera.
Ci
si
sostituisce.
Quante
famiglie
sono
state
educate
principalmente
nell'amore
cristiano?
Chi
ama
fa
il
digiuno
senza
che
il
coniuge
lo
sappia,
lo
soddisfa
come
può
e
i
figli
crescono
in
un
modo
integro,
genuino,
pulito.
Non
si
possono
portare
abitudini
improvvise
e
con
violenza.
Abbiamo
fatto
vedere
il
dio
dell'egoismo,
della
presunzione,
della
superbia,
ma
non
quello
dell'amore.
E
se
uno
non
obbedisce
alle
nostre
regole
lo
trattiamo
con
disprezzo,
facendo
trasparire
il
nostro
disappunto.
Che
male
hanno
fatto
i
nostri
familiari
per
meritarsi
tutto
questo?
La
nostra
famiglia
è
l'isola
felice
o
per
forza
di
cose
ci
dobbiamo
adattare?
Per
amore
si
tace,
si
accetta,
si
subisce,
si
dona,
si
perdona.
Come
si
può
pensare
di
educare
i
figli
in
un
disastro
del
genere?
Non
possiamo
pretendere
che
i
preti
facciano
in
un’ora
quello
che
non
sappiamo
fare
nelle
nostre
case.
Quando
le
famiglie
avevano
il
santo
timor
di
Dio,
c'erano
dei
valori
indissolubili,
insostituibili,
indistruttibili.
Abbiamo
fatto
di
tutto
per
distruggere
un
mondo
meraviglioso,
facciamo
un
esame
di
coscienza.
Vorremmo
essere
liberi?
Addirittura
rifiutiamo
quello
che
il
Signore
ci
ha
dato...
Che
bello
avere
una
famiglia
e
far
felice
la
moglie
o
il
marito!
Nessuno
ci
ha
dato
il
diritto
di
avere
potere
su
un'altra
persona,
anche
se
non
abbiamo
impostato
la
famiglia
con
i
giusti
criteri.
Non
ci
dispiace
di
avere
troppo
sbagliato
e
portato
l'immagine
di
un
Dio
che
non
esiste?
Addirittura
ci
scandalizziamo
quando
uno
ha
un
capo
firmato
o
mangia
i
piatti
più
prelibati…
Se
possiamo
trattiamoci
bene!
Siamo
sicuri
che
il
nostro
coniuge
non
desideri
una
volta
tanto
“un'uscita”
che
non
coinvolga
esclusivamente
ciò
che
noi
desideriamo?
Togliamoci
questo
velo
di
egoismo
e
i
nostri
cari
ci
seguiranno,
è
la
legge
perfetta
della
natura.
Che
disarmonia
quando
si
vedono
due
persone
insieme
da
anni,
così
distanti
e
diverse,
come
se
uno
non
facessero
parte
l’una
dell'altra!
Sono
lì
solamente
costrette
dal
matrimonio.
È
terribile!
Non
sopportiamoci
mai
in
nome
di
Dio
(e
con
la
corona
del
rosario
in
mano),
perché
con
la
bocca
si
benedice
ma
col
cuore
si
maledice.
Quante
volte
abbiamo
raccolto
la
confidenza
di
un
figlio?
Poi
in
confidenza
fuoriesce
che
i
nostri
familiari
sono
dei
nemici
dichiarati,
che
ci
pugnalano,
ma
siamo
noi
la
causa
della
loro
sofferenza
e
della
loro
inquietudine
verso
il
Signore.
Lui
non
c'entra.
Per
amore
ci
si
annienta,
si
accettano
le
ingiustizie,
si
può
arrivare
a
dare
la
vita
per
far
felici
i
nostri
cari.
Siamo
sicuri
di
aver
trattato
i
figli
con
amore?
La
piantina
si
raddrizza
quand'è
piccola.
Se
vedevamo
litigare
il
papà
e
la
mamma,
non
si
soffriva
forte?
Quante
volte
ci
siamo
fatti
trasportare
dall'istinto,
dal
livore
e
dalla
rabbia?
Siamo
più
benevoli
con
uno
che
non
ci
conosce
perché
ci
dà
sempre
ragione.
Portiamo
l'amore,
facciamo
giornate
di
svago
e
di
gioia
con
i
familiari.
Non
permettiamo
che
la
nostra
casa
si
vesta
a
lutto
per
le
nostre
rinunce,
contorniamola
di
fiori
freschi,
di
cose
gradevoli.
Ma
nemmeno
permettiamo
che
alcuni
girino
nudi
per
casa.
Dov’è
il
pudore
e
la
dignità?
Siamo
animali?
A
forza
di
teologi,
ragionamenti
e
cambiamenti,
che
Chiesa
abbiamo?
Dio
è
tollerante
e
amorevole,
ci
ha
amato
pur
senza
calcolare
se
lo
meritavamo, però ha bisogno di servi credibili e obbedienti, di persone semplici, normali, non di ciarlatani.
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